mercoledì 21 giugno 2006

Festa europea della musica

La notte scendeva dolcemente su Torino. Nel cortile di Palazzo Reale era disposto un piccolo palco e delle sedie rosse. Le persone ascoltavano una giovane pianista intenta a suonare con intensità pezzi di musica classica noti e meno conosciuti. Io seduta su una panchina chiudevo gli occhi. Preda di quell'aria fresca che avevo ricercato durante il giorno. Si era finalmente presentata a scompigliarmi un pò i capelli, darmi l'impressione di poter respirare. Ero tentata di lasciar percorrere ai miei pensieri il sentiero tracciato dalla musica. A tratti tranquilla e rassicurante, poi decisa, quasi martellante nello scambio veloce delle dita sui tasti.   Cupa, triste, ricorrente. Nuovamente maestosa. Un altro pezzo questa volta allegro e gioioso, intenso. Il ricordo di un film a cui mi sembra avesse fatto da colonna sonora.  La pianista era lì seduta presa dalla musica e da ciò che comunicava. Il costume quasi brillava, un piccolo faro illuminava il pianoforte.


Il concerto è finito la gente, lentamente esce da Palazzo Reale. In cielo si vede la prima stella della sera. Il grattacielo che deturpa la piazza sembra quasi bello. Una fascia blu  scende da un lato, leggermente mossa dalla brezza. Dà l'impressione delle onde del mare che si infrangono sulla spiaggia e poi tornano indietro. La piazza è piena di persone, ciclisti che attraversano di slancio le fontane. In cerca  di un pò di frescura o forse della voglia di tornar bambini. Alcune coppie  siedono sulle panchine.  Amici  discorrono godendo della serata e della reciproca compagnia. Famiglie con bambini si attardano a farli giocare. Un piccolo cane rompe la quite abbaiando con forza, senza dar cenno di volersi fermare. E' ora di tornare a casa. Un'auto passa, il finestrino è abbassato. Sento una canzone di Eros Ramazzotti. Mi accompagana per un breve tratto di strada


la nostra vita va
la nostra vita che
in cerca di un sorriso
di amore condiviso
in un mondo più pulito

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