lunedì 4 aprile 2011

Il cigno nero

Il cigno nero  Nina (Natalie Portman) è una fragile e ambiziosa ballerina. Le viene offerta l'occasione della vita, interpretare, come prima ballerina,  Il Lago dei Cigni.   Può diventare l'etoile della compagnia di danza ma prima deve scontrarsi con la necessità di interpretare due  figure agli antipodi, la pura Odette e la sensuale Odille, accumunate dal desiderio di conquistare il principe Sigfried.  Nina vive con la madre, ex ballerina, che le rinfaccia di aver interrotto la carriera per causa sua. E' attratta dal coreografo (Vincent Cassel) che l'ha scelta e, indifferente alla sua fragilità, la tiene sulla corda sperando di ricavarne l'esibizione perfetta, necessaria per garantire il successo della compagnia. Su Nina incombe l'ombra dell'ex prima ballerina (Winona Ryder), costretta, suo malgrado, al ritiro. Ammirata  e temuta, quasi come un sinistro presagio. Nina sembra incapace di interpretare Odille. L'incontro con Lily, ballerina, rivale, passionale e istintiva quanto lei è precisa e controllata, un alter ego che la attrae e la sconvolge, segna per lei l'inizio di un  viaggio dentro di sè che la porta a far emergere un suo lato oscuro   e quando il successo sembra arriderle....


Ho avuto l'impressione di assistere a una  fiera campionaria degli stereotipi, delle fobie e delle perversioni con cui si usa dipingere il mondo della danza. La madre frustrata, la figlia cresciuta sotto una campana di vetro, le compagne di ballo arriviste, l'opposto che attrae e inquieta come il riflesso deformato di uno specchio,  il coreografo opportunista e senza scrupoli, la stella destinata a un rapido  declino,  il tutto condito con metafore a volte truculente.


L'interpretazione  è valsa, alla Portman, il premio oscar. Ora si contende con la controfigura il merito dei pezzi ballati.


La danza, un'ossessione distruttiva?  Mi sembra una visione un po'  limitata.

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