martedì 27 giugno 2006

Un uomo buono e onesto. Merita rispetto.

Ho aperto la home page del sito La Stampa. Ho visto la foto di Pessotto, pensavo a qualche novità riguardo la Juventus. Poi ho letto. Così ho saputo quello che gli è successo. E' stato uno shock. Uno doccia gelata che vela l'animo di profonda tristezza. Gianluca Pessotto, 11 stagioni in bianconero. Mi sembra di conoscerlo. Le interviste, le partite giocate lo hanno reso una persona familiare. Serio, onesto, riservato,intelligente sono tante le qualità che possono descriverlo. Un giocatore che non vive sotto i riflettori, con  una famiglia, una vita normale. Quando è in campo, si sa che darà tutto quello che può e qualcosa di più. Pur sforzando la memoria non ricordo una parola cattiva o un brutto fallo da lui commesso, uomo corretto in campo e fuori. E' una brava persona. Quando ho saputo che è stato nomitato Team manager sono stata contenta mi sembra la persona giusta al posto giusto. Ma il calcio adesso va messo in secondo piano, ridimensionato. Gianluca Pessotto è in un letto d'ospedale con la famiglia accanto, alcuni compagni di squadra sono andati a trovarlo. Spero che gli si lasci la tranquillità per guarire. Non merita che la sua vita sia messa in piazza, giudicata.


In bocca al lupo Gianluca, di tutto cuore! Spero che tu guarisca presto. Sei una persona meravigliosa auguro a te e alla tua famiglia tanta serenità.

lunedì 26 giugno 2006

Italia-Australia 1-0

Bravi, bravissimi, fortunatissimi.  Siamo ai quarti... eccoci qua!


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Il tempo è quasi scaduto, si profilano i tempi supplementari. '93 atterrato Grosso. Rigore per l'Italia. Totti a tu per tu con il portiere: goooaaal!! Un urlo liberatorio. I fantasmi del passato se ne vanno. Hidding questa volta non c'è l'hai fatta. Gioia ancora più bella perchè inaspettata.  Si, oggi vale proprio la pena di iniziare dalla fine. 


Partita difficile. Nel primo tempo l'Italia costruisce diverse occasioni che non riesce a far fruttare. Del Piero parte bene e cala un pò alla distanza. Tutta la squadra dà l'impressione di non correre abbastanza.


Il secondo tempo si apre con l'ingresso di Iaquinta al posto di Gilardino. Al 4' Cahill fa un brutto fallo su Materazzi. La sua gomitata viene sanzionata con un giallo. Un minuto dopo Materazzi viene punito severatamente per un fallo su Bresciano. Sembra che questo atteggiamento piuttosto severo sia stato causato dal match Portogallo-Olanda. Lì si e giocato il festival dell'espulso, finito in parità per la gioia dell'Inghilterra. Si rompono gli equilibri. L'Italia è costretta a disporsi diversamente al '10 entra Barzagli al posto di Toni. Gli Australiani all'arrembaggio. Bellissima difesa di Cannavaro e Zambrotta. Buffon perfetto, migliore in campo. L'Italia soffre, gli attaccanti sembrano abbandonati là davanti. La frattura con il centrocampo è grande. Entra Totti al '75. Gattuso e Zambrotta ammoniti. Ancora sofferenza, difesa impeccabile, un pò di tensione. Gli ultimi minuti sono giocati in avanti. Arriva il '93. E' lieto fine.


Nel corso del secondo tempo ho sentito crescere in me una cordiale antipatia per gli australiani, con i loro colori ricordavano il Brasile. Brutta la gomitata su Materazzi. Cattivo il benvenuto dato a Totti direttamente sulla gamba. Non mi è piaciuto lo scambio di palla tra gli australiani con Iaquinta in mezzo. Sommando l'espulsione ingiusta di Materazzi, iniziavo ad avere cattivi pensieri. Quel rigore è arrivato al momento giusto. Bravo Grosso a procurarselo, Totti a segnare. Perrotta, Gattuso, la difesa già citata, tutti.

domenica 25 giugno 2006

Vi presento Joe Black

William Parrish, ricco uomo d'affari sta per compiere 65 anni. La figlia primogenita Elaine si prodiga per organizzare una festa bellissima. Sà che la figla preferita del padre è la sorella Susan e ne soffre. 


Parrish è preoccupato per Susan pensa che il suo rapporto con Drew, un manager arrivista, che ha assunto nella sua società non è fatto di passione "è freddo come quello di due nibbi reali". La invita a lasciarsi andare, seguire il suo cuore, non respingere le occasioni che la vita le propone. Quel giorno Parrish inizia  a sentire una voce che ripete le parole che lui ha pronunciato alla figlia. La voce si palesa come la morte. Entra in casa di Parrish con le sembianze di un ragazzo e gli propone un accordo: lo lascerà in vita fino a quando sarà interessato a quello che l'uomo gli farà vedere. Il ragazzo assume il nome di Joe Black. Le cose si complicano quando si scopre che il corpo scelto dalla morte è quello del giovane incontrato da Susan la mattina, un ragazzo che a lei piaceva moltissimo e che non da segno di riconoscerla.


Joe appassionato del burro di arachidi, segue Parrish negli affari gli dà poi una mano a difendere la sua società. Joe intanto corteggia Susan. La ragazza non sa se è la stessa persona che aveva incontrato alla tavola calda. E' attratta da lui, dal suo essere divertente, sorpreso dalle cose che vede. La bacia come se fosse la prima volta, vive tutto come una novitàl Susan si innamora di Joe, anche lui sembra provare qualcosa. Il padre di Susan cerca di dissuaderla. Accetta di andar via con Joe pur di non mettere in pericolo Susan.


Uno dei momenti migliori del film è l'incontro tra Susan e il giovane. Lui protettivo verso la sorella, le dice che sta cercando la donna della sua vita ed è disposto a fare rinunce per accontentarla. Si è appena trasferito in città. E' affettuoso, chiacchierone. Scoppia il colpo di fulmine. Escono dal locale. Si incamminano in direzioni opposte. Si voltano diverse volte, mai nello stesso momento. Poi una scena esagerata, grottesca. Il corpo del ragazzo viene gettato in aria all'improvviso, investito da una macchina. In quel momento la morte si appropria del suo corpo.


Parrish vive a contatto con la morte, una presenza ingombrante che non si può presentare agli altri come tale. Lo fa riflettere sulla sua vita. Gli sbagli che ha fatto, le cose veramente importanti. L'amore per la moglie, le figlie. Capisce meglio le persone che gli stanno accanto. Sa di dover morire ed è  preoccupato perchè Susan, la figlia prediletta è affascinato dal misterioso Joe Black. La morte ha un viso umano, atteggiamenti umani. Chissà se prevarra la sua volontà di compiere la  missione assegnata o l'amore? Il confrontarsi con i sentimenti non è così facile o scontato.   Vuole Susan, la vuole con se. Ma è giusto? E' questo l'amore? Susan non lo conosce sul serio. Dubbi e interrogativi possono toccare anche Joe Black.


Bravo Pitt è bravo a impersonare due personaggi diversi.   E' un film molto lungo, questo è il difetto maggiore. In alcune parti bello, belle le musiche.

Fiori d'arancio

Nicole Kidman si è sposata con Keith Urban in una piccola cappella, sulle alture di Sidney. Luogo romantico da cui si  vede il mare. Indossava un abito bianco,il velo, i capelli sciolti incorniciavano il volto. Tra le mani il classico boquet di roselline. Il padre gesuita che ha celebrato il matrimonio ha definito il loro amore profondo e maturo. Alla cerimonia hanno partecipato parenti, amici, qualche star. Sono molti i fan arrivati nella zona per cercare di avvicinare l'attrice. I giornalisti e i fotografi sono stati tenuti lontani. Il regista di Mulin Rouge ha girato il filmino di nozze.


Ha tutte le caratteristiche per essere un matrimonio da favola. Il cantante sembra aver superato i problemi di droga e alcol che lo perseguitavano. L'attrice ha il volto radioso di chi ha trovato la felicità. Sono contenta per lei. Nel 2001 si era separata da Tom Cruise.  Era  definita una coppia stabile, affiatata.  Non avevano però saputo reggere all'impatto emotivo di un film quale Eyes Wide Shut girato con Stanley Kubrick. Non si può certo definire un film fortunato. Il regista è morto poco dopo le riprese, la coppia protagonista si è separata. La carriera della Kidman invece  da quel momento ha prese il volo. L'attrice ha girato molti film, ottenuto premi e riconoscimenti, compensi milionari. Aveva però quell'aria un pò triste e riservata di chi non ha tutto. Forse le mancavano dei  punti di riferimento nella vita privata. Legami che la fama e il successo non possono comprare. Spero che adesso li abbia trovati.


sabato 24 giugno 2006

E si è anche divertito

In alcuni sport gli atleti sembra che abbiano perso il gusto per quello che fanno. Il loro diventa un lavoro come un altro che non dà gioie o soddisfazioni particolari. Almeno questa è la mia impressione. Il motociclismo sembra un mondo a parte, per la pazzia o forse la passione che spinge i piloti a correre anche in condizioni difficili, quando i rischi aumentano. Oggi si è corso ad Assen. Gli italiani in gara nella classeGP erano: Melandri, Capirossi e Rossi. Avrebbero potuto partecipare alla selezione per il pilota più ammaccato. I primi 2 hanno subito una paurosa caduta in Catalogna, Rossi è caduto nelle libere di Assen. Hanno voluto correre e ricevuto l'assenso dei medici sono rientrati in pista. Rossi ha il polso e una caviglia fratturati. E' il ferito più "fresco", partito dall'ultima posizione ha terminato finendo ottavo.   Protagonista di  una gara d'attacco ha effettuato sorpassi e patito negli ultimi giri la fine dell'effetto degli antidolorifici. La conquista di 8 punti in quelle condizioni sembrava impensabile. Coraggio, riflessi, lucidità sono doti necessarie per un buon pilota. Il corpo deve essere in grado di rispondere velocemente alle decisioni prese dal pilota. Tutto diventa più complicato quando si corre infortunati. C_0_strillo22x4_378_foto_1Per questo in fondo il vincitore di oggi penso si possa considerare Valentino Rossi. Quando è stato intervistato, dopo aver analizzato la sua gara  e le sensazioni provato,  ha detto che si è anche divertito.


Le sconfitte, il fatto di non essere più il leader incontrastato in testa alla classifica gli hanno fatto ritrovare gli stimoli per continuare a correre in moto. Così non è stato abbagliato dalle sirene della formula 1. 46 punti lo separano dalla vetta, 46 è il suo numero. Chissa se gli porterà fortuna. In bocca al lupo Vale!!

giovedì 22 giugno 2006

Italia-Repubblica Ceca 2-0


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Oggi si è giocata la terza partita del girone E. Sono scesi in campo in contemporanea Italia- Repubblica Ceca e Stati Uniti-Ghana. Lippi ha schierato una formazione aggiornata con Grosso al posto di Zaccardo, Camoranesi a centrocampo, fuori Toni. I primi venti minuti li ho potuti immaginare solo con il pensiero. Ho dovuto sostenere un esame. Mentre tornavo a casa sbirciavo l'orologio. 15.50 scendono in campo, pensavo. 15.55 gli inni nazionali. 16.00 fischio d'inizio. Ho acceso il televisore pochi attimi prima che Materazzi segnasse il vantaggio al 26'.


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Buffon attraversa il campo di corsa per andare a far festa con i suoi compagni. La partita riprende, una serie di ammonizioni porta all'espulsione, sul finire del primo tempo, di Polak.


La ripresa vede l'Italia giocare in superiorità numerica. Gli azzurri amministrano il risultato e poco più. Qualche occasione capita ma non viene concretizzata. Al 60' Pippo Inzaghi sostituisce Gilardino. Il match continua tra cucchiai "indigesti" a causa dei crampi, colpi di tacco poco fortunati e sbagli sotto porta. Nedved è sempre in agguato pronto a sfruttare eventuali ingenuita della retroguardia azzurra. Per fortuna Buffon sembra aver costruito un muro davanti alla sua porta e quando i cechi si presentato dalle sue parti trovano un limite invalicabile. Al 87' goal di Inzaghi che scatta sul filo del fuori gioco. Dona tranquillita alla squadra che amministra diligentemente gli ultimi minuti.


Lippi dà alla squadra un 8, poi innalzato a 9 per premiarne lo spirito. Si, lo spirito di sopravvivenza penso io. E' un voto un pò troppo generoso se si considera che il migliore dei nostri è stato il portiere. Se non fosse stato per Buffon la partita sarebbe anche potuta finire con un pareggio che ci avrebbe condannato ad affrontare subito il Brasile.   Riva non ha voluto parlare di voti dicendo solo che è stato centrato un obiettivo ed è questo che contava.


Bene, cancellate le ammonizioni, cancellati i risultati. Palla al centro, pronti ad affrontare negli ottavi un'avversaria inedita: l'Australia che aveva già partecipato al mondiale tedesco del 1974.


Oggi alle quattro Torino era quasi deserta. Si sentiva la telecronaca della partita uscire fuori da qualche finestra lasciata aperta. Alle sei sventolio di bandiere. Gente a piedi, in motorino, in macchina pronta a festeggiare. Un bel colpo d'occhio e un cattivo colpo d'orecchi a causa dei clacson assordanti. Una ragazza vestita di verde oro, andando in bicicletta sventolava la bandiera italiana. La voglia di far festa c'è. Speriamo che arrivino i risultati.


Forza azzurri



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mercoledì 21 giugno 2006

Festa europea della musica

La notte scendeva dolcemente su Torino. Nel cortile di Palazzo Reale era disposto un piccolo palco e delle sedie rosse. Le persone ascoltavano una giovane pianista intenta a suonare con intensità pezzi di musica classica noti e meno conosciuti. Io seduta su una panchina chiudevo gli occhi. Preda di quell'aria fresca che avevo ricercato durante il giorno. Si era finalmente presentata a scompigliarmi un pò i capelli, darmi l'impressione di poter respirare. Ero tentata di lasciar percorrere ai miei pensieri il sentiero tracciato dalla musica. A tratti tranquilla e rassicurante, poi decisa, quasi martellante nello scambio veloce delle dita sui tasti.   Cupa, triste, ricorrente. Nuovamente maestosa. Un altro pezzo questa volta allegro e gioioso, intenso. Il ricordo di un film a cui mi sembra avesse fatto da colonna sonora.  La pianista era lì seduta presa dalla musica e da ciò che comunicava. Il costume quasi brillava, un piccolo faro illuminava il pianoforte.


Il concerto è finito la gente, lentamente esce da Palazzo Reale. In cielo si vede la prima stella della sera. Il grattacielo che deturpa la piazza sembra quasi bello. Una fascia blu  scende da un lato, leggermente mossa dalla brezza. Dà l'impressione delle onde del mare che si infrangono sulla spiaggia e poi tornano indietro. La piazza è piena di persone, ciclisti che attraversano di slancio le fontane. In cerca  di un pò di frescura o forse della voglia di tornar bambini. Alcune coppie  siedono sulle panchine.  Amici  discorrono godendo della serata e della reciproca compagnia. Famiglie con bambini si attardano a farli giocare. Un piccolo cane rompe la quite abbaiando con forza, senza dar cenno di volersi fermare. E' ora di tornare a casa. Un'auto passa, il finestrino è abbassato. Sento una canzone di Eros Ramazzotti. Mi accompagana per un breve tratto di strada


la nostra vita va
la nostra vita che
in cerca di un sorriso
di amore condiviso
in un mondo più pulito

lunedì 19 giugno 2006

Il principe è nudo

Vittorio Emanuele di Savoia è stato arrestato venerdì scorso. Sono state fatte le prime inopportune dichiarazioni riguardo i problemi della giustizia in Italia. I problemi, le lentezze esistevano anche prima. Si sta ancora indagando ma il processo mediatico è già iniziato. Colpevole o innocente? Ognuno ha pronta una sua opinione, prove da portare a sostegno della propria tesi. Intanto la gogna mediatica è stata approntata. Fino alla settimana scorsa lui e la famiglia erano  contesi da settimanali e tv. Porta a Porta gli ha dedicato una puntata appena qualche giorno fa. A partire da venerdì notizie, scandali, gaffe anche vecchie sono stati ripescati e riproposti. Tutto assume una nuova, fosca luce, ora che si sa  delle indagini in cui è coinvolto.


Intercettazioni riguardo i temi più disparati sono pubblicate sui giornali. Considerazioni su Giuliana Sgrena, sui sardi, vizi e abitudi. Utili sicuramente a conoscere meglio l'uomo. Meno a stabilire il coinvolgimento nei fatti di cui è accusato. La legge sulla privacy viene cestinata quando le intercettazioni riguardano un personaggio conosciuto. Persone più o meno note intervengono a vario titolo dicendo la loro opinione. Prima le accuse, poi le difese tutte rigorosamente davanti a un microfono. Come se l'accusato dovesse essere sottoposto a un giudizio popolare. Non è la prima volta che si crea un clima di questo tipo. Prime pagine dedicate a chi pesca più nel torbido, sdegnate accuse, accorate difese, lanciate a mezzo telecamera. Io credo nella necessità di porre un freno. La giustizia improvvisata è pericolosa. I processi non si possono svolgere a mezzo stampa o televisione. Preferisco lasciar fare ai tribunali, alle persone competenti che hanno accesso alle carte processuali e sono in grado di emettere una sentenza, spero giusta.

1240: se lo conosci, lo eviti.

Nei mesi scorsi la tv è stata invasa da spot riguardo numeri di telefono "cerca numero". Erano proposti nel periodo in cui terminava il  vecchio servizio fornito dalla telecom a un prezzo contenuto. Alcuni spot erano simpatici, altri demenziali. Tutti erano corredati da una musichetta che doveva servire per fissare il numero telefonico più facilmente nella mente del telespettatore.


Oggi avevo bisogno di un numero telefonico e non avevo a disposizione il computer. Mi ritorna alla mente la musichetta cantilenante del 1240. Decido di usarlo. Mi serviva il n. telefonico di un ufficio pubblico  di cui avevo anche l'indirizzo. Ricerca piuttosto banale, penso. Sbagliato. Compongo il numero. Una voce registrata mi dice che per un minuto di conversazione pagherò al massimo 1,85 euro. Così sono trascorsi i primi 10 secondi. Mi passano l'operatore. Faccio la mia richiesta. Indico la via. L'operatore non la capisce o fa finta di non capirla. Mi viene chiesto di sillabarla. Scatta il minuto. Cade la linea. Io non ho il numero che mi serviva. Ho speso 1, 85 euro. Prima sensazione "sono stata presa in giro". Penso li richiamo chiedendo spiegazioni e dicendo quello che penso di loro. Dura pochissimo, mi rendo conto dell'inutilità del gesto. Dico bene il servizio l'ho fatto io a loro, 1,85 euro regalati più o meno volontariamente. Riaggiorno il motivetto.


  1240 perdete la speranza


sabato 17 giugno 2006

Italia-Usa 1-1

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Un tempo con gli avvenimenti sportivi le guerre si interrompevano, si viveva un breve, felice periodo di pace. Oggi la guerra è stata trasferita in campo. Il tabellino segnava, alla fine del match, 3 espulti e 2 ammoniti. Partita brutta. Capolgimenti di fronte, poco gioco. I giocatori  USA su ogni pallone, dove non arrivava la capacità spesso arrivava il fallo. Guardialinee sbandieratori sovente fuori tempo. La barella usciva e rientrava dal campo. L'arbitro a un certo punto sembrava dirigere un infermeria. Dopo pochi minuti Totti ammonito. L'Italia va in  vantaggio con Gilardino. Zaccardo sfortunato protagonista del pareggio Usa, sigla un autogol imprevisto .  Riprende il gioco DeRossi mette nei guai gli azzurri con l'ennesima leggerezza. Espulso. Qualche minuto dopo esce anche un giocatore americano per fallo su Pirlo. Inizia il secondo tempo, nuovo espulso americano,  azzurri 10 contro 9. L'arbitro sembra aver dimenticato il fischietto negli spogliatoi. Gli italiani vanno più volte vicino al vantaggio. La palla non entra. Lippi brucia piuttosto presto le sostituzioni. Ha fatto entrare: Gattuso (fuori Totti) Del Piero (fuori Zaccardo) Iaquinta (fuori Toni). Perrotta si infortuna e resiste non potendo essere sostituito.



Quarta partita del mondiale a finire con 3 espulsi. Non è una cosa per cui andare fieri. Azzurri sotto tono. Gambe molli. Lippi dice di aver avuto avvisaglie in settimana di un calo di tensione ma ha riconfermato la formazione vittoriosa contro il Ghana. E' stato sbagliato l'approccio alla partita.


De Rossi si era già fatto ammonire contro il Ghana, non ha scusanti per la gomitata rifilata al giocatore statunitense. Certe leggerezze non sono ammissibili in nazionale. La posta in gioco è troppo alta.


Palla avvelenata

Un tifoso juventino amareggiato (pubblicato su La Stampa rubrica posta e risposta del 15/06/2006)


"Sono un padre di famiglia, da anni vostro lettore e abbonato. Purtroppo anche tifoso della Joventus, squadra che anche voi avete contribuito ad affossare con un processo mediatico che non ha avuto eguali nella storia del giornalismo italiano. Avete utilizzato un livore e un accanimento paragonabili soltanto a quelli messi in campo durante Tangentopoli.


    Tutta la stampa italiana ha tenuto un comportamento barbaro e avvilente per i tanti tifosi juventini prime vittime di un sistema che ha permeato tutto il calcio italiano. Un sistema proprio comunque di tutto il paese Italia, una parodia insomma del sistema sociale e politico. Quello che è venuto fuori non è un illecito (visto che le intercettazioni non costituiscono prove ma spunti investigativi) ma uno spaccato dell'Italia dove soltanto la conoscenza, la spintarella, l'occhiolino possono aiutarti nel lavoro, nella vita, dappertutto. Prima un processo mediatico, poi quello di piazza per giudicare anche senza prove ma per ripulire una facciata e per tornare a sparlare da settembre di un nuovo calcio italiano."


Da un tifoso granata al tifoso juventino (pubblicato su La Stampa rubrica posta e risposta del 16/06/2006)


"Vorrei tramite il vostro spazio, rispondere brevemente al tifoso juventino «amareggiato» che ha scritto ieri una lettera a questa rubrica. Mi duole constatare che, come per la maggior parte dei tifosi bianconeri, questa amarezza non sia dovuta al fatto che i vertici della società fossero formati da una coppia di «furfantelli» (il povero Bettega, probabilmente, andava solo a comprare le schede  telefoniche), ma dal fatto che siano venute a galla le «marachelle» compiute dai due, e che, stranamente abbiano indignato tanto tanta gente, giornalisti inclusi.


Devo, comunque, rendere onore al tifoso amareggiato per aver usato prima di definirsi juventino il termine «purtroppo», mai come in questo caso più appropriato. Chissà se lo stesso tifoso che si definisce padre di famiglia, e lo siamo in tanti, me compreso e persino il sig. Moggi, abbiamo provato la stessa amarezza in quella triste notte belga in cui davanti  a decine di morti i giocatori della sua squadra, ebbri di gioia si innaffiavano di champagne, mentre nello stesso tempo i loro tifosi strombettavano goduti in piazza S. Carlo."


Ho letto queste lettere  pubblicate a un giorno di distanza su La Stampa. Sono tifosa juventina, non dico purtroppo, non mi vergogno. Mi vergognerei di più se l'abbandonassi nel momento del bisogno. Non condivido le posizioni espresse dal tifoso juventino però condivido ancora meno quando scritto dal tifoso torinista che si definisce «Grazie a Dio» tifoso granata.


Fino a un mese e mezzo fa  tifavo per un ritorno del Torino in serie A, per una lotta scudetto tra Juve e Torino come negli anni '70, per un maggior numero di squadre piemontesi in serie A. Ero dispiaciuta per la mancata promozione dell'anno scorso. Ora non più. Sono indifferente rispetto alla notizia della promozione del Toro. I commenti di alcuni "tifosi" del toro sulla Juve mi hanno fatto cambiare idea. Povero Torino, si deve accontentare di tifosi che invece di gioire per le loro vittorie preferiscono festeggiare i problemi altrui, citare con leggerezza la tragedia dell'Heysel. Una tragedia che ha colpito tante famiglie, persone che pensavano di andare a vedere una partita di calcio e si sono trovati in mezzo all'inferno.   Non capisco l'odio che fa essere certe persone prima antijuventini e poi torinisti. Non credo esistano tifosi migliori o peggiori, esistono persone che hanno maggiori o minori soddisfazioni dalla loro squadra del cuore. Il tifo è un sentimento spontaneo che nasce nelle persone. In fondo il calcio è e rimane un gioco. Perchè tifare contro, gioire per gli altrui problemi? Mi sembra una scelta triste. Voi cosa ne pensate?

giovedì 15 giugno 2006

Un luogo del cuore

100_0643Una serie di tornanti mi accompagna nell’ultimo tratto. La vallata si apre. Il verde degli alberi si mescola con il bianco di una cascata, preludio a una serie di case abbracciate, grigie, di pietra. Sono  resistenti, forti  vegliate da una rocca che sovrasta il paese. La rocca Provenzale spicca nel cielo, caratterizza il paesaggio rendendolo unico, gioca a nascondino quando la nebbia fa la sua comparsa, cambia le sembianze quando mi avvicino o la osservo da un altro lato.


E’ un luogo del cuore, dove mi immergo con gioia, cammino nelle viuzze, salgo e scendo per viottoli scoscesi. Il mio cane, un plaid ed un libro la mia compagnia. Un pezzo di terra, su cui distendermi, la mia meta. E poi il cielo in cui le nuvole si rincorrono,  il cane addormentato vicino a me. I rumori della natura, intervallati dal parlare delle persone, dallo scrosciare dell’acqua. Chiudo gli occhi e non mi sembra di aver bisogno di altro, sento la felicità più vicina, quasi la potessi toccare.



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Una finestra sul mondiale (2)

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"La rana in Spagna, Gracida in campagna" così cantava Audrey  Hepburn in My fair lady.   


Le rane gracidano anche in Germania. Nè sanno qualcosa i poveri giocari Ucraini. Sono stati sconfitti 4 a 0 dalle furie rosse spagnole. Erano tutti pronti a decantare i meriti della squadra iberica capace di fare la partita perfetta degna di quelle giocate solitamente dal Brasile.


La realtà è diversa. I meriti degli spagnoli son da dividere con delle rane che si sono appostate strategicamente davanti all'hotel ucraino. Non è dato sapere se le rane fossero spagnoleRana_1. Il loro concerto notturno ha fatto passare ai giocatori la notte in bianco.


Il difensore Vladislav Vashchuk, espulso in campo, ha raccontato che i giocati avevano anche pensare di compiere un  "ranicidio" per fermare il fastidioso gracidare. Per la gioia degli ambientalisti i deliziosi animaletti godono di buona salute. Chissa come faranno gli ucraini a evitare un dannoso bis.


Si cercano rimedi contro il totticentrismo. Questa pericolosa malattia miete vittime, ormai da anni, principalmente nelle fila dei giornalisti sportivi. Sembra si stia diffondendo ad altre categorie sociali. Causa dipendenza, perdita di senso critico, visione distorta della realtà.


Cattiveria gratuita

In un paese in provincia di Rimini si è consumato uno scherzo crudele. Due persone hanno legato un disabile su una croce alta due metri, posta al centro di una rotatoria. Era l'una di notte. Il loro "gioco" è stato interrotto da una pattuglia dei carabinieri. I ragazzi erano pronti a fotografare il folle gesto su un telefonino.


La scena si è svolta davanti a un bar. Nessuno ha visto o nessuno ha voluto intervenire? I due individui si sono difesi dicendo "Non gli facevamo del male. Era soltanto uno scherzo, gliene facciamo tanti, lui si diverte e poi era soltanto per fare una foto. Lui ci stava".


Sono stati accusati di lesione personale e villipendio a un simbolo religioso.  Il vuoto delle loro menti è una cosa che salta agli occhi. Una crudeltà gratuita, senza logica, senza spiegazione se non la cattiveria, l'incapacità di avere rispetto per un altra persona, la convinzione che valga la legge del più forte.  La situazione è ancor più grave se altri hanno visto senza intervenire. Però non basta lo sdegno, la rabbia. Bisogna fare qualcosa, concretamente perchè queste cose non capitino più.

martedì 13 giugno 2006

Una finestra sul mondiale

I mondiali sono iniziati da qualche giorno. Insieme alle notizie sportive, sui giornali trovano spazio anche articoli curiosi e in qualche caso divertenti.
Non è il caso di spaventarsi ma la Germania conosce già la formula che le farà vincere il mondiale. Moltiplicando le ultime 2 cifre degli anni  delle prime 2 vittorie tedesche (54x74) si ottiene 3996, si sottrae l'anno dell'ultima vittoria 1990. Il risultato inutile dirlo è 2006.Un gruppo pop tedesco, gli Sportfreunde Stiller, hanno giocando d'anticipo e inciso la canzone "54, 74, 90, 2006" che sta già avendo un buon successo in Germania.


Un tifoso polacco ha ideato un singolare modo per incitare la Polonia sconfitta per 2 a 0 nella prima partita contro l'Ecuador. Il povero tifoso giunto alle soglie di un esaurimento nervoso ha citato in giudizio il c.t. polacco. Chiede un risarcimento di 3000 euro. E' disposto a perdonare l'allenatore, ritenuto responsabile della disfatta, se la Polonia vincerà contro la Germania domani.


I giornalisti della Bild, tabloid tedesco sembra abbiano intenzione di coniare un nuovo motto: "Una vittoria val bene 1 insulto,anche 2, anzi 3". Oggetto delle loro critiche la famiglia di  Beckham, capitano della nazionale inglese. Ha una sorella pienotta, una madre con il sorriso campagnolo. Dall'attacco neanche i figli  sono stati risparmiati. Sono indicati come "nanetti" per la loro statura non particolarmente elevata. Il maggiore, Romeo è definito "bambinetta" a causa dei   capelli lunghi. Belle frasi, chiaro indizio di fair play e spirito sportivo. C'è chi scrive e chi spero risponda sul campo.  La buona educazione non dovrebbe aver divisa o bandiera. Queste battute sono degna risposta alle foto del cancelliere tedesco che si cambiava il costume, pubblicate su un giornale inglese. Chi scenderà più in basso? Spero non ci siano nuovi sviluppi.



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Ieri esordio azzurro a Hannover. Bella vittoria 2-0 dell'Italia sul Ghana. Primo tempo combattuto. Brava la squadra africana. Il portiere anche se molto criticato dai commentatori, ha retto bene agli assalti italiani. Cannavaro e Pirlo si sono distinti per impegno e tenacia nel recuperare palla. Il capitano ha guidato un bel contropiede nel primo tempo. Pirlo segna, poco dopo si va negli spogliatoi. Nel secondo tempo la stanchezza si fa sentire. L'Italia raddoppia con Iaquinta e si conclude in tranquillità.


la Nazionale italiana esordisce il 15 maggio 1910 all'Arena di Milano. Affronta  la Francia e vince 6 a 2. I giocatori indossavano maglie bianche con i colletti inamidati. I pantaloncini erano quelli dei club di appartenenza.


Il 6 gennaio 1911 la nazionale di calcio italiana adottò la maglia azzurra per disputare la sua terza partita, un match contro l'Ungheria. Maglia azzurra con scudo rosso e croce bianca, in alto a sinistra, , in onore dei Savoia. La giornata era plumbea, cadeva qualche fiocco di neve. Il resoconto della partita si può ancora leggere su La Gazzetta dello sport.


Grazie per la home page!

lunedì 12 giugno 2006

I o F. E' proprio necessario scegliere?

Sembra il titolo di un romanzo di spionaggio. Mi viene in mente in particolare Quinta colonna (N or R) romanzo di Agatha Christie ambientato nella seconda guerra mondiale.  In realtà l'argomento del  mio post non ha molto da sparire con i libri gialli.


Su La Stampa  del 10 giugno ho letto Il francese come un Panda. L'autrice Paola Mastracola denuncia: "un problema collettivo gravissimo, direi una vera tragedia che investe la nostrà società: stiamo perdendo il francese!".   Lo studio della lingua francese sta scomparendo dal programma di molte scuole. La riforma delle "3 I" (inglese, informatica, l'altra l'ho dimenticata) ha ricevuto forti critiche sia da parte deglia studenti che dei genitori. Quando però si tratta di scegliere la lingua da studiare ci si indirizza sull'inglese perchè è "utile", "spendibile" a discapito delle altre lingue. Gli aggettivi "utile" e "spendibile" applicati all'insegnamento posso portare a eccessi piuttosto pericolosi. Ciò che apparentemente è inutile per trovare un lavoro, si rivela poi importante a livello di formazione personale, per far diventare lo studente più consapevole e aperto mentalmente rispetto alla società in cui vive. Certo oggi non conoscere almeno un pò di inglese può portare a sentirsi un pesce fuor d'acqua. D'altro canto per un piemontese saper parlare francese è importante. Come fare?


Penso sia importante praticare ove possibile il bilinguismo così da dare la possibilità di conoscere più lingue e culture. Ciò permette quando si deve scegliere una decisione  più consapevole, informata  dello studente.  Ove non è possibile inserire la doppia lingua si potrebbe pensare a incentivi. Per esempio corsi organizzati al pomeggio di una seconda lingua che danno la possibilità di ottenere dei crediti formativi utili alla  maturità.


domenica 11 giugno 2006

Sai tenere un segreto?

Emma Corrigan, giovane assistente marketing, affronta  il suo primo incarico importante. Deve andare in Scozia. Un accordo che sembra già concluso, fallisce. Emma torna a Londra in aereo, ha paura di volare. Il viaggio è turbolento. Pensa che morirà. Senza quasi rendersene conto inizia a confidarsi  con il vicino di posto. Gli racconta tutti i piccoli e grandi segreti che costellano la sua vita. La sua carriera è un fallimento. Non ha capito molte delle cose ascoltate durante la riunione.  Deve dei soldi a suo padre. I suoi genitori non sono orgogliosi di lei. Ha falsificato il curriculum. Detesta la sua collega. Ha escogitato un sistema per fare delle pause sul lavoro senza essere scoperta. Non si è mai realmente innamorata. Descrive la sua prima volta con un ragazzo. Racconta di aver mentito riguardo il suo peso e la taglia  a Connor, il suo fidanzato. E' troppo bello, assomiglia a un bambolotto. Gli ha fatto credere di amare il Jazz. Emma  va fuori di testa quando lui  anticipa le battute dei film di Woody Allen. Vorrebbe una vita eccitante, un cavaliere con la corazza scintillante. Sa che non è realistico eppure continua a desiderarlo. La turbolenza finisce, l'aereo atterra. Emma si rende conto di cosa ha fatto. Ha raccontato tutta la sua vita, anche i suoi segreti più intimi a uno sconosciuto. E' imbarazzata. Si consola pensando che non lo vedrà più. Riprende la sua vita normale.


E' grande  la  sorpresa quando lo vede il lunedì in ufficio. Si chiama Jack Harper. E' il proprietario della multinazionale in cui Emma lavora. La ragazza è confusa. Non sà come comportarsi. Viene convocata nel suo ufficio. Jack le chiede di non rivelare a nessuno di averlo visto su quell'aereo. Emma promette, contenta di non essere licenziata. I giorni seguenti incontra spesso Jack in ufficio. Si rende conto con stupore che lui ricorda tutto quanto lei gli ha detto in aereo. La ragazza si chiede se non parlerà. Si sente attratta da quell'uomo dall'aria scarmigliata e stanca. Guarda con occhi diversi la sua vita. Lascia il fidanzato. E' felice di scoprire che il suo capo la corteggia. Iniziano una relazione. I segreti sono ancora troppi, da ambo le parti. Rischiano di incrinare il loro rapporto. In Emma riemerge l'insicurezza. Si sente usata.


Scritto da Sophie Kinsella autrice di I love shopping, I love shopping a New York, I love Shopping in bianco, I love shopping con mia sorella. E' un romanzo divertente, tenero in alcuni lati, sorprendente in altri. Emma, la protagonista è un personaggio a cui ci si affeziona, con la sua normalità: caotica, insicura, dolce. Leggendo il romanzo emergono una serie di domande.


E' possibile confidarsi in maniera totale con un'altra persona? O al contrario è necessario lasciare uno spazio per i propri segreti, le proprie piccole e grandi bugie da tenere nascoste anche e soprattutto al proprio fidanzato? Domande per cui ognuno ha la sua risposta dettata dall'esperienza personale. La sincerità ha un prezzo che non sempre si è disposti a pagare.  Emma pur sentendosi molto più sincera sa che non può fare a meno di qualche piccolo segreto. "Ma è assolutamento normale avere qualche piccolo segreto per il proprio fidanzato. Lo sanno tutti." Con questa frase termina il romanzo. Non la storia di Emma un personaggio così ben delineato da sembrare vero. Meriterebbe un seguito.



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venerdì 9 giugno 2006

Germania 2006 al via.

                                      Testa_home







Ritiro brasiliano Un bambino riesce a superare gli uomini della sicurezza. Si avvicina al suo mito calcistico: Ronaldinho. Lo abbraccia. Vorrebbe sfilargli la maglia. Viene raggiunto dagli addetti che si muovono per condurlo all'uscita. Il bambino oppone resistenza. Tira fuori un pennarello.  Ronaldinho fa segno di lasciarlo andare. Prende il pennarello e firma la maglia verde-oro  che il bambino indossa. Il piccolo tifoso si avvia felice all'uscita, ripetendo i gesti che tante volte ha visto fare al suo idolo, quando segna un goal.



Vittorio Pozzo: poliglotta, allenatore, giornalista colpito dal virus del calcio.


La storia siamo noi  ha proposto questa mattina un documentario dedicato a Vittorio Pozzo. E' il mister dell'Italia vittoriosa ai mondiali del 1934 e 1938. Alle olimpiadi 1936  conquistò l'oro con una rappresentativa di studenti non professionisti. Il "virus" del calcio gli fu trasmesso al Liceo Cavour di Torino. Nel 1898 vendette i libri di scuola per andare a Genova a vedere una partita tra il Genoa e una rappresentativa torinese. Partita entrata nella storia, si conosce il numero di presenti 212, l'incasso. E' pervenuta fino a noi la cronaca del match.


E' stato tra i fondatori del Torino nel 1906, il suo primo allenatore nel 1911. Allenatore della nazionale prima e dopo la 1° guerra mondiale quando combattè da alpino, poi ininterrottamente dal 1929 al 1948.


Fu un caso se non salì sull'areo che si schiantò a Superga, il 4 maggio 1949. La squadra del GrandeTorino chiese che a rappresentare La Stampa andasse il giornalista Cavallari e non lui. A Pozzo, tra i primi ad accorrere sul luogo della tragedia, venne chiesto di riconoscere i corpi. Lui che per tanti anni aveva allenato quegli uomini.


Mantenne sempre il suo lavoro di giornalista che aveva svolto anche quando era allenatore della nazionale. Seguì i suoi "ragazzi" fino a quando morì nel 1968, rifiutando incarichi in federazione. Godeva di credibilità e ammirazione tra i lettori, tifosi.



Il calcio è anche questo, al di là di tutto quanto si è scritto e letto in questo ultimo periodo



05 Il mondiale è iniziato. La prima partita Germania- Costa Rica è scoppiettante per ora il risultato è 2-1




giovedì 8 giugno 2006

Una meravigliosa illusione

Era un vecchio cinema. Molti lo consideravano superato, vecchio. A me piaceva e piansi quando lo chiusero. Mi recavo lì ogni settimana, da quando avevo sei anni.  Prima era stato il nonno ad accompagnarmi. Bambi, Pinocchio mi sembrava di poterli toccare così grandi, davanti a me. Le prime volte allungavo la mano per provare. Fu allora che nonno mi spiegò il segreto, il piccolo, grande segreto del cinema. Era tutta una meravigliosa illusione costruita per farci divertire. Mi diceva: – E’ proprio questo il bello. Ogni volta mi siedo su queste poltrone e cado nel tranello. Dimentico le preoccupazioni, i pensieri ed esistiamo solo io e quegli omini che si muovono la davanti. - Io sorrisi e continuai a vedere il film felice di poter condividere questa passione con lui.


Poi gli anni passarono, mio nonno mi lasciò ed io iniziai ad andare da solo al cinema. Mi sprofondavo in quelle poltrone di velluto verde, morbide, un po’ consumate sui lati. Annusando l’aria  percepivo un leggero sentore di chiuso quasi di muffa così vago da non dare fastidio. Anzi, quasi si intonava all’ambiente. La sala,  il pomeriggio, era semi vuota. Certe volte potevo vedere il film anche due volte. 



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mercoledì 7 giugno 2006

Grazie

Ringrazio la redazione per aver creato l'angolo dei lettori. Mi sembra una bella iniziativa. Consente di leggere i blog in modo più veloce e individuarli più facilmente.

Pace

Preghiera incompresa,


urlata nella notte delle menti.


Incontrata in deboli occhi,


nei gesti di un uomo ormai stanco.


Gettata, piegata ai  propri interessi,


disegnata su fragili bandiere











*******


Uomo del mio tempo,


segui, di corsa, il mutamento di ciò che ti circonda,


vivi senza troppa attenzione


un presente nel quale non ti riconosci 


cerchi legami a cui non sai dare nutrimento.


Non calpestare la speranza.


lunedì 5 giugno 2006

L'è tutto sbagliato. L'è tutto da rifare.

Chissa se  Gino Bartali lo direbbe, riferendosi a quanto è accaduto tra Simoni e Basso al Giro d'Italia.


Certo qualcosa di sbagliato c'è. Il Giro d'Italia si era concluso con accuse piuttosto pesanti. Simoni dichiarava che Basso gli aveva chiesto dei soldi per lasciargli vincere la tappa dell'Aprica. Si vociferava che la cifra fosse ventimila euro.


A una settimana di distanza i toni si smorzano. Simoni viene interrogato dal procuratore generale  Armando Forgione. Simoni riferendosi a Basso dice ''Non ho mai cercato di offenderlo. Ho fatto dichiarazioni sbagliate ma non volevo fargli danno. Certe cose fanno parte della dinamica delle corse''.


L'avvocato del corridore afferma che Simoni ha smentito quanto dichiarato in precedenza. Non si è parlato di accordi nè tanto meno di cifre. In discussione era la legge non scritta del ciclismo.  In certe situazioni ci sono certi comportamenti da adottare (vedi Io ti aspetto in discesa e l'arrivo ce lo giochiamo in volata). Si tratta di errori di interpretazione.  "Ma Gilberto ha confermato l' inesistenza di accordi in termini economici. D' altra parte, intervistato a caldo subito dopo la tappa si era detto deluso ma non aveva parlato di cifre". Le cifre e la richiesta di soldi sono stati tirati fuori, a freddo, il giorno dopo alla partenza dell'ultima tappa.





L'avvocato precisa "Gilberto è un corridore, non è un esperto di relazioni, nè un avvocato. Si è trattato di una mancata 'cavalleria di corsa'." Confesso di essermi sbagliata consideravo Simoni un fine diplomatico. L'avvocato prosegue "Auspichiamo che si possa chiudere la vicenda" e parla dei successi di Simoni e della sua squadra.




Ritrattazione piena di Simoni riguado a quanto ha dichiarato, d'accordo.


Condanna? !


1 imparare a far meglio la retromarcia coadiuvato dall'avvocato. Se la lingua risulta più veloce del pensiero potrebbe essere una pratica utile il saper ritornar sui propri passi.


2 lezioni (tante)  che gli consentano  di imparare a collegare alle parole utilizzate il loro signifato in maniera rapida. Ciò gli consentirebbe rettifiche più tempestive e renderebbe sicuramente più movimentata la vita dei giornalisti impegnati a seguirne dichiarazioni e smentite.   





Auguri al futuro Papà!

domenica 4 giugno 2006

Sweet November

Novembre. Un mese, un uomo, una sfida. 


02359712Sara propone a Nelson uno strano accordo. Gli chiede un mese della sua vita. Lei si dedicherà totalmente a lui. "Un mese. Durata ideale. Abbastanza per conoscersi. Poco per evitare coinvolgimenti" Nelson pubblicitario dedito esclusivamente al lavoro pensa sia pazza, non la capisce. Poi viene licenziato, lasciato dalla fidanzata. E' coinvolto da Sara, ragazza esuberante che lo travolge con la sua voglia di vivere.  Lo ascolta gli fa fare cose che non faceva da anni o che non avrebbe mai pensato di fare. Ci sono una serie di regole da rispettare. E' il suo mese. Sara non vuole dargli spiegazione riguardo ai suoi strani comportamenti. Nelson si innamora rifiuta la proposta di lavoro di un uomo che calpesta le persone senza farsi scrupoli. Dichiara il suo amore a Sara, butta l'orologio e il cellulare per farle capire quanto è diventata importante per lui. Lei è felice e triste, la sua vita anormale non può comprendere un matrimonio. La ragazza dimostra la sua fragilità, la sua imperfezione. Sta male. Nelson scopre che è malata. Vorrebbe starle vicino ma lei non vuole. E' fuggita dalla famiglia che avrebbe voluto tenere sotto controllo la sua malattia. Si fa assistere dai suoi amici. A loro confida che avrebbe voluto dire si al matrimonio.


Nelson non si arrende rifà la sua comparsa nella vita di Sara durante la festa del ringraziamento. Le porta 12 doni che ripercorrono la loro storia d'amore. Un salame per ricodare il primo incontro. Una parrucca multicolore.  Un manuale per comprendere i propri amici travestiti. Un disco di musica romantica, un corso di ballo per insegnarle i balli lenti per cui è  negata. I gettoni del tram per fare tanti viaggi.  Bolle di sapone a ricordo dei loro bagni insieme.  Una lavastoviglie perchè sa del suo odio per il lavare i piatti. Il cucciolo che l'ha aiutata a salvare.


Si amano per una notte poi lei gli chiede di andare via. Sara esce di casa. Aspetta che Nelson scompaia dalla sua vita. Lui la insegue vorrebbe condividere la sua vita con lei, è interessato solo ad amarla. Sara è irremovile.  Nelson deve  conservare un bel ricordo di lei, il ricordo della loro storia d'amore come di una storia perfetta. Anche se la vita non è perfetta. Sara vuole che Nelson si rifaccia una vita, che abbia la felicità che merita. Nelson cede quando Sara gli comunica l'intenzione di  tornare dalla sua famiglia. La ragazza lo bacia e in ultimo, prima di fuggire, gli chiede di non dimenticarla.


Novembre, non un giorno di più, non uno di meno. Bel film. E' sweet. Dolce, triste. Non melenso.



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sabato 3 giugno 2006

Primavera

La primavera è arrivata anche in montagna. La terra si è risvegliata dopo il lungo letargo invernale.  Photo0383Photo0384_1Photo0386


       


      


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Fiori variopinti rallegrano i prati. Margherite, genzianelle, viole, narcisi stendono i loro petali al sole



Queste violette sono  cresciute tra le pietre in mezzo alla strada.  Tenaci e coraggiose hanno sfidato l'ambiente ostile e restano lì isolate quasi osservatrici di quanto le circonda.                                                Photo0381_1                                                      

venerdì 2 giugno 2006

2 giugno

Oggi si è festeggiato la festa della Repubblica. Sessantanni fa gli italiani sono stati chiamati a decidere sul loro futuro. Hanno scelto la forma di stato ed eletto i membri dell'assemblea costituente. In quegli anni era in atto la ricostruzione del paese, il faticoso superamento della guerra e dei danni che aveva causato. Le persone chiamate a varare la Costituzione hanno  cercato  di porre il bene  comune dinanzi ai propri interessi personali, facendo scelte importanti e traghettando il paese verso un regime democratico.


T01im02 Sessanti fa le donne hanno fatto il loro ingresso nelle cabine elettorali per la prima volta. Ancora oggi si parla della necessità di una giusta rappresentanza femminile nelle istituzioni. Qualche settimana fa ho seguito un interessante convegno dal titolo "Vogliamo esserci della vita sentirci una parte della storia sentirci una parte dello Stato sentirci una parte". E' stato organizzato dall'assessorato per le pari opportunità del comune di Cuneo in occasione del 60° anniversario del diritto di voto. Cuneo si sta dimostrando una città all'avanguardia nel progettare e realizzare iniziative volte a diminuire le differenze di genere.


Qualcosa si sta muovendo. Si inizia a parlare di bilanci di genere , di politiche temporali volte a tenere conto delle esigenze delle donne e della realizzazione di "azioni positive" che dovrebbero ridurre le discriminazioni. Ciò avviene anche a livello europeo dove si va predisponendo un'Agenzia europea per il genere.  Molto deve ancora essere fatto per raggiungere l'uguaglianza di genere.


Le  "quote rosa" sono un argomento di attualità, molti storcono il naso paragonando le donne a panda, animali in estinzione. Altri pensano chi merita emerge. Intanto la situazione sembra stazionaria, le donne hanno ancora un ruolo marginale. Sono ministre "senza portafoglio". Solo il 3% di loro siede nei consigli di amministrazione.   E' brutto dover parlare di "quote rosa" ma ancora più negativo  il fatto che senza queste quote, non si raggiunga naturalmente un'equilibrata partecipazione alla vita politica, sociale e economica di uomini e donne.

giovedì 1 giugno 2006

Tv. Ultima frontiera o Caduta libera?

La televisione è giunta a un nuovo stadio.


Da anni siamo costretti a veder sventolare microfoni, davanti a visi stravolti dal dolore. "Come sta signora?" "Le manca suo figlio? " "Cosa direbbe all'assassino?" Queste le domande ad hoc da sottoporre a persono prostrate e fragili.


Le persone indagate vedono quasi come una cosa dovuta  la possibiltà di andare a discolparsi davanti alle telecamere. Prove e testimonianze sono presentate come si fosse in un aula di tribunale. Il pubblico è la giuria da convincere. Litigi,   lascrime, strepiti, dichiarazioni e perizie i metodi utilizzati. Forse il televoto potrebbe diventare un nuovo sistema per esprimere sentenze veloci e rimpinguare le casse dello stato. Chissa se avrebbe successo? (questa è una battuta che vorrebbe rimanere tale)


E' di questi giorni la notizia che l'incontro tra un padre e l'assassino del figlio   è stato ripreso e sarà trasmesso su una televisione satellitare.


Non riesco bene a comprendere il senso di una trasmissione di questo tipo, quale è la sua valenza informativa. Mi sembra si cada sempre più spesso nella morbosità. Da un lato giornalisti che come bestie si attaccano a un caso, osso di cui non si deve sprecare niente. Dall'altro telespettatori che per noia, abitudione o curiosità seguono questi programmi. Il senso del pudore, la riservatezza sono doti poco apprezzate e ancor meno praticate.