domenica 16 luglio 2006

Diana: l'ultimo abuso.

Il settimanale Chi ha pubblicato la foto di Diana morente, poco dopo l'incidente sotto il ponte dell'Almà ormai 9 anni fa. Nel Regno Unito si è levata un'ondata di critiche verso una scelta che sembra dettata solo dalla voglia di vendere più copie.   Mohammed Al Fayed padre di Dodi, fidanzato di Diana, altra vittima  dell'incidente è rattristato e furioso per questa scelta che non tiene in considerazione i sentimenti di chi ha amato ed è stato vicino a Diana Spencer. I giornali inglesi deplorano il comportamento tenuto dal settimanale italiano. William e Henry figli di Diana si dicono profondamante addolorati per le foto e si appellano ai media del mondo perchè capiscano che la pubblicazione di questo materiale li ferisce, cosè come ferisce il loro padre, la famiglia e le persone che hanno voluto bene a Diana.


Il direttore di Chi  rivendica il diritto di cronaca. Le cause dell'incidente del 1997 non sono mai state chiarite con certezza. Il direttore si dice sorpreso di ricevere critiche da parte dei settimanali che avevano dato avvio al tipo di "giornalismo" applicato dal suo settimanale.


Io mi chiedo perchè? Perchè mettere le foto di una persona morente in mezzo a gossip,  resoconti degli amori, delle vacanze dei vip. Cosa spiega, che aiuto da a chiarire quanto accaduto o a conoscere meglio la persona? Dove sono la pietà, la compassione che dovrebbero far stendere un velo su queste immagini? Mi sembra tristemente normale che dei figli siano addolorati per queste immagini date in pasto alla stampa. Perchè non tenerlo in considerazione? I magazine inglesi criticano, la risposta che si coglie dal settimanale italiano è voi fate male, noi seguiamo il vostro esempio. Si, perchè pensare per una volta di dare il buon esempio, di dire stop alla mercificazione del dolore appare un utopia quando si parla di copie vendute. Quindi si prendono le foto, si mostrano rivendicando il diritto di cronaca, diritto adattabile a ogni occasione e ogni pretesto. E  avanti immergendo il tutto nell'ipocrisia. Manca l'onestà di dire -Si, l'abbiam fatto per soldi. Il dolore non ci spaventa, sappiamo come usarlo, anche la morte può far vendere, il resto non ci interessa.


Mi dispiace, mi sembra inumano.


4 commenti:

  1. non ci sono giustificazioni, se non quella ombra: quella delle tue ultime righe.
    Lo stile e la forma sono ormai impossibili da trovare.
    ciao

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  2. Ciao Montgolfier, la mia è solo un'ipotesi, però mi sembra quella che si avvicina di più alla realtà. Mi sembra brutto che non siano in grado di scusarsi o ammettere lo sbaglio, vogliono anche avere ragione. Lo stile oggi è spesso un'utopia.
    un caro saluto,
    Pinky

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  3. C'è una sola parola che si può usare in casi come questi: ed è sciacallaggio.
    Spero che i lettori di quel giornale non caschino nella trappola del voyeurismo che è stata loro tesa, e si rifiutino di comprarlo.

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  4. Ciao Pim, si è un brutto esempio di sciacallaggio, quasi una rincorsa a scendere sempre più in basso. Spero che si interrompa questa corsa al ribasso nei valori e nei messaggi proposti da questo genere di giornali.
    Un caro saluto.
    Pinky

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