mercoledì 13 aprile 2011

Un senso


Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l’ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l’ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l’ha



(G.Curreri, S.Grandi, V.Rossi - V.Rossi, S.Grandi)

martedì 12 aprile 2011

Doppio.

Ordinò l’ennesimo drink.


-   Doppio.


Il cameriere fece un cenno d’assenso,  lo sguardo gli cadde sulla fila di bicchieri schierati sul tavolo, un esercito silenzioso e dimesso. Lo osservò, per un attimo, ma senza darlo a vedere. Poi si voltò   portando con sé il vassoio, l’asciugamano piegato a metà, sul braccio, e l’immagine di un uomo sulla quarantina, con una capigliatura folta, baffi fulvi  e occhi posati sul nulla; coperto da una cravatta a righe e   una giacca grigia stazzonata che si mescolava al bianco di una camicia.  Un orologio di metallo giaceva abbandonato sul polso sinistro.  Scacciò via l’immagine,  conservò l’ordinazione e si chiese quanto  sarebbe stata la mancia.


L’uomo era rimasto da solo. Il fiume scorreva poco sotto di lui. Gli uccelli si alzavano in volo, le foglie degli alberi cadevano e fiorivano in piccoli vortici. Lui sembrava ignaro del mondo,  in attesa di una risposta per cui non aveva ancora trovato la domanda. Le gambe erano abbandonate sotto il tavolo, nascoste da una tovaglia che scendeva fino a toccare terra. Le dita stringevano una sigaretta da cui si dipanava un filo grigiastro. Se la portava alla bocca, la assaporava distrattamente, poi la abbassava sul tavolo e quando sembrava sul punto di disfarsi, la accostava a un posacenere scuotendola un po’.

lunedì 4 aprile 2011

Il cigno nero

Il cigno nero  Nina (Natalie Portman) è una fragile e ambiziosa ballerina. Le viene offerta l'occasione della vita, interpretare, come prima ballerina,  Il Lago dei Cigni.   Può diventare l'etoile della compagnia di danza ma prima deve scontrarsi con la necessità di interpretare due  figure agli antipodi, la pura Odette e la sensuale Odille, accumunate dal desiderio di conquistare il principe Sigfried.  Nina vive con la madre, ex ballerina, che le rinfaccia di aver interrotto la carriera per causa sua. E' attratta dal coreografo (Vincent Cassel) che l'ha scelta e, indifferente alla sua fragilità, la tiene sulla corda sperando di ricavarne l'esibizione perfetta, necessaria per garantire il successo della compagnia. Su Nina incombe l'ombra dell'ex prima ballerina (Winona Ryder), costretta, suo malgrado, al ritiro. Ammirata  e temuta, quasi come un sinistro presagio. Nina sembra incapace di interpretare Odille. L'incontro con Lily, ballerina, rivale, passionale e istintiva quanto lei è precisa e controllata, un alter ego che la attrae e la sconvolge, segna per lei l'inizio di un  viaggio dentro di sè che la porta a far emergere un suo lato oscuro   e quando il successo sembra arriderle....


Ho avuto l'impressione di assistere a una  fiera campionaria degli stereotipi, delle fobie e delle perversioni con cui si usa dipingere il mondo della danza. La madre frustrata, la figlia cresciuta sotto una campana di vetro, le compagne di ballo arriviste, l'opposto che attrae e inquieta come il riflesso deformato di uno specchio,  il coreografo opportunista e senza scrupoli, la stella destinata a un rapido  declino,  il tutto condito con metafore a volte truculente.


L'interpretazione  è valsa, alla Portman, il premio oscar. Ora si contende con la controfigura il merito dei pezzi ballati.


La danza, un'ossessione distruttiva?  Mi sembra una visione un po'  limitata.