A ciascuno il suo p. 151 (1966)
Leonardo Sciascia
Adelphi
L'ho letto un paio di settimane fa. Mi sono resa
conto, un pò delusa, di non averlo amato. Anche se è il
capolavoro di Sciascia.
Tra le migliori pagine che ha scritto, pagine di alto valore civile. Leggendo
queste recensioni mi sento quasi in colpa, come se avessi sbagliato qualcosa.
Forse non era il momento giusto, forse non ho saputo cogliere l'occasione. Ho
provato a chiedermi quando si è sciolto il filo che mi legava a questa storia e
il libro è diventato uno scomodo ospite del mio comodino, una lettura da
rimandare di sera in sera. Non ho trovato una vera risposta.
E' il terzo libro che leggo di questo autore.
Prima era venuto Il giorno della civetta poi Una storia
semplice (cliccando qui
potete leggere le mie impressioni) due libri letti d'un fiato. Non si concludevano con il
lieto fine. La realtà spesso non lo prevede. I "cattivi" non
vengono puniti e i "buoni" non ricevono la giusta ricompensa.
Nonostante questo, in quei due romanzi io intravedevo la speranza e una lotta
che sarebbe continuata, una ricerca di giustizia che non si spegneva a contatto
con l'ingiustizia. Anche quando sembrava avere la peggio.
In A ciascuno il suo ciò non avviene, si compie un viaggio
nell'abisso, nell'ambiguità dell'animo umano. Un piccolo paese, all'apparenza
normale, dove le verità di comodo celano intrecci e segreti. Una lettera
minatoria al farmacista Manno, forse uno scherzo. Cruda realtà, quando il giorno
di apertura della caccia il farmacista e il dottore, suo amico, vengono
uccisi. I cani giungono a darne l'annuncio in paese. Manno che fino a quel momento era
una brava persona, diventa oggetto di curiosità, di dubbi. Si, qualcosa deve
avere fatto per meritare quella fine. Questo è il pensiero comune. Tic tac tic
Tac una lettera basta a distorcere l'immagine di una persona, a farne un
mostro anche agli occhi di sua moglie.
Il timido e dimesso professor Laurana inizia a
indagare, scopre chi è il vero bersaglio, quale è il movente.
Decide a quel punto di tirarsi indietro, prova a tornare a una vita
normale, più prudente, casa e scuola a riempirne le giornate. I sensi risvegliati
durante l'indagine sono la sua condanna. Il suo rischio non calcolato. La
verità rimane sommessa e silenziosa, sussurata a mezza voce da chi sa e
non può fare a meno di parlarne. Laurana? "Era un cretino" di
getto, senza pietà ne rispetto queste parole concludono il romanzo.
Cosa rimane al lettore? Disgusto, disamore per il
genere umano, diffidenza, la sensazione di non poter salvare nessuno. Questo
romanzo è buio, l'animo dei personaggi ne condiziona l'atmosfera.
Ottimo il film di Petri, con Gian Maria Volonté e Irene Papas.
RispondiEliminasottoscrivo Pim
RispondiEliminapinky, cambia genere :)
sono convinto che la "fatica" del leggere sia sempre ricompensata da una crescita. Magari non se ne vedono subito i risultati: ma che diamine, anche una pianta ha bisogno di tempo per prendere il meglio dal concime...
RispondiEliminadipende dal tipo di concime, kincob... per dire, nel caso di Dacia Maraini propenderei per una definizione "organica" di concime.. :)
RispondiEliminaCiao Pim,
RispondiEliminagrazie per il consiglio, spero di vederlo presto
Pinky
Ciao Kincob,
RispondiEliminami piace il tuo ragionamento anche se so di non riuscire,spesso a metterlo in pratica. Buona parte dei libri ha una sua funzione nella crescita delle persone . Però oltre a questo c'è l'amore, la passione per una storia che ti fa rileggere il libro più volte, personaggi che sembrano uscire dalle pagine. Questa scintilla spesso non scocca.
Pinky
Ciao Anecòico,
RispondiEliminapersisto :) e alterno con qualcosa di più spensierato
povera Dacia ;)
Pinky
Il mio preferito di Sciascia è Il consiglio d'Egitto.
RispondiEliminaCiao
Ciao Guizzo,
RispondiEliminaè un libro che non conoscevo, ho provato a cercare la trama su internet mi sembra interessante la trama. Grazie per il consiglio!
Pinky
mi associo al "povera dacia" (anche se non ho letto mai nessun libro suo e dagli articoli che pubblicava le sue idee e le mie erano all'opposto. però le riconosco il coraggio di esprimere idee anche scomode, cosa che non sempre tutti fanno - io per primo). L'amore per una trama è una condizione sine qua non per sentirla propria - e accelerare la lettura dell'opera: però penso che funzioni come con le conoscenze. Ci sono persone importantissime e persone meno, ma da tutte qualcosa di buono si può estrapolare...
RispondiEliminaBene, dopo aver detto questo, suggerimenti per invogliarmi a leggere i malavoglia...!?!
Ho la fortuna di conoscere personalmente Leonardo Sciascia. Una persona eccezionale. Una mente raffinata che aveva come punto di riferimento l'illuminismo e la tolleranza.
RispondiEliminaL'ho letto tutto. Se leggerai il suo ultimo romanzo "Il cavliere e la morte" vedrai come aspettasse la fine con grande dignità.
Hai visto la versione cinematografica di "Una storia semplice"? Grande interpretazione di Gian Maria Volontè.
Buona serata
Fino
Fino grazie per il consiglio. Sto leggendo Sciascia a poco a poco, mi piace il suo stile. Questo romanzo è quello che mi ha convinto meno
RispondiEliminail film purtroppo non l'ho ancora visto.