domenica 8 ottobre 2006

Italia-Ucraina 2-0

L'Italia ha giocato ieri sera all'Olimpico una partita a tratti irreale, mancava la telecronaca a causa dello sciopero dei giornalisti. Si viveva il contatto diretto con le immagioni, nessuna mediazione, parola a influenzare il giudizio degli spettatori solo un forte impatto visivo con gli spalti coperti di bandiere tricolore.  Così l'attenzione doveva essere doppia e a tratti si aveva l'impressione di stare nello stadio sentendo i rumori della partita. Il primo tempo è stato brutto, la scelta del tridente non si è rivelata convincente, gli attaccanti Toni. Del Piero e Iaquinta si trovavano spesso a giocare isolati dal resto della squadrae le occasioni create erano veramente poche. L'Ucraina si dimostrava squadra capace e volitiva che anche senza il suo asso Shevchenko  riusciva a fermare gli azzurri e proporsi in più occasioni davanti a Buffun. Il tifo era quasi inesistente, qualche fischio, qualche incitamento all'Ucraina e poco altro. Certo non si aveva l'impressione di giocare in casa.  La ripresa si apre sugli stessi toni. L'Italia si propone in avanti con poca fortuna, gli ucraini sfoderano un paio di punizioni sulle quali Buffon deve mostrare la sua bravura. Risulterà il migliore della serata. Nonostante i cambi di Donadoni la partita sembra volersi arenare su uno stanco e inutile 0 a 0. I tifosi si fanno sentire con il popopopopoporo, colonna sonara della vittoria ai mondiali e ultima risorsa, richiamo agli azzurri da cui ci si aspetta un altro gioco. Arriva al '70 il rigore che aggiusta il risultato. Oddo segna, al '79 Toni con un bel goal raddoppia e rassicura gli animi sul prosieguo della partita. Manca poco al fischio finale, gli azzurri danno l'impressione di voler far melina, una stonatura. In casa, sul 2 a 0 penso che debbano giocare fino all'ultimo secondo. Sono passati solo 3 mesi ed è giusto riportare in scena lo spirito mondiale, l'unità del gruppo. Servirebbe un tecnico più deciso e meno altalenante nelle scelte. L'Italia doveva vincere, questo è stato fatto e ora si può ripartire più sereni. Il cammino continua...

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