mercoledì 11 giugno 2008

Stand by

 


Riempiva la sua casa di vecchie
cose, senza far caso alla moda o al valore. Certe stanze contenevano più di
quanto sarebbe stato necessario. Entrarvi era un pò come un viaggio, ove la
meta, certa, veniva resa più misteriosa dal percorso a ritroso che si doveva
compiere.


 



Restava nell'ombra anche per ore, vicino alla finestra che dava sulla strada.
Da un lato il suo mondo che 100_8684
faticava a ricordare, dall'altro lato un mondo che
non lo incantava pìù.
Raramente sbirciava oltre il vetro. Qualche volta la sera,
quando i lampioni si accendevano e le persone diventavano formiche, intente
ognuna a uno scopo, gli veniva voglia di uscire. Si vestiva con gli abiti della
festa, faceva la riga di lato e poi la nascondeva sotto il cappello. Infine
scendeva, faceva un cenno alla portiera ed era in strada anche lui. Il tempo di
percorrere da parte a parte il marciapiede, assaporare l’odore acre di smog,
farsi strillare per averci messo troppo ad attraversare. Rifaceva la scala, con
il  giornale fresca di stampa in mano e negli occhi, ancora per un attimo,
le immagini  che aveva vissuto. Si sistemava in poltrona dava una scorsa
ai titoli, solo un pretesto, poi si muoveva per fotografie, da una pagina
all’altra scrutando i volti, le pose, gli abiti. Seguendo un percorso solo suo
giungeva all’ultima, senza averne saltata nessuna. Infine appoggiava i fogli
sul tavolino, compagnia di quelli vecchi.


Al
resto pensava la donna a ore che aveva assunto quando si era trasferito nel
appartamento. La sentiva brontolare fin dal mattino, si annunciava girando la
chiave nella toppa. Accostata la porta, s’andava a cambiare nello stanzino. Lì
finiva la pace.

Nessun commento:

Posta un commento