martedì 21 ottobre 2008

Un pianeta è per sempre

Forse è il caso di  organizzare una missione diplomatica e spedirla
al nord, per spiegare al Polo che la sua mania di sciogliersi è veramente
inopportuna. Ci sono la crisi mondiale, l’insicurezza globale. Non si può pensare
anche a lui. Il ghiaccio è intelligente. Gli si spiega la situazione. Si
chiede una proroga di un anno, un anno e mezzo. Dovrà pur concederla. Così un
problema è risolto.


Poi  una
bella ramanzina agli orsi polari. Hanno la pessima abitudine di farsi  riprendere, spaesati, mentre saltano da un
pezzo di ghiaccio all’atro. Egoisti, ecco quello che sono. Non capiscono che i
tempi sono cambiati e anche loro devono
riciclarsi. Prendano esempio dalle foche, il futuro è nelle pellicce.


Prima di tornare alla base, si potrebbe
fissare un incontro con i fiumi. Te li raccomando quei così lì, sembrano tanto tranquilli,  gli prendono i cinque minuti e vanno
dappertutto. Senza avvisare, stabilire turni, accordarsi sul periodo. Cribbio,
siamo in un paese civile. Non si può esondare così, dalla sera alla mattina.


Una parolina ai boschi, per
dissuaderli dall’incendiarsi quando la gente va in vacanza, dei tornado si
occupa l’America.  Fatto questo, fatto
quello, si può tornare a casa e dormire il sonno dei giusti.


Per contare i danni c’è tempo.


O no?

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