lunedì 18 giugno 2012

Biscottificio azzurro

Ora che l'Italia ha passato il turno possiamo dirlo, a volte riusciamo  a essere ridicoli. Lo sponsor 6a00d83451ca6769e20163065acc28970d-120wiSharp  chiede "Quanto sono emotivi gli italiani?"  Troppo.  Emotivi, complottisti incapaci  di fare autocritica e di comprendere quando è meglio tacere.  I giocatori azzurri non avevano ancora finito la doccia dopo il match pareggiato con la Croazia e già i giornalisti   vaticinavano un possibile biscotto fabbricato da  Spagna e Croazia. Si dava per scontata la vittoria con l'Irlanda -  questa sera abbiamo visto quanto il risultato è stato  incerto fino al novantesimo - lamentando che poteva non bastare per passare il turno. Suona stonato accusare gli altri di pratiche che, stando all'indagine sul calcio scommesse, in Italia sembrano pratica comune quanto indigesta. Non si può guardare la pagliuzza nell'occhio del vicino se non si riesce a riconoscere la trave nel proprio.


Gli Azzurri sono abituati  a dar via le chiavi del proprio destino, aspettare che un'altra squadra (vedi Spagna) faccia il proprio dovere, vincendo anche quando non le è strettamente necessario (in bilico era il primo posto del girone),  per poter guardare avanti e sperare nel futuro. Il tiriamo a campare non è una mentalità da grande squadra.

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