sabato 31 marzo 2012

Spesso il male di vivero ho incontrato


Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.


Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


Eugenio Montale


giovedì 29 marzo 2012

Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Eugenio Montale

lunedì 26 marzo 2012

incipit

"Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di metter su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo."


Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi

domenica 25 marzo 2012

L'ultima volta che ho visto Parigi

Claire fugge dalla fattoria in cui è nata e si stabilisce a New York. Assume una nuova identità e Image_book.php L'Ultima volta che ho visto Parigisposa un uomo d'affari privo di scrupoli. Ha un ruolo di primo piano nella società  newyorkese e aiuta il marito intrattenendo gli uomini d'affari che sono invitati nella loro casa. Questa vita di agi e lusso si interrompe bruscamente quando un vecchio fidanzato bussa alla sua porta svelando l'inganno al marito.


Claire sa che è in pericolo, decide di fuggire a Parigi alla ricerca di Laurent con cui aveva intessuto una relazione. E' il maggio 1940 l'Europa è in guerra e Parigi è sul punto di essere occupata dai nazisti. Claire ha falsificato i documenti per poter partire, dopo un avventuroso viaggio riesce ad arrivare in città. L'incontro con Laurent è diverso da coma aveva immaginato. Claire vaga per la città con i bagagli, deve cavarsela da sola, incontra una fiorista che si offre di ospitarla e le dona lezioni preziose. L'eleganza, un bene da coltivare anche nei momenti più cupi, una forma di resistenza alla violenza che imperversa intorno a loro.


Claire  si trova a dover combattere per le persone che ama, collabora con la resistenza, rischia più volte la vita, si deve difendere e  prosegue ostinata nella speranza di rivedere l'uomo che ama. Sullo sfondo una città, dei giardini. E' forte la sensazione di percorrere le strade di Parigi insieme a Claire, la protagonista, percepirne l'incertezza e il coraggio. Mi muovevo sulle pagine avanti e indietro per sbirciare come sarebbe andata a finire. Il pensiero è andato a questo libro fino a quando non ho letto l'ultima riga. 


L'ultima volta che ho visto Pargi - Lynn Sheene - Leggere Editore


 

lunedì 12 marzo 2012

Place des Vosges

100_9555Una corolla di case. Tetti di ardesia affiancati. File di mattoni rossi alternati a strisce di decorazioni in pietra calcarea. Mi affaccio da un lato, osservo gli alberi che ombreggiano le panchine. Il verde dei prati ricoperti  a tratti di persone. Mi dirigo verso una panchina in legno verde, siedo, ho in mente un itinerario e lo dimentico.  Osservo i giardinieri che raccolgono le foglie e badano a che la sottile striscia di terra situata tra l'erba e il bordo in ferro battuto sia pulita al punto da poter far rotolare le biglie.  I turisti, con una100_4614 guida tra le mani,  si avvicinano alla statua di Luigi XIII, posta al centro, lì dove le fronde si infittiscono.  Il suono dell'acqua nuota nelle quattro fontane posate negli angoli della piazza.   Apro e chiudo gli occhi, ascolto il rumore del vento che si infila tra i rami. Mi alzo in piedi e  mi inoltro nei bassi  portici,  li percorro  alla ricerca dell'abitazione celebre. Una menzione va a Victor Hugo che visse in uno degli appartamenti ora museo. L'esilio, il dramma di una figlia morta giovane sposa, immagini inconsuete.


100_4630Il profumo di the, le mille miscele che si annidano nelle scatole di una boutique, ove una clessidra può creare  il the a misura di ognuno.   Des objets étranges e un pò solitari smarriti in una vetrina che ha le sembianze di prigione accanto a  statue rombanti e vivaci.


Poi esco dalla piazza e dai portici, ritrovo la strada, una meta ma ho  l'impressione di continuare  a restare seduta su quella panchina ove il tempo scorre indifferente e sembra di restare sospesi in una incantevole  oasi ombreggiata.