venerdì 2 giugno 2006

2 giugno

Oggi si è festeggiato la festa della Repubblica. Sessantanni fa gli italiani sono stati chiamati a decidere sul loro futuro. Hanno scelto la forma di stato ed eletto i membri dell'assemblea costituente. In quegli anni era in atto la ricostruzione del paese, il faticoso superamento della guerra e dei danni che aveva causato. Le persone chiamate a varare la Costituzione hanno  cercato  di porre il bene  comune dinanzi ai propri interessi personali, facendo scelte importanti e traghettando il paese verso un regime democratico.


T01im02 Sessanti fa le donne hanno fatto il loro ingresso nelle cabine elettorali per la prima volta. Ancora oggi si parla della necessità di una giusta rappresentanza femminile nelle istituzioni. Qualche settimana fa ho seguito un interessante convegno dal titolo "Vogliamo esserci della vita sentirci una parte della storia sentirci una parte dello Stato sentirci una parte". E' stato organizzato dall'assessorato per le pari opportunità del comune di Cuneo in occasione del 60° anniversario del diritto di voto. Cuneo si sta dimostrando una città all'avanguardia nel progettare e realizzare iniziative volte a diminuire le differenze di genere.


Qualcosa si sta muovendo. Si inizia a parlare di bilanci di genere , di politiche temporali volte a tenere conto delle esigenze delle donne e della realizzazione di "azioni positive" che dovrebbero ridurre le discriminazioni. Ciò avviene anche a livello europeo dove si va predisponendo un'Agenzia europea per il genere.  Molto deve ancora essere fatto per raggiungere l'uguaglianza di genere.


Le  "quote rosa" sono un argomento di attualità, molti storcono il naso paragonando le donne a panda, animali in estinzione. Altri pensano chi merita emerge. Intanto la situazione sembra stazionaria, le donne hanno ancora un ruolo marginale. Sono ministre "senza portafoglio". Solo il 3% di loro siede nei consigli di amministrazione.   E' brutto dover parlare di "quote rosa" ma ancora più negativo  il fatto che senza queste quote, non si raggiunga naturalmente un'equilibrata partecipazione alla vita politica, sociale e economica di uomini e donne.

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