domenica 2 luglio 2006

Ciclismo. Lo spettacolo deve cambiare.

Ieri  il Tour de France è partito in sordina. Gli occhi sono puntati sui grandi esclusi. Ullrich e Basso, possibili trionfatori della Gran Boucle, sono stati rimandati a casa il giorno prima della partenza. Sono i nomi più noti di una lista di corridori esclusa dalla gara. Le domande in questo momento sono tante. La vittoria di Basso al Giro d'Italia è stata pulita? Cosa c'è di vero nelle accuse? Abbiamo creduto alla persona sbagliata? Tante le domande e ancora poche le risposte. L'indagine  è  in corso, non esprimo giudizi.


Il doping è un argomento ricorrente nella storia del ciclismo. L'inchiesta spagnola l'ha riportato d'attualità. Negli anni '50 si parlava di "bomba" un mix di sostanze che serviva a far andare più forte. Negli anni '60 un ciclista spirò su un'asperità del Tour in circostanze non chiare. Merx "il cannibale" venne trovato positivo a un  Giro d'Italia e rispedito a casa.  Lo scandalo Festina scoppiò nel 1998 al Tour con esclusione di Viranque.  Pantani  lo stesso anno era stato portato a esempio, baluardo in mezzo agli scandali. Perse la maglia rosa alla penultima tappa nel 1999 per ematocrito alto, venne investito dai sospetti. La vittoria al Tour di Amstrog nel 1999 non sembra sia stata pulita. Greg Lemon vincitore della corsa francese negli anni '80 aveva fatto scalpore, pochi giorni fa, affermando che per vincere la maglia gialla bisogna   doparsi.


Una regola che si impara da subito, andando in bicicletta, è che quando si cade ci si rialza e si riparte. Subito, senza fare tante storie. Così ha fatto il ciclismo dopo ogni scandalo, si ripartiva. Prima più lentamente poi con più sicurezza. Con la convinzione che non si sarebbe più caduti almeno.. fino alla prossima volta.


Il ciclismo è uno di quegli sport che ha bisogno, più di altri,di eroi. L' "uomo solo al comando" in grado di toccare il cuore dei tifosi, catalizzare l'attenzione dei mass media e attirare sponsor. Lo si è cercato e lo si ricerca ancora, nonostante tutto. Il ciclismo è però uno sport massacrante, praticato da uomini più forti e meno forti ma pur sempre uomini. Velocisti che sfiorano i 60, 70 Km all'ora. Pronti a infilarsi in qualsiasi buco pur di trovare il loro posto al sole, tagliare per primi il traguardo. Discesisti che mettono in gioco la loro incolumità. Disegnano traiettorie, frenano all'ultimo per guadagnar secondi preziosi. I grimpeur, gli scalatori con le loro smorfie di sofferenza rappresentano un pò l'anima di questo sport. Salgono li dove le auto arrancano. Pantani a chi gli chiedeva perchè andasse così forte in salita rispondeva che così la sofferenza dura di meno. In quei momenti quando ti sembra di doverti arrestare a ogni metro, ogni pedalata costa fatica, anche gettar via un orecchino dà la sensazione di essere più leggeri e sprona ad andare avanti.


Ora però si è perso la meta. Il doping è un fenomeno ramificato. Alcuni ciclisti dopati vengono colpiti, molti restano inpuniti. E' necessario ridisegnare  un ciclismo a dimensione umana. Percorsi con meno asperità ma fattibili senza aiuti o scorciatoie. Sacrifare un pò di spettacolo a favore della pulizia. Ha ragione Leblanc, organizzatore del Tour, quando chiede l'intervento delle forze dell'ordine. Esiste un organizzazione che lucra sulla salute dei ciclisti e suoi sogni dei tifosi. Ma non bastano i controlli. Serve la volontà di cambiare da parte di tutti i personaggi che fan parte di quell'ambiente. Serve il ritorno ai valori sportivi, a gare più modeste che permettano di applaudire il vincitore senza avere nel cuore il sospetto, il dubbio che sia un crudele inganno e non la favola a cui ci si vorrebbe aggrappare. 


Grazie per la home page!

2 commenti:

  1. Cara Pinky,
    non capisco perché, per denunciare i casi di doping, si aspetti sempre l'inizio di una corsa importante. Con il ritiro di Basso e Ulrich il Tour ha perso gran parte del suo interesse, tranne che per gli organizzatori che sognano da anni di vedere un francese sul podio a Parigi.
    Nel mio intervento sul post di Max non volevo essere sessista e nemmeno provocare. Ho soltanto riferito un dato ufficiale. In ogni caso il messaggio di una persona che tenta il suicidio non differisce da quello di chi lo attua e merita la massima considerazione.
    Ciao!
    dragor (journal intime)

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  2. Ciao Dragor, anchio non capisto, l'indagine è partita da qualche mese e solo ora si prendono provvedimenti. Secondo me non aita il Tour questo comportamento. Mi sembra cotroproducente. Mi fa piacere che ci chiariamo a proposito del post di Max. Non sapevo che fossero dati però mi sembra un pò forte l'espressione "sono maestre del tentato suicidio". Un caro saluto
    Pinky

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