mercoledì 29 ottobre 2008

Un giorno di fuoco

- raccolta di racconti-
Beppe Fenoglio


Gallesio è il protagonista del
più grande fatto accaduto prima  della guerra d’Abissinia. Spara. Fredda il
fratello, il nipote e fugge in strada dove colpisce il Parroco. Infine si
barrica in casa. Le camionette dei carabinieri salgono su per la stretta strada della collina. A San
Benedetto si sentono gli spari che si succedono lungo il giorno. La gente si fa portare su per
assistere al fatto.


La giornata è vista con gli occhi
di un bambino, ospite della zia. Assiste
agli sfoghi dello ziastro che pensa che Gallesio tutti i torti non ce li ha se
sono vere le voci che circolano. Il fratello gli ha fatto un prestito da usuraio.
Spinto dalla moglie, ha preteso la restituzione. Quando Gallesio,  per aggiustare le cose, pensa di sposare una
ragazza che ha un inclinazione per lui e
pure delle sostanze, il parroco sconsiglia la ragazza. Così l’unione va a monte
e i campi son perduti. Lo ziastro vorrebbe andare su a vedere che succede ma la
zia non vuole. Certo, ha superato la guerra però andare a morire per una pallottola
che non si sa nemmeno chi dir grazie, non avrebbe senso. La zia non può
mandarlo nei campi a causa degli spari.


Passa una vecchia che bada a una capra,
si ferma per dire che proprio non pensava Gallesio facesse quella fine. Avevano ballato,
insieme, a una festa una quarantina d’anni prima. Non sembrava il tipo. Quanti
anni ha Gallesio? Quasi sessanta. Ma allora è un altro. Chi è Gallesio? E’
veramente importante dargli un volto? No,
la tragedia si consuma. Vede persone
curiose, preoccupate, pronte: a sfruttarla, a intuirne il finale, a
scansarsi. Si giostra nella Langa, lì
dove la nostalgia prende le forme di una corriera che ogni sera arriva da Alba,
il Bormida già sputa sangue e impedisce all’erba di crescere e lo sguardo è rivolto all’insù, almeno per
un giorno.

pagine y pagine

Ci sono libri che quando finiscono
nelle tue mani iniziano  a raccontarti una storia, la loro storia che va
al di là di quello che racchiudono e li fa essere, in qualche modo, unici. Un giorno di fuoco
- Fenoglio - stampigliato in bella vista sulla copertina c'è Einaudi Un'occasione
di lettura.
All'interno un adesivo con l'indirizzo della libreria e Scampato
all'alluvione del Ticino 7 novembre 1994.
Ho pensato che era un motivo in
più per prenderlo. E' come se avesse una vita sua, fatta di prove che ha
superato per giungere fino a me e in qualche modo anche io ho superato una
prova, incontrandolo, tra mille altri, sulla bancarella di un mercatino delle pulci.

lunedì 27 ottobre 2008

Passaggi di tempo

Philippe RImg811_2avassard ha una macchia
sulla gamba che si allarga giorno per giorno, la fa analizzare e scopre che contiene
la data della sua fine. E’ un giorno vicino, troppo. Deve sistemare le cose
per Celine.


Si trasferisce nella filiale
di L., in un ufficio uguale a quello che ha lasciato. E’ lo scenario che cambia.
L. è una città coloniale, qui Philippe incontra una giovane donna che diventa
la compagna delle sue notti, cerca una persona a cui lasciare le sue disposizioni
testamentarie, incontra Fernando Ramirez Y Nebòd, notaio, uomo privo di passioni
che conserva ricordi insufficienti a farlo addormentare.


Fernando propone,  a Philippe, uno scambio. Il tempo nuovo di uno, in cambio dei  ricordi avventurosi  dell’altro. Il tempo nuovo naturalmente vale di più. E’
un contratto, non hanno nulla da perdere. Il francese accetta. Gli incontri
avvengono a casa del notaio. Philippe racconta e mano a mano che le parola
escono dalla sua bocca, non sono più sue. Un canale dove non ci sono più i
topi, Catrame e Veleno, l’acqua preda oscura. Fernando si accorge, sorpreso,
che il contratto funziona. Ora quei ricordi sono suoi e insieme altri che ha
sono intravisto, come una risonanza, un eco che raccoglie più di quanto si
aspettava.


Philippe accumula settimana di vita, poi si ripresenta a casa di
Fernando, racconta di una creatura
avvistata in una baia, di una corrente misteriosa, fa i conti con la memoria
che lo tradisce, perde pezzi di sé. Non ricorda i termini tecnici necessari per
il suo  lavoro, come si gioca a scacchi. Continua
però a tenere una corrispondenza con un amico rimasto in Francia, condivide con lui le  incertezze riguardo il futuro.


Lo scambio
prosegue fino a quando le storie vengono narrate a due voci perché l’uno senza
l’altro non saprebbe proseguire e infine  la sensazione di un racconto onirico e amaro
in cui mancati incontri e inaspettate occasioni muovono il destino dei
personaggi in scena.


Passaggi di tempo
Andrea Ferrari
Fazi - 2007-


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giovedì 23 ottobre 2008

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Il
giovane principe decise di ascoltare. Si sedette sul trono. Dispiegò il soffice
mantello, appoggiò un gomito sul bracciolo, la testa sul gomito e chiuse gli
occhi. Poi disse: - Sono pronto.


Non
servì altro. Il vecchio precettore fece un cenno al valletto. La porta si aprì.
Iniziò una danza di storie e persone giunte da ogni parte del regno per
prendere parte a quello storico giorno, il primo dacché si ricordi, in cui  veniva data libera udienza a chiunque si fosse
presentato dinanzi al palazzo.  Una
contadina e la sua bambina varcarono la soglia per prime. Vestivano abiti vivaci,
color del sole estivo e profumavano d’erba, di fiori appena sbocciati e di
vento. Si inchinarono in modo aggraziato. (1)

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martedì 21 ottobre 2008

Un pianeta è per sempre

Forse è il caso di  organizzare una missione diplomatica e spedirla
al nord, per spiegare al Polo che la sua mania di sciogliersi è veramente
inopportuna. Ci sono la crisi mondiale, l’insicurezza globale. Non si può pensare
anche a lui. Il ghiaccio è intelligente. Gli si spiega la situazione. Si
chiede una proroga di un anno, un anno e mezzo. Dovrà pur concederla. Così un
problema è risolto.


Poi  una
bella ramanzina agli orsi polari. Hanno la pessima abitudine di farsi  riprendere, spaesati, mentre saltano da un
pezzo di ghiaccio all’atro. Egoisti, ecco quello che sono. Non capiscono che i
tempi sono cambiati e anche loro devono
riciclarsi. Prendano esempio dalle foche, il futuro è nelle pellicce.


Prima di tornare alla base, si potrebbe
fissare un incontro con i fiumi. Te li raccomando quei così lì, sembrano tanto tranquilli,  gli prendono i cinque minuti e vanno
dappertutto. Senza avvisare, stabilire turni, accordarsi sul periodo. Cribbio,
siamo in un paese civile. Non si può esondare così, dalla sera alla mattina.


Una parolina ai boschi, per
dissuaderli dall’incendiarsi quando la gente va in vacanza, dei tornado si
occupa l’America.  Fatto questo, fatto
quello, si può tornare a casa e dormire il sonno dei giusti.


Per contare i danni c’è tempo.


O no?

martedì 7 ottobre 2008

Sera

Dicono che è il momento più
difficile. Il buio si posa sulla terra e rimane solo la luce della lampada a
farmi compagnia.  La prima notte l’ho tenuta accesa.


Un paese ci vuole anche solo per starne lontano.  Perdersi
in un odore che te lo ricorda. Pensare: tornerò e sapere  che è una
promessa sul punto di scadere.


Ho provato a mantenerla quella
promessa e ora sono qui.


Provo una certa emozione.
Non  è più il mio paese. Non lo è più per nessuno ormai da molto tempo. La
strada passa tre chilometri a valle,  poi inizia la mulattiera insidiata
da rovi e sterpaglie.  La corriera mi ha lasciato alla svolta. Mi sono
incamminato, trascinando il borsone. Arrivato in prossimità delle prime case mi
sono fermato.  Tento di riprendere fiato e infine guardo.  La
giornata è serena, l’aria frizzante. I miei occhi sono pieni delle immagini che ho raccolto quando me ne sono andato. 

domenica 5 ottobre 2008

Juventus - Palermo 1-2

Toc - Toc C'è nessuno?


Se stamattina mi
avessero detto che il Palermo avrebbe vinto, avrei pensato - no, non è
possibile.


I rosanero non sono avversari facili, io però confidavo nel fatto che la Juventus, punta, in settimana,
nell’amor proprio, dimostrasse il suo valore. Dopo la partita di martedì in
Champions riagguantata per le orecchie, dopo tre pareggi, con un attacco
stellare solo sulla carta e dubbi che sembrano voragini – pensavo- ecco, adesso
fa vedere quanto vale, raschia il barile, tira fuori il carattere. L’ha fatto
tante volte, è il suo cavallo di battaglia...


Invece... No.  Oggi è andata diversamente, il Palermo si
porta in vantaggio, la Juventus
lo raggiunge, Sissoko è nervoso, i bianconeri provano il sorpasso e finiscono al palo. Si può parlare
del rigore negato a Del Piero, della sfortuna, degli infortuni. Negli occhi
rimangono le immagini di una partita opaca. I bianconeri sembrano i primi a non
crederci, prigionieri di vorrei ma non posso, incerti, quasi tramortiti. Lo
stop arriva a proposito, ora è tempo di riflettere, ritrovare condizione e
motivazioni, decidere se giocare a calcio o essere spettatori, inermi, di un
destino scritto da altri.

giovedì 2 ottobre 2008

Le ragazze di San Frediano

Vasco Pratolini con una scrittura
svelta ci accompagna nel romanzo. Primo dopoguerra, San Frediano, borgo popolare di Firenze. Aldo Sernesi è un
giovane che nella vita ha sempre saputo fare i suoi interessi pur senza schierarsi. Somiglia all’attore
Robert Taylor, le ragazze iniziano a soprannominarlo Bob, stravedono per lui
che orgoglioso percorre le vie del borgo, il suo regno, consapevole di poter
essere, solo lì, qualcuno.


Bob corteggia, conquista, gioca
con le ragazze come con il boccino del
biliardo, attento a non spingersi oltre per non incorrere nelle ire di padri e
fratelli. E’ un vigliacco. Gina, vicina di casa, amica, è l’unica con qui si spinge più in là, salvo poi
abbandonarla per dedicarsi a Tosca, figlia del borgo,
impagliatrice di sedie, sincera passionale, giovane fidanzata che vorrebbe fargli mettere la testa
a posto. Ma Bob non può scontentare nessuna quindi corteggia la sartina
Silvana, si incontra con Bice e guarda, senza rimorso, al declino di Mafalda,
vecchia fiamma, che dopo il suo abbandono si dà alla bella vita.


Le ragazze di San Frediano
sembrano aver perso il loro carattere orgoglioso. Subiscono le bugie di Bob,
vengono prese e lasciate, ignare le une
delle altre. L’autore non lesina giudizi, commenti, in questo racconto
appassionato in cui rappresenta la sua città, la sua gente, con amore e
partecipazione. Bob si sente sempre più forte, non nota i segni del
cedimento, non capisce di aver tirato troppo la corda. Le ragazze, scoperti
i suoi imbrogli, una sera, lo affrontano
costringendolo a scendere dal trono.