lunedì 5 giugno 2006

L'è tutto sbagliato. L'è tutto da rifare.

Chissa se  Gino Bartali lo direbbe, riferendosi a quanto è accaduto tra Simoni e Basso al Giro d'Italia.


Certo qualcosa di sbagliato c'è. Il Giro d'Italia si era concluso con accuse piuttosto pesanti. Simoni dichiarava che Basso gli aveva chiesto dei soldi per lasciargli vincere la tappa dell'Aprica. Si vociferava che la cifra fosse ventimila euro.


A una settimana di distanza i toni si smorzano. Simoni viene interrogato dal procuratore generale  Armando Forgione. Simoni riferendosi a Basso dice ''Non ho mai cercato di offenderlo. Ho fatto dichiarazioni sbagliate ma non volevo fargli danno. Certe cose fanno parte della dinamica delle corse''.


L'avvocato del corridore afferma che Simoni ha smentito quanto dichiarato in precedenza. Non si è parlato di accordi nè tanto meno di cifre. In discussione era la legge non scritta del ciclismo.  In certe situazioni ci sono certi comportamenti da adottare (vedi Io ti aspetto in discesa e l'arrivo ce lo giochiamo in volata). Si tratta di errori di interpretazione.  "Ma Gilberto ha confermato l' inesistenza di accordi in termini economici. D' altra parte, intervistato a caldo subito dopo la tappa si era detto deluso ma non aveva parlato di cifre". Le cifre e la richiesta di soldi sono stati tirati fuori, a freddo, il giorno dopo alla partenza dell'ultima tappa.





L'avvocato precisa "Gilberto è un corridore, non è un esperto di relazioni, nè un avvocato. Si è trattato di una mancata 'cavalleria di corsa'." Confesso di essermi sbagliata consideravo Simoni un fine diplomatico. L'avvocato prosegue "Auspichiamo che si possa chiudere la vicenda" e parla dei successi di Simoni e della sua squadra.




Ritrattazione piena di Simoni riguado a quanto ha dichiarato, d'accordo.


Condanna? !


1 imparare a far meglio la retromarcia coadiuvato dall'avvocato. Se la lingua risulta più veloce del pensiero potrebbe essere una pratica utile il saper ritornar sui propri passi.


2 lezioni (tante)  che gli consentano  di imparare a collegare alle parole utilizzate il loro signifato in maniera rapida. Ciò gli consentirebbe rettifiche più tempestive e renderebbe sicuramente più movimentata la vita dei giornalisti impegnati a seguirne dichiarazioni e smentite.   





Auguri al futuro Papà!

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