domenica 3 settembre 2006

Mi piace lavorare - Mobbing

E' la storia di Anna, una donna che da sola cresce sua figlia. Ha un lavoro che le piace, un padre a cui badare e basta. Niente amicizie, niente amore. Vive per sua 03073812figlia e per il suo lavoro. Deve fare i salti mortali per arrivare a fine mese, si concede poco o nulla. Chiacchierando con la figlia Morgana scopre che il suo modello è il padre partito per un lungo viaggio. Un padre  che si ricorda a stento di spedirle una cartolina. Morgana non vuole avere figli per non dover assomigliare alla madre, la vede poco, solo la sera. Le tocca occuparsi della spesa ed essere più matura delle ragazzine della sua età. Per Anna sentire queste parole è un colpo al cuore. Un giorno, per la sua azienda si prospetta una fusione. Le sue colleghe sono preoccupate, pensano di venire trasferite o licenziate, Anna cerca di rassicurarle. La guardano con invidia, pensano  che a causa dei suoi problemi famigliari non subirà trasferimenti. Il tempo sembra dar loro ragione, poi  le cose cambiano in maniera piuttosto repentina. Anna non è più adatta a restare lì, deve cambiare mansione. Trovare fatture accuramente nascoste, ecco il suo incarico. Poi formare una possibile rivale. Si sente evitata dai colleghi, emarginata. Non capisce, ma è diventata un problema per la sua azienda. Il responsabile delle risorse umane le fa fare le mansiani più strane, si mostra irritato quando la donna chiede spiegazioni, chiede che le sia dato modo di lavorare. Il suo computer, essenziale per l'attività che svolge è rotto, non viene riparato e nessuno si offre di prestargliene uno. Contare le fotocopie che fanno i colleghi, chiedere a che scopo vengono fatte, questo il nuovo incarico. Un modo come un altro per farla considerare una spia, un controllore della direzione. Anche se fa un lavoro ridicolo che serve solo per farla allontanare dai colleghi, farla sentire inutile. Subisce battute sul suo modo di vestire, umiliazioni.  Infine Anna viene incaricata di monitorare degli operai, scoprire se ci sono dei tempi morti e se necessario riorganizzare il lavoro. Anna è spaesata, in un ambito prettamente maschile che non conosce, è costretta a svolgere un'attività non sua. Le incomprensioni, le difficoltà aumentano, fino a che un giorno la donna crolla. Depressione, sensazione di inutilità, forte e accentuata la spingono a stare a letto, trascurando tutto, curata amorevolmente dalla figlia. Riesce a riprendersi, ritorna in azienda. Riinizia quella strana, pesante sensazione. Arriva il giorno del saggio di danza della figlia, atteso e importante. La chiama un dirigente per delle comunicazioni, Anna deve ancora una volta rinunciare a ciò che le sta a cuore. Viene accolta freddamente, dopo una lunga 03073806 attesa. I suoi sospetti diventano realtà. L'azienda aveva la massima fiducia in lei, le ha dato più di una possibilità ma Anna, secondo loro ha creato solo problemi. Si rende necessario allontanarla, deve firmare una lettera di dimissioni se non loro potrebbero diventare molto più cattivi di quanto sono stati fino a quel momento. Anna rifiuta sorpresa e sdegnata dal loro comportamento. Si ricorda di aver sentito parlare di un'associazione che si occupa di difendere i lavoratori nella sua situazione. Chiede aiuto e lo riceve. Viene intentata una causa contro la ditta in cui lavorava. Vince  e ottiene un risarcimento danni per quanto ha dovuto subire: mobbing.  Anna ora è pronta per iniziare una nuova vita, parte per un viaggio, tante volte rinviato,  con la figlia che le ha sempre dato sostegno e affetto. Un nuovo lavoro l'attende al ritorno. Le colleghe non l'hanno capita, la donna che le consegna l'assegno le chiede se è soddisfatta. Ma Anna non le bada sa che può guardare con una fiducia nuova al futuro.


Un bel film, girato sul livello madre-figlia. I due personaggi, centrali nel racconto, si ritrovano e capiscono di più affrontando queste difficoltà. Morgana che deve vivere lunghi pomeriggi sola, in una città estranea dove trova punti di riferimento in un suonatore ambulante e un market multietnico. Anna costretta a affrontare le difficoltà di una madre single che subisce discriminazioni nel luogo di lavoro. Un luogo di lavoro ripreso con colori freddi, impersonali, che sanno di realtà. Perchè questo in fondo è un film reale frutto di tante vicende vissute e cucite insieme a rendere un quadro nel quale ci si può riconoscere. L'importante diventa il non sentirsi soli,  sapere che si può chiedere aiuto.



 

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