domenica 29 dicembre 2013

Come farà Babbo Natale senza la mia letterina?

La notte era scesa sulla città, avvolgendo ogni cosa, anche la casa di Mattia.
Nella camera da letto il padre russava ispirato, mentre la madre cercava un po’ di riposo sotto il cuscino. Mattia, in un’altra stanza, aggrappato a Tommy, parlava nel sonno e diceva più o meno così:  «L’hai ricevuta…la mia letterina…Babbo Natale?....l’hai ricevuta, vero?» Si zittiva, come aspettando una risposta, che non sembrava arrivare perchè dopo qualche istante  ripeteva, le stesse parole, con un tono di voce ancora più accorato.
I festoni, le luci, l’albero e il presepe erano lì, pronti ad annunciare il Natale che sarebbe giunto, in meno di una settimana. In corridoio la pendola iniziò a battere la mezzanotte. Uno, due, tre rintocchi, poi si fermò. Forse anche lei aveva sentito gli strani rumori che provenivano dal salotto. Passi felpati, parole sommesse.
 Il bel presepe, costruito sulla scrivania, vicino al divano, sembrava inquieto. Il panneggio colorato riproduceva  stelle fisse e prive di luce che si proiettavano su un piccolo borgo. C’erano l’oste, il panettiere, il falegname, il bottaio, la lavandaia, il fabbro, la pescivendola, … no! Il cesto di pesce azzurro era appoggiato sul sentiero di ghiaia ma  Lara, la pescivendola, sembrava sparita.  La grotta era al suo posto, le colline di tufo e muschio, le capre, le pecore, i pastori. Uno, due,… mancava Arnolfo. Forse qualcuno li aveva spostati…no, eccoli …stavano correndo in direzione del bordo.
-     Fermatevi! – urlò Ivan, il fabbro. Si muoveva lentamente, facendo roteare la mazza.
-         Dove pensate di andare? Fermatevi, ho detto.

Arnolfo e Lara avevano trascorso giorni interi ad osservarsi da lontano. Lui appoggiato al suo bastone, lei seduta vicino alla fontana. Si erano incontrati nel cuore della notte, quando il mondo consentiva loro di muoversi indisturbati.  Quei rari momenti non bastavano, i tentativi di convivere erano falliti. Il piccolo borgo non voleva rinunciare a lei ed era convinto che lui avrebbe dovuto rimanere sulle montagne con le sue capre. Ivan, il fabbro, si era fatto avanti per corteggiare Lara. Era un ottimo partito, la fucina garantiva un roseo futuro, però Lara lo evitava come la peste. Più lei lo scansava, più lui si faceva avanti convinto che avrebbe dovuto cedere almeno alla ragione.
Arnolfo assisteva a quel corteggiamento con fastidio e a forza di macerare cattivi pensieri, si era convinto che la fuga era l’unica soluzione.

Si muovevano con passi leggeri, sul muschio, tenendosi per mano. Pensavano di essere quasi in salvo, quando le urla di Ivan avevano squarciato il silenzio.  Arnolfo e Lara iniziarono a correre verso il limitare  del presepe. Sentivano Ivan  che si avvicinava sradicando quanto aveva a portata di mano. Si tuffarono sulla ghirlanda dorata che avvolgeva la gamba della scrivania e scivolarono giù fino a toccare terra.
A quel punto si accese la luce del salotto. La madre di Mattia avanzava insonnolita verso il tavolo, decisa a scoprire l’origine del rumore che l’aveva svegliata. Tutto sembrava al suo posto, si avvicinò al presepe. Guardò da un lato  e dall’altro. Il fabbro era isolato in mezzo al verde. Eppure l’aveva detto a Mattia di non toccare il presepe. Prese la statuina e la rimise al suo posto. Poi sbadigliò e mentre gli occhi le si chiudevano  ritornò in camera. Doveva smettere di mangiare la Bagna càuda[1] alla sera.   

L’indomani fu impiegato per convincere Mattia che la sua letterina era arrivata a destinazione. Quel anno si era deciso di spedirla per via aerea. Mattia ne era entusiasta, l’aveva visto fare in un cartone animato e si era convinto che doveva provare anche lui.  Nel parco avevano legato, la busta,  a un palloncino rosso ed erano rimasti ad osservarlo fino a quando era diventato un puntino nel cielo. Poi erano sorti i dubbi. E se il palloncino si buca prima di arrivare a destinazione? Se rimane impigliato in un ramo? Conosce la strada? Come farà Babbo Natale senza la mia letterina? Quando arrivò a quella considerazione, gli occhi del bambino erano già umidi, annunciavano lacrime copiose e capricci infiniti.  Si arrivò quindi a un compromesso. Riscrivere la lettera aggiornata di un paio di desideri dell’ultima ora e inviarla tramite posta prioritaria. Mattia quasi sorrideva mentre infilava la busta nella cassetta della posta.
I giorni successivi servirono ai suoi genitori per esaudire i desideri dell’ultima ora, fare la spesa, preparare la cena della vigilia e fu subito Natale. Nessuno si preoccupò più del presepe neanche gli amici, i familiari che, entrati in casa,  si complimentavano come sempre per lo splendido allestimento senza rilevare alcuna differenza. Il presepe stesso, impegnato nell’accogliere il bambinello, la stella cometa, i visitatori e tracciare la strada per i Re Magi sembrò dimenticarsi di Arnolfo e Lara. Restava solo Ivan a mugugnare scontento ma nessuno gli dava retta.

Giunse infine il giorno in cui fu necessario riporre le decorazioni natalizie e smantellare il presepe. L’incombenza era quasi terminata quando, la madre di Mattia, passando la scopa sotto la scrivania si imbatté in un ostacolo. La donna si piegò e fece scorrere la mano fino a trovarlo. Lo tirò fuori e rimase per un attimo a osservarlo, un uomo e una donna che si tenevano per mano – Arnolfo e Lara - un sorriso attraversava il loro volto e risplendeva negli occhi fissi. Belli Pensò la donna, mentre li avvolgeva in un foglio di carta velina per poi riporli  nella scatola del presepe destinata alla soffitta.
  


[1]
La bagna cauda è una preparazione a base di aglio, olio extravergine d'oliva ed acciughe dissalate, il tutto ridotto a salsa mediante una paziente cottura . Volendo si possono aggiungere agli ingredienti anche burro, panna da cucina, latte e noci tritate. (fonte wikipedia)