venerdì 3 novembre 2006

Bruno Lauzi

Il poeta














Alla sera al caffè con gli amici
si parlava di donne e motori
si diceva "son gioie e dolori"
lui piangeva e parlava di te

Se si andava in provincia a ballare
si cercava di aver le più belle,
lui restava a contare le stelle

sospirava e parlava di te

Alle carte era un vero campione
lo chiamavano "il ras del quartiere"
ma una sera giocando a scopone
perse un punto parlando di te

Ed infine una notte si uccise
per la gran confusione mentale
fu un peccato perché era speciale
proprio come parlava di te

Ora dicono, fosse un poeta
e che sapesse parlare d'amore

Cosa importa se in fondo uno muore
e non può più parlare di te

7 commenti:

  1. Bello. Hai ricordato un'artista nel modo migliore.
    antonio

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  2. Ciao Antonio, grazie! son rimasta colpita da quelle parole, le ho lette su un giornale che le aveva pubblicate come omaggio a Lauzi e mi sono piaciute subito, sembrano poesia.
    Pinky

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  3. Verissimo, brava Pinky (come sempre, a parte quando scrivi sulla Juve, io sono un granatissimo. Sto scherzando ovviamente, leggo anche quelli).
    Ciao
    antonio

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  4. Magari non ci crederete, ma ci provo lo stesso.
    Tanti anni fa ero un bambinetto, avevo 8 anni supergiu', sara' stato il 1966/1967.
    La mia famiglia aveva una villetta a Bardonecchia, e il mio fratellone (piu' vecchio di me di 15 anni) aveva attrezzato nella cantina la classica tavernetta, con tanto di panche, tavoli, separe', luci soffuse ed affreschi sulle pareti fatte da un bravo pittore di cui non ricordo il nome, ma che in paese era ben conosciuto.
    Un impianto STEREO di ben 10 W per canale diffondeva musiche dei Beatles, Rolling Stones, jazz, cantautori (DeAndre' in primis).
    All'epoca erano tutti diciottenni (mio fratello era del 1946), e quindi era una sorta di ritrovo giovanile.
    Panche e sedie erano ricavate da incursioni notturne nei cantieri edili tramite le asssi dei ponteggi.. Un amico muratore costrui' un piccolo banco-bar ove si servivano birre, coca-cola e alcolici vari. I tramezzini li preparava mia mamma, di sopra, in cucina, e li passava incessantemente a mio fratello; era veramente un allegro via vai di vespe, cinquecento e seicento.
    Io ero la classica peste, un bambinetto che allegro saltellava dappertutto disturbando le coppiette che volevano magari baciarsi un po' in santa pace appartati sui tavolini, tanto che a volte mio fratello urlava: "MAMMAAAAAAAA! Chiama Massimo da te che qua disturbaaaaaaaaaaaa!!!!!"
    Vicino a casa mia, a Bardonecchia, in viale Bramafan, c'era il cosiddetto "Soggiorno Militare", una specie di albergo riservato appunto ai militari, in servizio o in congedo.
    Da li' una sera venne un ragazzo. Un ragazzo coi capelli piu' folti e crespi del consentito dalla disciplina militare, in divisa. Imbraccio' una chitarra e canto' alcune canzoni.
    Mi ricordo che mi prese in braccio, ma io non lo conoscevo, e non sapevo che fare. Mi ritrassi intimidito.
    Lo rividi altre volte, nella tavernetta di mio fratello, ad intrattenere la gente, sempre gentile, simpatico, un po' basso di statura, ma quando cantava tutti rimanevano zitti.
    Mi rimasero impressi i suoi capelli, ricci, che erano gia' tendenti al grigio, malgrado l'eta' (io non avevo mai visto un ragazzo giovane coi capelli grigi). Era un militare di leva (soldato semplice).
    Era venuto in vacanza al soggiorno militare di Bardonecchia.
    Anni dopo scoprii chi era.
    Era lui.
    Bruno Lauzi.

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  5. Banjoman, perché non dovrei crederci? Anzi credo che questi ricordi diano piacevolezza al passare degli anni.
    Ciao
    Antonio (terzomillennio)

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  6. Antonio, grazie! alla Juve non posso proprio rinunciare :-)Sei gentile, mi piace leggere il tuo blog anche se sei granata. :-) In fondo sono i due voltì di una città.
    Pinky

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  7. Ciao Banjoman,
    mi sembra un bel ricordo che hai reso in maniera splendida. Lauzi è una gran persona anche per come ha affrontato il suo male.
    Pinky

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