mercoledì 11 aprile 2007

Primo Levi

Primo Levi è una persona
intelligente, lucida che ha vissuto l'orrore dei lager sulla propria pelle. Ho
voglia di usare il presente perchè anche se è morto 20 anni fa, leggendo quanto
ha scritto mi sembra di sentire forte la sua presenza, il suo essere qui, senza
tempo. Primo Levi lo si può incontrare nei suo libri, in quelle riflessioni
valide oggi come ieri. L'ho ascoltato  per la prima volta ieri pomeriggio, alla tv, in
un servizio che gli è stato dedicato e mi è piaciuta la persona, il modo in cui
esprimeva le sue idee.  Era in treno, stava ripercorrendo l'esperienza del
lager. Molte persone sono morte perchè non capivano la lingua. Gli ordini
venivano urlati una volta, chi non capiva, non si adeguava alle consegne
era  vittima di botte e punizioni. Era più esposto al rischio di morire.
Levi con i suoi  libri spinge a riflettere, porta avanti quella che
diventa una missione: non dimenticare.


Nella sua ultima opera  I sommersi e i
salvati 
scriveva delle SS, dei custodi:  "erano fatti della
nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti,
mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il notro viso, ma
erano  stati educati male. Erano, in massima parte, gregari e funzionari
rozzi e diligenti: alcuni fanaticamente convinti del verbo nazista, molti
indiffrenti, o paurosi di punizioni, o desiderosi di fare carriera, o troppo
ubbidienti. Tutti avevano subito la terrificante diseducazione fornita dalla
scuola quale era stata voluta da Hitler e dai suoi collaboratori, e completata
poi dal Drill delle SS."


Quanto è difficile portare avanti il ricordo, convivere con il dubbio di non essere creduto.

2 commenti:

  1. "I sommersi e i salvati" è un'opera di grande spessore e insegnamento, credo che a lungo termine sarà ricordata più questa che "Se questo è un uomo", testimonianza a caldo ma meno matura, e meno ricca di insegnamenti per l'oggi della sua opera ultima.

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  2. Biz, penso che sia importante leggerli tutti e due. "I sommersi e i salvati" è una riflessione matura che va oltre l'esperienza dei lager nazisti e scandaglia l'animo umano. Mi sembra meglio leggerlo dopo aver affrontato "Se questo è un uomo" riflessioni a caldo ma lucide e importanti. In modo da consentire al lettore di seguire meglio l'evoluzione nel pensiero di Levi
    Pinky

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