Ieri è morto un ragazzo di quasi
ventotto anni. Si è parlato di tragica fatalità, si è spiegato che il calcio non
centrava. La partita Juventus-Parma è stata rinviata I Presidenti l'hanno definito un
gesto di rispetto. Non c'era paura per l'ordine pubblico, il calcio non centrava
però il calcio si ferma. I tifosi nello stadio hanno manifestato contrarietà riguardo allo stop, i tifosi amici del ragazzo morto erano contrari a che si giocasse e minacciavano di spaccare tutto. C'è chi pur condividendo il rinvio afferma che di questo passo
si dovrebbero fermare tutte le partite. C'è il dubbio che ci si pieghi troppo spesso ai ricatti.
Dodicesima giornata, all'andata era morto
un tifoso laziale. Stop. Una serata di folle violenza. Poi si era andati avanti. Lo spettacolo deve continuare,
così il mondo del calcio ha continuato a muoversi su un filo, senza cadere pur
non sapendo perchè. Spesso si è parlato di moviola, certe volte si è trovato il
tempo di parlare di arte pedatoria. Poco, perchè il gioco del calcio è
ormai diventata per molte persone una scusa. La zona franca dove scaricare le
frustrazioni e far finta di essere in guerra. Così sentendo di un ragazzo che muore in un autogrill prima c'è lo sgomento e poi le parole. Si cerca una spiegazione, si prova a ricostruire i fatti, capire perchè. Forse si aspetta solo che il momento passi per tornare a camminare sul filo sapendo che qualche volta si cade.
Il calcio è un particolare, buono per far finta di essere in guerra. Solo che poi qualcuno muore e molti hanno paura.