sabato 21 giugno 2008

Tuchia - Croazia 4-2


L'attimo
è fuggito
 


La
Croazia

segna al 119’ minuto. Sembra pronta la festa.
Klasnic, autore del goal,  ha subito il trapiantato di reni. Quindi anche
fiaba a lieto fine. Un minuto più recupero. Dopo 140 secondi  Senturk,
circondato da 3 giocatori croati, riesce a dare la zampata vincente, il pallone
parte e la sua parabola finisce in rete. Incredulità, gioia e disperazione.
Nello stesso stadio, tutti insieme. Il CT croato si lamenta per non aver potuto
fare  la sostituzione, per il tempo che gli sembra fosse già
scaduto.  Il gioco non riprende, fischio finale. Rigori: agognati,
famigerati, volubili. Buoni per scrivere la parola fine. A quel punto si
potrebbe fermare il tempo, il risultato è già scritto sui volti dei giocatori.
Non serve una particolare abilità per leggerlo. Dallo scambio di botte
psicologiche consumato negli ultimi minuti



la
Croazia

ne esce distesa sull’erba con le mani in testa, lo
sguardo rivolto al cielo, un come è potuto succedere a rapire i suoi
pensieri. Non sembrano avere la forza per pensare a chi dovrà tirare i rigori,
alle strategie, alla concentrazione necessario per l’impresa. Restano lì
sconsolati, privi di energie, già consapevoli di come andrà a finire e incapaci
di opporsi. I turchi, i turchi. Ormai sembra si siano specializzati. Gli ultimi
minuti sono cosa loro. Prima il goal della vittoria con

la Svizzera

, poi il
risultato ribaltato con i Cechi, infine ieri. Neppure il tempo di pensare che
la sconfitta dista un paio di minuti. Subito in avanti, subito concreti. Quei
minuti ci sono, nulla è ancora deciso. Prima il goal, la gioia, il fischio
finale poi intorno al loro CT grintosi, attenti a non perdere una parola. E’
tutto ancora in gioco e loro vogliono esserci, senza rimpianti. Consapevoli del
loro vantaggio.


Croati e turchi si danno il cambio sul dischetto
del rigore. I blu sembrano voler finire in fretta, il dolore è troppo grande,
il risultato già scritto. Un paio di tiri fuori e uno parato dal portiere
avversario pongono fine alla questione. Sui loro volti c’è spazio solo per la
rassegnazione.


I rossi sono allegri, si giocano una
semifinale di europeo però si mostrano sicuri, tranquilli. Dischetto – palla -
goal. Regolare, quasi scontato. Così hanno vinto e i giornalisti li hanno
ribattezzati: variabile impazzita di questo europeo. Avanti il prossimo. Tocca
alla Germania. Occhio agli ultimi minuti, non si concedono sconti.


Nessun commento:

Posta un commento