L'Italia ha affrontato, all'ora di pranzo, gli Usa. Il dream team, una squadra di extra terrestri che raramente scende sulla terra. Oggi è stato uno di quei giorni. Sono dovuti scendere sulla terra per giocare contro un'Italia indomita e coraggiosa che li ha tenuti impegnati durante tutta la partita e a tratti ha fatto sperare il colpaccio. Gli Usa hanno una media di 115 punti a partita. Tuttosport stamattiva lanciava il pronostico-speranza che il team americano non raggiungesse quota 100, così è stato. Il primo quarto ha visto gli azzurri partire in quarta, per lunghi tratti in vantaggio. Il team americano è stato sostituito in toto, hanno concluso il tempo in vantaggio di 6 punti. Il 2° quarto ha visto l'Italia in rimonta, concludere con 9 punti di vantaggio sugli americani che nel 3° quarto hanno ribaltato la situazione portandosi avanti di 7 punti. L'ultimo quarto è rimasto in bilico, per lunghi tratti incerto poi gli Usa hanno preso un vantaggio a doppia cifra e l'Italia dietro a inseguire, a far vedere, in tutto il match, che classe e bravura non sono monopolio americano. Importante il gesto di Di Bella negli ultimi minuti. E' uno dei giocatori meno alti, lontano dai 2 metri degli avversari. Ha affrontato un americano, una montagna, è riuscito a fargli perdere la palla. Stava per andarla a recuperare quando il giocatore avversario gli è franato addosso sorpreso di quel che stava succedendo. L'essenza del basket in fondo è questa, crederci sempre, fino all'ultimo sapendo che basta poco per ribaltare una partita.
Il basket si basa su concetrazione e prestanza fisica, due qualità necessarie per affrontare i 40, tiratissimi, minuti di una partita. Quattro quarti di 10 minuti. Minuti che danno l'impressione di essere ore, vedendo quante volte il risultato cambia, i frequenti capolgimenti di fronte, i punti guadagnati all'ultimo tiro. I giocatori devono trovare il modo di superare le marcature, passarsi la palla e avanzare rispettando le regole riguardo i passi, i tempi. Quando arrivano sotto canestro lì giunge il momento, si raccolgono le ultime energie per tirare e concretizzare quanto dimostrato. Attenzione agli avversari, sempre in agguato per sventare il tentativo. Parte il tiro. La parabola, lenta e poi, poi la palla si infila nel canestro posto a circa 3 metri, 2 punti. Pronti a ripartire. Spesso ciò non avviene, vedi la palla che si avvicina, pensi "entra" e invece sfiora solo il ferro, carambola lontana intercettata da un avversario pronto a sorprenderti. I tiri liberi vedono il giocatore a tu per tu con il canestro, a sfoderare il proprio sangue freddo. Quando la palla non entra, credo sia quello uno dei momenti più difficili. Si hanno dei punti a portata di mano e non si coglie l'occasione. Un brutto colpo da sopportare, si prova a reagire, andare avanti sperando che non vadano a incidere sul risultato finale. La "tripla" è qualcosa di diverso, di magico. Il giocatore distante dal canestro qualche metro che tenta la sorte, sfoggia le sue doti balistiche e tira. I tifosi quasi trattengono il fiato con la speranza di esultare. Guardo la palla che parte, la sua strana parabola e mi chiedo se è stata una buona idea, se entrerà. Quando la palla giunge in fondo al canestro rimango quasi a bocca aperta pensando bello!
un saluto da un appassionato di basket
RispondiEliminaho rimpianto di non essere uscito dall'ufficio per andare a casa a vedere la partita, deve essere stata molto intensa
Ciao Montgolfier,
RispondiEliminasono solo una profana del basket.Ho visto la partita per caso e mi è piaciuta perchè è stata piuttosto equilibrata e l'Italia per buona parte del match ha giocato alla pari degli USA. Si è stata intensa, mi dispiace che non hai potuto vederla.
Un caro saluto
Pinky