mercoledì 27 settembre 2006

Riflessioni

Forse è quando si vede la fotografia che ci si rende conto appieno di quanto è successo. Una vita spezzata via così, all'improvviso. Il caporalmaggiore Giorgio Langella aveva 31 anni, una famiglia che lo aspettava a casa. Durante una normale missione di pattugliamento è esploso un ordigno sotto il suo blindato.


Quando sento notizie di questo genere, la prima cosa che mi chiedo è: - Perchè non farli tornare a casa?


I soldati  rischiano la loro vita ogni giorno. Mi chiedo  se questo sacrificio, questo tragedia che si è abbattuta su una famiglia sia parte del rischio che si corre nel realizzare la missione o se sia invece  parte di un massacro che si sta compiendo contro civili e soldati nei posti "caldi" della Terra. Posti nei quali ci si dibatte senza riuscire a fare dei passi in avanti. Raggiungere una tregua, un equilibrio che permetta di non vivere nell'incertezza, con la paura sempre appiccicata addosso. Paura di una bomba, di un attentato… della fine.


Mi ha colpito il commento di Dragor "Per un morto italiano, ogni giorno nell'Irak ce n'è una cinquantina e nel Darfour qualche centinaio. Ma secondo la legge di McLurg, non contano niente..."
al post di Andrea-Entula.


La legge di Mc Lurg  prova a dare una spiegazione di come trovi più spazio sul giornale la morte di una persona vicino a noi rispetto a quella di persone che abitano a migliaia di kilometri di distanza. Non dà un giudizio di valore. Non si possono fare classifiche riguardo ai morti. Purtroppo ce ne sono tanti in Darfour e in Irak. E' necessario fare qualcosa, cercare razionalmente una soluzione. Non è  mandando avanti, allo sbaraglio dei soldati che ci si può sentire a posto con la coscienza. Una morte, soprattutto quando può essere evitata è terribile e non aiuta a alleviare le sofferenze altrui.


Bisogna agire razionalmente e se è necessario ritirarsi si deve avere il coraggio di farlo per non mettere a rischio altre vite.

2 commenti:

  1. Cara Pinky, come scrivo nel mio post, gli italiani sono cosi' assetati di benzina che in un weekend pasquale perdono più vite umane che in tutta la loro permanenza in Irak e in Afghanistan. Se ci pensi bene, essendo stato là per fare la guardia al petrolio, in un certo senso anche Antonio Langella è una vittima della strada.
    Sulla legge di McLurg mi sono espresso male. Non volevo dire che secondo la legge quei morti non contano niente, ma che la legge cerca di spiegare perché non contano niente. Responsabile è la gente, ovviamente non la legge.
    Grazie per la citazione, good night
    dragor (journal intime)

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  2. Ciao Dragor grazie a te. Mi piacciono i post che scrivi, non sempre sono d'accordo ma li prendo come un'occasione per riflettere. L'uso della benzina non è causa di morte, conta come si guida, l'altà velocità. Se si guida male, o con poca attenzione anche una carrozza a cavalli può essere pericolosa. Riguardo la legge ho capito quello che intendi dire. Secondo me spesso conta la vicinanza geografica.
    un caro saluto
    Pinky

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