mercoledì 12 novembre 2008

La macchia

- Hai ragione questa storia non centra.


- Su parliamo d’altro.


- Ma…


-Vedi quella macchia laggiù ?


Indica con la mano un
punto del muro ove si intravede un alone scuro.


- C’era prima che arrivassi qui. Ricordo
il giorno in cui sono entrata con l’agente
immobiliare. Il tour delle stanze. Luminose. Spaziose. -Tutto bello, tutto un
affare quando leggi quei cosi che ti presentano, poi… – Era il terzo
appartamento che vedevo quel giorno. Il decimo della settimana. Non ne potevo
più. Vivevo un periodo frenetico, avevo bisogno di cambiare e in fretta ma non
volevo accontentarmi. Lo so anche io che una casa non è per sempre ma i
traslochi sono una sfacchinata che detesto.


Come ti dicevo, sono entrata, era
verso sera, ho visto la cucina, il giardinetto su cui affaccia, il sole che
stava tramontando e … quella macchia.


Ecco, lo so che è stupido, però mi
sono innamorata anche di lei. E’ parte di questa casa.  Il segno che è viva, ha una sua storia. Anch’io
che sono quida quasi tre anni ho iniziato a farne parte. Se un giorno me
ne andrò, ci saranno comunque dei segni di me, che si sommano a questo.
Mi sono chiesta spesso come hanno fatta a farla, proprio
al centro del soffitto. Tu hai qualche idea?


- Stavano girando una frittella.  I bambini, era domenica mattina, volevano fare
una sorpresa ai genitori preparando  la
colazione e… patatrac: il fattaccio. In
punizione per una settimana, le urla  rimbombano tra i muri. La madre che trascorre
ore a…


Lo dice in modo così serio e
compunto, quasi che la spiegazione sia quella e lei abbia assistito alla scena.  Non fa in tempo
a finire e scoppiano a ridere, insieme, fragorosamente.

2 commenti:

  1. Una spiegazione poetica. Io ne ho un'altra, da quando ho alzato gli occhi sul soffitto del mio salotto.
    Muffa.

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  2. grazie
    la realtà purtroppo è meno poetica..;)

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