giovedì 28 dicembre 2006

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A chi mi  chiede cosa ricordo rispondo "poco o nulla". Se poi mi soffermo su quella domanda, se me la ripeto lentamente mentre sono sola nella mia stanza o in strada intenta a camminare mi rendo conto di aver detto una bugia. Involontaria, però una bugia. Ricordo i passi. Decisi, costanti, quasi gridati in faccia a chi non voleva ascoltare. Mia madre mi ha poi spiegato che abitavamo di fronte a una piazza dove il sabato si svolgevano le esercitazioni militari. Forse è per questo che conservo quel ricordo. Mi ha perseguitato per anni, sempre più forte lo sentivo rimbalzare in testa mentre dormivo fino a che diventava impossibile anche solo chiudere gli occhi.

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