lunedì 27 ottobre 2008

Passaggi di tempo

Philippe RImg811_2avassard ha una macchia
sulla gamba che si allarga giorno per giorno, la fa analizzare e scopre che contiene
la data della sua fine. E’ un giorno vicino, troppo. Deve sistemare le cose
per Celine.


Si trasferisce nella filiale
di L., in un ufficio uguale a quello che ha lasciato. E’ lo scenario che cambia.
L. è una città coloniale, qui Philippe incontra una giovane donna che diventa
la compagna delle sue notti, cerca una persona a cui lasciare le sue disposizioni
testamentarie, incontra Fernando Ramirez Y Nebòd, notaio, uomo privo di passioni
che conserva ricordi insufficienti a farlo addormentare.


Fernando propone,  a Philippe, uno scambio. Il tempo nuovo di uno, in cambio dei  ricordi avventurosi  dell’altro. Il tempo nuovo naturalmente vale di più. E’
un contratto, non hanno nulla da perdere. Il francese accetta. Gli incontri
avvengono a casa del notaio. Philippe racconta e mano a mano che le parola
escono dalla sua bocca, non sono più sue. Un canale dove non ci sono più i
topi, Catrame e Veleno, l’acqua preda oscura. Fernando si accorge, sorpreso,
che il contratto funziona. Ora quei ricordi sono suoi e insieme altri che ha
sono intravisto, come una risonanza, un eco che raccoglie più di quanto si
aspettava.


Philippe accumula settimana di vita, poi si ripresenta a casa di
Fernando, racconta di una creatura
avvistata in una baia, di una corrente misteriosa, fa i conti con la memoria
che lo tradisce, perde pezzi di sé. Non ricorda i termini tecnici necessari per
il suo  lavoro, come si gioca a scacchi. Continua
però a tenere una corrispondenza con un amico rimasto in Francia, condivide con lui le  incertezze riguardo il futuro.


Lo scambio
prosegue fino a quando le storie vengono narrate a due voci perché l’uno senza
l’altro non saprebbe proseguire e infine  la sensazione di un racconto onirico e amaro
in cui mancati incontri e inaspettate occasioni muovono il destino dei
personaggi in scena.


Passaggi di tempo
Andrea Ferrari
Fazi - 2007-


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