domenica 30 luglio 2006

Indulto. Quando per loro?

Ieri l'indulto è diventato legge. Un vecchio adagio dice di "battere il ferro fin che è caldo". Mi chiedo quando arriverà il momento di varare un indulto che riguardi i milioni di cittadini italiani che non hanno commesso reati, non sono stati e non sono in carcere ma si trovano costretti, loro malgrado, a limitare la propria libertà personale. Mi riferisco a quelle persone che vivono in città nelle quali uscire di sera è pericoloso, può causare brutti incontri e ferite difficili da rimarginare. Anziani che quando sentono bussare alla porta devono  chiedersi se lo sconosciuto  che hanno di fronte è lì per aiutarli o per rubare i risparmi di una vita. Persone che passeggiando per strada di giorno vedono "magicamente" comparire una mano pronta a alleggerire la loro borsa e complicare la loro vita. Le stesse che vivono il viaggio in autobus con tensione, fanno del loro portafoglio un sorvegliato speciale da non perdere di vista nemmeno per un secondo. Persone che anche in casa non si sentono sicuri. Perdono ogni giorno un pezzo di  serenità, la fiducia nel loro prossimo e vanno avanti nonostante tutto, con dignità.  Si sentono un pò meno sicuri e un pò più prigionieri di quelle regole che si sono imposti per non correre pericoli, per essere prudenti, per non dire “me la sono andata a cercare”. Un tempo si lasciava aperto l'uscio di casa e si sapeva che nessuno sarebbe venuto a toccare nulla, ora non si può più. L'elenco dei non si può più è sempre più lungo, insistente, presente nella vita di ognuno. Una tirannia necessaria che viene imposta da una società nella quale rispettare le regole è diventato un comportamento ingenuo, spesso superfluo.

2 commenti:

  1. Ciao Pinky, concordo pienamente con te...ho scritto anche io una riflessione su questa specie di legge assurda...perchè non invitiamo i firmatari di tale legge a passeggiare la sera a San Salvario? sarebbe bello no?...
    Un bacio, Silvano ;-))

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  2. Ciao Silvano, bella idea, certo sarebbe utile per conoscere la realtà nella quale si vive. Purtroppo anche i piccoli centri non sono più molto tranquilli.
    Un bacio,
    Nadia

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