mercoledì 24 maggio 2006

Carmen

Galeotto fu l'articolo e chi lo scrisse...


Questa mattina ho letto, su City che  era in programma al Cinema Massimo: "Carmen", film muto del 1915, diretto da Cecil B. DeMille. 


La presentazione era sicuramente accattivante. Film assente in Italia dal 1991.  Ispirato al racconto di Merimée perché i diritti dell'opera di Bizet erano troppo cari. Accompagnamento musicale dal vivo di Alma Flamenca.


Incuriosita ho deciso di andare a vederlo. Arrivo al cinema intorno alle 21. Fila allo sportello. Un cartello  indica, sala 3 (dove il film è poi stato proiettato) esaurito. Ho pensato di dover rinunciare a quello che si prefigurava come un piccolo, grande evento. Arriva poi la notizia che  eccezionalmente ci viene data la possibilità di entrare essendo prevista un'unica proiezione.


Sala gremita, mi sistemo pronta a vedere il film. Entrano i musicisti. Breve presentazione del film, restaurato dalla Gorge Eastman House. Si spengono le luci. Inizio. La musica e le immagini si fondano in una danza emozionante.


Una barca carica di merce giunge a riva. I contrabbandieri devono farla entrare in città. Il passaggio è sorvegliato dal soldato Don José che non sembra voler scendere a compromessi. Il carico viene portato nell'accampamento degli zingari gitani.


Carmen si offre di intervenire per distrarre il soldato. La donna si reca in città e inizia a conquistare Don José. Di giorno lavora alla fabbrica di sigarette, piuttosto svogliatamente.  La notte balla al Pastia dove incontra un torero che le propone di andare a Siviglia. Ma non è tempo di fughe. Carmen deve distrarre il soldato per far passare la merce. Il piano scatta, la notte stessa, Carmen va a trovare Don Josè. Lo convince a allontanare i soldati e a tacere, per amor suo, riguardo il contrabbando.


Il giorno dopo Carmen riceve la sua ricompensa. Va nella fabbrica per non destare sospetti, li litiga con una compagna di lavoro e la ferisce. Viene arrestata, Don José la porta al Pastia dove la ragazza vuole parlare con lo zio. Qui il soldato per proteggere Carmen uccide un suo compagno d'armi. Lei fugge.


Don José su consiglio dei contrabbandieri viene condotto dagli zingari. Disertore e assassino è accolto tra loro ma scopre sorpreso che Carmen non lo ama. Folle di gelosia le afferra il collo, viene richiamato, deve andare a parlare con il capo degli zingari, fa in tempo a metterle un anello al dito.


Intanto Carmen organizza la fuga, e tramite una ragazza fa pervenire a Escamillo, il torero un messaggio, acconsente a fuggire con lui. La zingara si legge le carte, le predicono che morirà. Nonostante l'oscuro segnale parte insieme al torero.


Quando arrivano a Siviglia  vengono accolti festosamente dalla gente. Si vestono elegantemente e si recano all'arena. Non sanno che Don José li ha seguiti. Inizia la corrida, ogni gesto del torero è seguito da un omaggio alla bella zingara seduta in prima fila.


Un uomo avverte Carmen che don José  e in attesa fuori pronto a uccidere Escamillo. La zingara decide di incontrarlo per cercare di fargli cambiare idea. Don Josè le dichiara nuovamente il suo amore. Lei riafferma il suo diritto di dare e prendere l'amore come vuole, queste sono le sue regole. Lui dice che se non sarà sua non sarà di altri, tira fuori un pugnale e la uccide, Carmen rivendica il suo essere una donna liberà mentre sta morendo. Don Josè  solo in quel momento si rende conto di quanto ha fatto. Decide di togliersi la vita, poggia le labbra su quelle di Carmen e si uccide.


Dietro, la porta si apre, ne esce Escamillo vittorioso che osserva con orrore la scena. Qui finisce il film.


La protagonista  è Geraldine Farrar, cantante lirica  al suo esordio cinematografico. Altri interpreti Pedro de Cordoba, Fallace Reid. Molto espressiva la loro recitazione che risulta un pò accentuata essendo un film muto. Credibili nel ruolo, emozionante il finale. I volti, alcuni in particolare danno l'impressione di essere molto attuali. Fa un pò effetto pensare alle prime persone che hanno visto il film 90 anni fa, a quante cose sono cambiate rispetto a allora.


Cartelli con le battute in lingua originale. Sottotitoli in italiano.   Mi ha sorpreso il cambio di colore della pellicola, azzurra al momento dello sbarco. Rosa quando entra in scena Carmen. Classico bianco e nero per le scene nella fabbrica. Gialla nelle scene girate all'interno del Pastia. Rossa quando la zingara leggendo le carte scopre che morirà. Una serie di colori diversi a segnare quasi un distacco tra le scene. Indicano il cambio di ambiente, in qualche caso d'atmosfera.


Molto bravi i musicisti, bella la musica che accompagna e sottolinea i passaggi del film. Veramente suggestiva. Rende la visione unica. Adatto il flamenco a rappresentare i forti sentimenti che  rivivono sullo schermo.


Vedendo film come questo ci si rende conto di come le parole, in qualche caso, risultano superflue. Immagini e musica riescono a far rivivere le emozioni della storia, rendendola essenziale e dando la possibilità allo spettatore di concentrarsi sull'impatto  visivo, come su un quadro di cui cogliere ogni  particolare.

7 commenti:

  1. Si, ma almeno in questo caso l'effetto è stato positivo. Son contenta di aver visto il film :-D

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  2. uhm..perchè in quale altro caso l'effetto non lo è stato? puoi anche non rispondere...:D

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  3. Direi che nel caso di Paolo e Francesca il libro sia stato un pò pericoloso negli effetti.:D
    tu a chi pensavi?

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  4. ho frainteso la frase..credevo che qualche mostra o visione cinematografica scoperta in qualche articolo ti avesse deluso..per quello ho chiesto in quale altro caso! scusa..:D

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  5. Son io che ho frainteso scusa. :-D Un film che mi ha deluso anche se non l'ho visto al cinema è "Non ti muovere" Le aspettative erano maggiori rispetto a quello che ho provato vedendolo.

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  6. :D..mi dispiace non averlo visto, non posso esprimere un'opinione, ma approfondirò e saprò dirti

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