Assumevano delle strane forme
d’estate. Ti stendevi sul prato, dischiudevi gli occhi e provavi a decifrarle.
Ogni volta tornati a casa con un racconto diverso. Non ti accontentavi di
provare a contarle, volevi dar loro un significato, una storia. Senza badare
troppo alla logica. Certe volte i gatti rincorrevano i cani, gli elefanti
volavano e i topolini li tenevano per l’orecchio. E poi c’era il bosco dove le
nuvole giocavano a nascondino e tu, sotto, eri pronta a riconoscerle tutte.
"...è - filosoficamente - lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra..."
domenica 9 marzo 2008
Vogliamo parlare delle nuvole?
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