domenica 5 novembre 2006

Morte di un dittatore. E' questa democrazia?

Saddam Hussein è stato condannato a morte. Per alcuni era una sentenza già scritta. Ora sarà chiamata a decidere la Corte d'Appello che si pronuncerà entro 30 giorni. L' ex raiss ha espresso, in caso di esecuzione capitale, la preferenza per il plotone d'esecuzione a dispetto dell'inpiccagione.


A livello internazionale non sono messi in discussione i feroci crimini di cui si è macchiato il dittatore iracheno, si è invece in disaccordo riguardo la condanna. Mentre Usa e Regno Unito si schierano a favore della condanna a morte affermando che così si applica la legge irachena,  l'Europa avrebbe preferito la pena dell'ergastolo.


Questo processo, secondo il politologo Luttwak intervistato da La Stampa, non ha soddisfatto nessuno. Troppo lungo per essere apprezzato dagli iracheni che l'avrebbero chiuso in un giorno e poco equo rispetto ai "parametri" occidentali. La Stampa ha proposto un interessante confronto riguardo i pro e contro di una condanna a morte per Saddam Hussein.


Questa condanna se eguità porterà una serie di conseguenze. Non è semplice  stabilire se prevarranno quelle positive o quelle negative. L'esecuzione di Saddam Hussein può sanare il conflitto in Irak, lenire il dolore delle vittime, aiutare Bush a vincere le elezioni? Stupisce la tempestività di questa condanna, giusto due giorni prima delle elezioni negli Usa. Potranno gli americani sentirsi più sicuri con un Saddam Hussein in meno sulla faccia della terra o l'impressione di una condanna costruita a tavolino nuocerà alla campagna elettorale dei repubblicani? Saddam potrebbe diventare un simbolo della lotta anti occidentale, far sentire ancora più spaccato il suo paese, anche questi sono aspetti da non sottovalutare.  Decidere se condannarlo o meno a morte non è indolore.


Al di là di queste considerazioni rimangono i dubbi, tanti che permangono quando si parla di pena di morte. Quando si uccide una persona messa in condizione di non nuocere sembra di eseguire più una vendetta che amministrare la giustizia. Può l'uccisione di un uomo risarcire dell'uccisione di altri uomini? Chi può legittimamente arrogarsi il diritto di decidere riguardo la vita di un'altra persona? Sono  alcune delle domande che mi vengono in mente ora che ho letto di questa condanna. Ci sono altri dittatori che operano indisturbati mentre i riflettori sotto tutti puntati sull'Irak. Non credo che sia una condanna comminata con anni e anni di ritardo a far cambiare loro modo di agire. Servono interventi decisi nei loro confronti, servirebbe più chiarezza, averel'impressione che non si muova tutto solo in base alla convenienza politica del momento. Serve giustizia e non credo possa arrivare tramite una condanna a morte.


4 commenti:

  1. Degli USA non mi stupisco, sinceramente imbarazzante la posizione inglese. L'Europa deve dimostrare la propria superiorità culturale.

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  2. Da un punto di vista pratico io credo che l'esecuzione della sentenza di morte nei confronti di Saddam sarebbe uno stupidissimo regalo fatto alla fazione Sunnita. I terroristi avrebbero cosi` un martire da sbandierare.
    Per aggirare il problema legale della legge iraquena che prevede la pena di morte si potrebbero intraprendere azioni legali nei confronti di Saddam per tanti altri crimini che ha commesso.
    A questo punto si potrebbe procrastinare la esecuzione di Saddam per almeno un centinaio di anni.

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  3. Ciao Guizzo,
    spero che l'Europa porti avanti la sua idea senza farsi influenzare. Blair si è detto contro la pena di morte
    Pinky

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  4. Ciao RR, non so se procrastinare l'esecuzione possa servire. Penso che sia difficile trovare dei modi per ritardarla
    Pinky

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