giovedì 22 giugno 2006

Italia-Repubblica Ceca 2-0


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Oggi si è giocata la terza partita del girone E. Sono scesi in campo in contemporanea Italia- Repubblica Ceca e Stati Uniti-Ghana. Lippi ha schierato una formazione aggiornata con Grosso al posto di Zaccardo, Camoranesi a centrocampo, fuori Toni. I primi venti minuti li ho potuti immaginare solo con il pensiero. Ho dovuto sostenere un esame. Mentre tornavo a casa sbirciavo l'orologio. 15.50 scendono in campo, pensavo. 15.55 gli inni nazionali. 16.00 fischio d'inizio. Ho acceso il televisore pochi attimi prima che Materazzi segnasse il vantaggio al 26'.


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Buffon attraversa il campo di corsa per andare a far festa con i suoi compagni. La partita riprende, una serie di ammonizioni porta all'espulsione, sul finire del primo tempo, di Polak.


La ripresa vede l'Italia giocare in superiorità numerica. Gli azzurri amministrano il risultato e poco più. Qualche occasione capita ma non viene concretizzata. Al 60' Pippo Inzaghi sostituisce Gilardino. Il match continua tra cucchiai "indigesti" a causa dei crampi, colpi di tacco poco fortunati e sbagli sotto porta. Nedved è sempre in agguato pronto a sfruttare eventuali ingenuita della retroguardia azzurra. Per fortuna Buffon sembra aver costruito un muro davanti alla sua porta e quando i cechi si presentato dalle sue parti trovano un limite invalicabile. Al 87' goal di Inzaghi che scatta sul filo del fuori gioco. Dona tranquillita alla squadra che amministra diligentemente gli ultimi minuti.


Lippi dà alla squadra un 8, poi innalzato a 9 per premiarne lo spirito. Si, lo spirito di sopravvivenza penso io. E' un voto un pò troppo generoso se si considera che il migliore dei nostri è stato il portiere. Se non fosse stato per Buffon la partita sarebbe anche potuta finire con un pareggio che ci avrebbe condannato ad affrontare subito il Brasile.   Riva non ha voluto parlare di voti dicendo solo che è stato centrato un obiettivo ed è questo che contava.


Bene, cancellate le ammonizioni, cancellati i risultati. Palla al centro, pronti ad affrontare negli ottavi un'avversaria inedita: l'Australia che aveva già partecipato al mondiale tedesco del 1974.


Oggi alle quattro Torino era quasi deserta. Si sentiva la telecronaca della partita uscire fuori da qualche finestra lasciata aperta. Alle sei sventolio di bandiere. Gente a piedi, in motorino, in macchina pronta a festeggiare. Un bel colpo d'occhio e un cattivo colpo d'orecchi a causa dei clacson assordanti. Una ragazza vestita di verde oro, andando in bicicletta sventolava la bandiera italiana. La voglia di far festa c'è. Speriamo che arrivino i risultati.


Forza azzurri



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