Apprezzo sempre di più la
professionalità nelle persone che incontro. Se è vero che nessuno nasce
imparato, penso che imparare dovrebbe essere il mestiere di ogni giorno da
praticare con passione.
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"...è - filosoficamente - lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra..."
Apprezzo sempre di più la
professionalità nelle persone che incontro. Se è vero che nessuno nasce
imparato, penso che imparare dovrebbe essere il mestiere di ogni giorno da
praticare con passione.
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- Parigi
- Ladri si sono introdotti di notte, nella casa della nipote di Picasso e
hanno rubato due quadri del pittore, valore stimato 50 milioni di euro.
Le opere sono
la "Maya à la poupée", che ritrae la figlia del pittore, e un
ritratto di Jacqueline, sua seconda e ultima moglie. Sono partite le
indagini, condotte dalla polizia transalpina, si ipotizza un furto su commissione.
Meraviglioso il bambolotto, sono rimasta incantata a osservarlo.
Foto tratte da www.tgcom.it
Se ci viene voglia di cantare canteremo
proviamo a crederci e poi vedremo
Se ci viene voglia di cantare canteremo
perchè Sanremo è Sanremo
Questo motivetto mi rimbalza in testa da
stamattina. Il festival debutta oggi. Dopo settimane nelle
quali ha
conquistato sempre più spazio in tv e sui giornali, il "grande
giorno" è arrivato. Siete pronti? Forse o forse no. In fondo non si è mai
pronti. "Ancora?" Anche se il festival è lì da 57 anni,
da quando c'è la televisione e anche da prima, riesce
lo stesso
a coglierci impreparati. Inizia così una settimana di zapping alla
ricerca di alternative che non si trovano per poi tornare là dove tutto era
iniziato: a Sanremo. "La nuova scenografia, i fiori ci sono? Michelle
che abiti indosserà? E Baudo, sarà il solito Pippo nazionale? Cerimoniere
di un rito collettivo che sembra irrinunciabile?" Chissà. La prima sera
le canzoni suonano ancora estranee, quasi stonate. Bisogna farci
l'orecchio: alle scelte della commissione e a stili diversi, senza un
filo che li leghi.
La
seconda serata ti scopri a cantare qualche strofa, calato nel clima
festivaliero e nella serata eterna. La terza giunge il momento della crisi. "Finirà?" La domanda inizia ad
assillarti
mentre
per l'ennesima volta ascolti la sigla e vedi un Baudo
festante che ti accoglie come se non avesse mai
fatto altro nella vita. Michelle e
Pippo. Pippo e Michelle. Gli abiti, le canzoni, gli applausi. Gli applausi, le
canzoni e gli abiti. "C'è stato un
tempo in cui non c'era Sanremo? No, impossibile". Prima che tu
ti renda conto arriva il sabato. Hai già le tue canzoni del cuore, il tuo
vincitore e ti sei scelto pure la riserva. Vivi la serata finale in attesa, tra
un esibizione e l'altra, del risultato.
Quando stai per mollare, causa sfinimento, giunge all'una o giù di lì, la
proclamazione del vincitore. Il leone e la palma, l'assessore e il consigliere,
facce stanche ma felici. Il tutto condito con qualche polemica. Si spengono le
luci, le ultime note si disperdono nell'aria e a te sembra già che ti manchi.
Un anno di attesa è troppo.
Non ti preoccupare, tempo una nottata e la
nostalgia sarà dimenticata. E' solo indigestione.
Perchè Sanremo è Sanremo ...ed io
non ci rinuncio.
Thea è vissuta tra i 14.000 e gli 11.000 anni fa
in Sicilia. Era alta 1,65 metri. Aveva circa 30 anni. Una donna matura
per l'epoca che probabilmente ha condotto una vita sana. Il suo scheletro
è stato rinvenuto nella grotta di San Teodoro ai piedi di monte San Fratello,
sopra Acquedolci,nel
1937,
in
La nostra antenata non ha un aspetto
affascinante, ciò che più mi colpisce però sono gli occhi tristi di
una donna che ha l'aria malinconica e rassegnata. Chissà cosa le è successo..
Provare a immaginare la sua vita diventa quasi un
gioco lasciato alla fantasia. Accanto a lei sono stati rinvenuti gli
scheletri di quattro maschi e due femmine. Un piccolo gruppo che ancora non
conosceva l'agricoltura. Raccoglievano frutta e verdura. Cacciavano
con armi di selce, dello stesso materiale erano fatti gli utensili. Erano
sempre vissuti in quelle grotte? Forse no. Forse quello era solo l'ultimo dei
ricoveri di questi individui che si spostavano alla ricerca di cibo e vivevano
in condizioni difficili. Un piccolo gruppo che poteva avere legami di parentela
e forse si era momentaneamente separato da un gruppo più grande,
impegnato nella dura arte di sopravvivere e in un evoluzione di cui noi
siamo figli.
Le guerre generano mostri, questo però non basta
a spiegare ne a giustificare gli atti di violenza compiuti in Irak. Su La Stampa del 24
febbraio un articolo aveva per oggetto la condanna di un soldato americano a
100 anni di carcere. Era uno dei quattto soldati che hanno preso d'assalto una
casa civile, dove a turno hanno violentato una ragazzina di 14
anni. Poi un altro soldato ha ucciso tutta la famiglia: padre,
madre e due figli. Infine la casa è stata bruciata e con lei le prove
dell'efferato massacro. La condanna a 100 dovrebbe rassicurare sul fatto che
questo giovane di 23 anni trascorra tutta la sua vita in carcere, in realtà tra
10 anni potrebbe beneficiare della libertà condizionale. E' una notizia
orribile, si fa fatica a pensare che uomini possano spingersi a compiere
delitti così assurdi e crudeli
Si era iniziato con la missione enduring freedom
(libertà duratuta), l'intenzione dichiarata era quella di esportare la
democrazia. Ora si fatica a tenere conto dei morti, sempre più numerosi.
Pace e accordi sembrano obiettivi passati in secondo piano. L'America deve
vincere e per farlo non esita a chiudere un occhio arruolando soldati con
precedenti penali o che in passato hanno avuto problemi con la legge.
Tutto "materiale umano" utile alla causa e questo forse basta a
tacitare i dubbi sui soldati che rappresentano gli Usa in terra d'Irak.
Mi chiedo come sarà il futuro e quando gli
iracheni potranno avere un pò di pace. E' difficile trovare una risposta.
In questi giorni sono intervenuta poco a causa di problemi con l'antivirus. Ho dovuto fare tabula rasa e scegliere cosa portare con me. Ora sto reinstallando i programmi e provo a mettere un pò in ordine. Pronta a ricominciare!
Per fare un vestito da Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano,
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese e dottorone:
"Ti assicuro, te lo giuro
che ti andrà bene il mese venturo,
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta".
G.Rodari, "Filastrocche in cielo e in terra"
Mi è venuta in mente questa sera,
pensando al carnevale, l'avevo studiata alle elementari e le sono sempre
rimasta affezionata. Ho cercato nella rete ed eccola qua. Rodari è l'autore,
bravo a raccontare l'allegria delle parole. Un artista.
Film diretto da Alfred Hitchcock nel 1964. I protagonisti sono Sean Connery e Tippy Hedren. Vedendolo mi è venuta voglia di scrivere questo post.
-No, non mi posso fermare. La mano
si muove sicura nel cassetto, sa cosa deve cercare. Un brivido mi scuote la
schiena quando sfiora qualcosa di metallico. Ho visto tante volte la chiave in mano alla segretaria.
La combinazione la conosco. Un gioco stupido e indolore, prendo quello che mi
serve e via. Una nuova vita e nuove persone da ingannare. Devo pur vivere. Sono
brava, la fantasia mi ha sempre aiutata.
Mary Smith non esiste. E’ un nome
senza passato e senza futuro, banale la
sua storia di povera
donna in cerca di fortuna, l’aria tranquilla e efficiente che
traspare dai suoi gesti. Onesta. Si, perché no? Onesta. Questo basta per non
correre pericoli.
Chiudo lo sportello. Rimetto a
posto le cose. Sono pronta. Devo sparire. Fino a lunedì nessuno si accorgerà di
nulla. Avrò già un altro aspetto e un'altra storia da raccontare.
Questa volta so che soffrirò.
Occhi scuri e insistenti faranno
compagnia ai miei pensieri. Mi inseguiranno come hanno fatto nelle ultime
settimane, da quando ho messo piede in questa stanza. Forse solo io li ho
immaginati. Meglio così, una storia chiusa. Ora devo partire.
Buon viaggio Marnie e non
pensare. Il ricordo è solo un illusione.
Ripensavo a come era andata la mia vita. In mano avevo un
quaderno vecchio e stanco riempito dei pensieri di chissà quanti anni prima.
L’attenzione era ferma su una pagina che stavo rileggendo:
“Non ho bisogno di chiudere gli occhi. Sono lì, immersa nell'acqua.
Sulla pelle il caldo e il freddo si mescolano a seconda delle onde. Poco
distante vedo lo scoglio dove i pescatori si sistemano la mattina presto.
Quando il sole è alto diventa la meta dei ragazzini che vi stendono il loro
asciugamano. La spiaggia è a 2-300 metri da me, omini che si muovono e
gesticolano, bambini che giocano sul bagnasciuga. Gli ombrelloni colorati, uno
a fianco a l'altro compongono uno strano disegno. Il vociare delle persone, i
rumori giungono attutiti. A tratti sprofondo nel silenzio ovattato del mare.
Muovo le gambe per star su, a filo dell'acqua. Mi sembra di essere abbracciata,
una mano amica che mi sostiene mentre osservo ciò che mi circonda, in cielo
qualche gabbiano, una barca transita lontana. Mi resta il tempo di riflettere,
lasciar andare liberi i pensieri almeno fino a quando sento un fischio.
E' Il treno, sta passando veloce oltre il lungomare. Pigramente torno indietro,
attenta a non bere e a non farmi spostare dalla corrente.”
Ricordavo quel inverno. Un blog
era diventato il rifugio dei miei pensieri. Avevo però conservato
l’abitudine
di riportare su carta quanto scrivevo on-line. Così quel diario che non avevo
mai avuto la costanza di realizzare prendeva forma in quei mesi. Era una
scrittura affrettata, segno di un incapacità che mi portavo dietro fin da
allora. Gestire il tempo non era affar mio. Lo subivo, costantemente in
ritardo come se la vita corresse troppo in fretta per me.
Sfogliando quel quaderno avevo la sensazione di compiere
un viaggio a ritroso. Quel treno l’avevo
perso. Così come la serenità. Presa da questa idea lo chiusi di colpo. Il primo
desiderio era partire. Senza guardare ciò che lasciavo. Poche cose, con me solo la voglia di cambiare. Andai
in camera, frugai nell’armadio dove avevo trovato i fogli. Tirai fuori da un
angolo una valigia, l’avevo comprata quando avevo 18 anni. Mi sembrava di non
poterne fare a meno, doveva diventare un punto di riferimento tra un trasloco e
l’altro.
La previsione si era poi rivelata
sbagliata. Avevo imparato ad adattarmi anche ai sogni rinchiusi nel cassetto,
alla necessità di essere seria e responsabile. Era tanto che io e Paolo non
ridevano insieme, non mi ricordavo neanche più perché stavamo sotto lo stesso tetto. Forse era
abitudine. Un appoggio reciproco che era diventata una scomoda gabbia, fatta di lunghi
silenzi.
Ora non più. Ciò che avevo
cercato per anni, era lì in quelle pagine: una promessa non mantenuta.
Mi sedetti sul letto cercando di
riflettere. Dovevo parlare con Paolo.
Si, avrei aspettato la sera. Mi sarei
data del tempo. Poi preparata la valigia, sarei stata pronta.
Volevo solo vivere... ma a modo
mio.
"Ancora una volta voglio scandagliare
scrupolosamente le possibilità che ancora restano alla giustizia."
Durrenmatt, Giustizia
Da questa citazione prende avvio la storia.
Complicata, senza dubbio. 66 pagine vissute intensamente alla ricerca della
verità. Leonardo Sciascia dipana la narrazione con maestria, lega a sè il
lettore in un giallo coinvolgente.
Sicilia, terra sospesa tra interrogativi e
misteri che sembrano senza soluzione. E' sera tardi quando arriva una strana
telefonata al commissariato. Un tale afferma di essere Giorgio Roccella e dice
di aver trovato una cosa. Chiede l'intervento dei poliziotti. Il commissario
liquida la telefonata come una burla, ordina al brigadiere di andare l'indomani
a fare un controllo. Il graduato ubbidisce. Il giorno seguente, con lo spirito di chi va a fare una scampagnata, si reca all'indirizzo indicato, una vecchia casa di campagna. Si avvicina al
vetro e intravede la sagoma di un uomo. Pensa stia male, rompe il vetro per andare a soccorrerlo. In realtà è già morto, colpito da una vecchia arma da fuoco. Suicidio o omicidio? Questo è il primo quesito. Il brigadiere si scopre una lucidità che non pensava di avere. Perlustra la casa alla ricerca di indizi. Il cadavere è di Giorgio Roccella, tornato al paese per recuperare la corrispondenza che i suoi avi
avevano tenuto con Pirandello e Garibaldi. A complicare le cose, giunge l'omicidio di di due ferrovieri della vicina stazione. I due fatti sono collegati? Polizia e carabinieri conducono le indagini, dopo un primo accenno di rivalità provano a collaborare. Cercano una pista, una spiegazione finchè uno dei "segugi" giunge all'intuizione decisiva. La soluzione è lì, srotolata di fronte al lettore preso dal rapido succedersi degli eventi. Tenendo a mente la citazione iniziale, tocca ai lettori interrogarsi se corrisponde al loro ideale di giustizia o se è solo un ripiego, una possibilità non sfruttata. Buona lettura!
Ultimamente sei tu a decidere la strada
Io resto dietro di te
raccolgo i sassi rotondi in una scatola quadrata, ho un passatempo inutile
Sinceramente da un po’ si vive alla giornata
non posso dire di no
usciamo fuori dal quartiere una volta al mese solo di sabato
ma pensa che coincidenza...
Chiedi un autografo all’assassino
guarda il colpevole da vicino
e approfitta finché resta dov’é
toccagli la gamba fagli una domanda
cattiva, spietata
con il foro di entrata, senza visto di uscita
E’ stato lui, io lo so
non credo alla campana degli
innocentisti perchè
anticamente ero io un centurione con la spada e non lo posso difendere
Mi ricordo quando ci fu Galileo e Giovanna D’Arco
ero presente in piazza,
provavo immenso piacere
mi sentivo bene a vedere come si muore,
sono di un’altra razza
Chiedi un autografo all’assassino
guarda il colpevole da vicino
e approfitta finche’ resta dov’é
toccagli la gamba fagli una domanda, ancora
chiedi un autografo all’assassino
chiedigli il poster e l’adesivo
e approfitta finche’ resta dov’è
toccagli la gamba
fagli una domanda
cattiva
spietata
è la mia curiosità impregnata
di pioggia televisiva
comincia un’altra partita....
Samuele Bersani
Marco Pantani è morto il 14
febbraio 2004. Aveva 34 anni. La passione per il ciclismo me l'ha trasmessa
lui. Correva a colori, emozionando. Mi piaceva vederlo pedalare.
In gara ogni momento era quello buono per alzarsi sui pedali e attaccare. "E' partito Pantani", la
voce
di Adriano De Zan descriveva l'azione, il mio occhio si faceva più attento, iniziava il duello. Il pirata
romagnolo con caparbietà scattava a più riprese finchè riusciava a staccare gli avversari. Poi a tu per tu con la salita, l'espressione assorta e il volto segnato dalla fatica, iniziava il confronto con se stesso per alzare l'andatura, per rendere più breve l'agonia. Quando tagliava il traguardo, con le braccia alzate, avevo l'impressione di aver vinto anche io.
Si era dovuto rialzare tante volte. Aveva ripreso la bicicletta ed era risalito più motivato, più forte. Diventava naturale tifare per lui. Toccava il cuore delle persone.
Mi piace farmi rapire da un libro. Leggere una
pagina dopo l'altra e perdere il conto, con il solo intento di
"scoprire".
Il fuoco crepita nel camino.
Invita a distendere le braccia alla ricerca di calore, in attesa di notizie da
condividere. L'orecchio prova a ricostruire i rumori di sottofondo. Le candele,
posate distrattamente nella camera, le donano riflessi particolari. Sullo
sfondo si muovono delle figure minacciose. Provo ad avvertire i personaggi
sulla scena. I segnali cadono nel vuoto.
Tentativo fallito. Non mi resta che spegnere la luce. Buona notte!
Ricordare è un dovere, spesso una
responsabilità che ci si porta appresso e a cui bisogna dare voce. Ricordare
per evitare che certi fatti non si ripetano e per sperare in un futuro
migliore.
Oggi, 10 febbraio, è il giorno del ricordo delle foibe e dell’esodo del popolo
fiumano dalmata. Tra il 1943 e 1945 migliaia di persone morirono, migliaia
furono costrette a fuggire. Fu una strage vittima anche della "congiura del silenzio" come affermato dal Presidente della Repubblica.
In questa immagine sono indicate le principali foibe, luoghi del massacro.
immagine tratta da:
Arthur
Sulzeberger, editore del New York Times afferma:
"Veramente non so se
stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e sapete che vi
dico, la cosa non mi interessa".
Penso che se un giorno si arriverà, per
questioni economiche o per altre ragioni a non stampare più
giornali, quello non sarà un bel momento. La considererei una rinuncia, non una
conquista. Il ruolo cartaceo del giornale non può essere sostituito. Il
piacere che ti dà sfogliarlo, annusarne le pagine e il tempo rallentato che ti
abitua ad adottare, sono vizi che è giusto concedersi.
Le edizioni cartacea e on-line possono convivere
puntando a essere complementari. Se da un lato internet dà la possibilità di
essere aggiornati, in tempo reale, su quanto accade nel mondo, il
giornale "tradizionale" può meglio soddisfare la necessità di
approfondire certi temi, mescolare cultura e informazione nel fornire un
prodotto che arricchisce i lettori chiedendo loro del tempo. Tempo per
fermarsi, tempo per se stessi e anche per riflettere. Tempo che si può spendere leggendo un
giornale. No, io non ci rinuncio!
La lotta con la sveglia si
consuma ogni mattina.
Uso il telefonino, ho scelto una suoneria che di giorno
sembra quasi gradevole. Di mattina no, si riduce a un rumore persistente
e fastidioso. Solitamente la punto su intervalli di cinque minuti. Il
primo squillo mi coglie impreparata. Il sogno fino a quel momento tranquillo si
complica. Sprofondata nella storia, cerco di capire come va a finire e vengo
disturbata da un rumore che non vuole cessare, si fa spazio e scava fino ad
arrivare a destinazione. Pensa lui. Io a quel ora non penso
ancora, l'unico desiderio è interrompere il frastuono. Subito. Metto
fuori la mano da sotto le coperte. Inizia la ricerca, rigorosamente al
buio. Tastando gli oggetti sul comodino arrivo alla fonte dei miei guai. Le dita lo perlustrano sicure, premo il tasto giusto e...pace. Dura solo
5 minuti ma sono i migliori, quelli rubati. Fino al prossimo squillo
Nel 2006 è stato introdotta, in
Italia, la possibilità di utilizzare la
P.E.C. (Posta elettronica certificata), uno strumento in
rapida diffusione. Per poterla adottare è necessario attivare un dominio e
registrarlo nell'elenco tenuto dal Cnipa (Centro Nazionale per
l’Informatica nella Pubblica Amministrazione). Fino a ora si contano 1.500
domini attivati e registrati con un incremento del 60% negli ultimi tre mesi.
Sembra essere questa la soluzione
del futuro. Quasi un milione di messaggio vengono inviati ogni mese in maniera
telematica. I vantaggi sono molteplici. Si può contare su una
convenienza economica e tempi più rapidi per la ricezione ma la
caratteristica che la rende più interessante è possibilità, per il mittente, di
avere documentazione elettronica, con valenza legale, attestante l'invio
e l'effettiva consegna dei documenti informatici che lui ha inviato dal proprio
computer.
Viene utilizzata sia dalla pubblica amministrazione che dalle
aziende.
Il ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pa, Luigi Nicolairs ha espresso la speranza che si giunga a un "uso
esclusivo della posta elettronica certificata nei
rapporti tra amministrazioni dello Stato in modo da arrivare entro il 2008 al
divieto per le amministrazioni dello Stato delle trasmissioni cartacee con una
conseguente, significativa riduzione dei tempi e dei costi''.
Questa innovazione rientra nel progetto di digitalizzare della documentazione
che dovrebbe renderne più rapido il reperimento e ridurre i costi
legati agli spazi di archiviazione.
Fonte Adnkronos
"Hanno passato tutta la loro vita insieme,
aiutandosi e proteggendosi: ora sono stati separati a causa della burocrazia.
E' la storia di Rino e Priscilla, due bei cani ospitati per anni nello stesso
canile, dentro lo stesso box. Ma sono stati catturati in due Comuni diversi e
per questo sono stati divisi e ora soffrono, tanto che i volontari
dell'associazione Gaia hanno lanciato un appello perché qualcuno li adotti
entrambi.
Per sette anni Rino, un incrocio di border
collie, e Priscilla, che assomiglia a un pastore belga, sono stati insieme.
Quando gli altri due cani ospitati nel loro stesso box hanno aggredito
Priscilla staccandole la zampa anteriore sinistra a morsi, Rino non ha esitato
ad attaccarli per difenderla. E nei dieci giorni successivi, in cui lei non è
uscita dalla cuccia, lui è rimasto immobile a fare la guardia davanti, perché
gli altri due non entrassero. E anche quando Rino e Priscilla sono stati
spostati in un box da soli, lui le è rimasto accanto. Almeno fino al 2 gennaio,
quando sono stati portati in due diversi canili del Bresciano. Per tutta
risposta Rino ha smesso di mangiare, Priscilla, sempre più impaurita, anche di
uscire dalla cuccia. Rischiavano di morire, tanto che sabato i volontari dell'
associazione li hanno portati in un rifugio privato, ''Il giardino delle Muse''
a Bottiglio (Brescia), in attesa di trovare un padrone che li voglia tutti e
due."
News TGCOM
«Viviamo un tempo in cui troppi vogliono essere rassicurati e deresponsabilizzati e pochi sembrano voler sapere, giacchè, come ha scritto Max Frisch, "nella nostra società non si vuol sapere, si vuole credere. Non si vuole essere consapevoli: si dovrebbe poi essere responsabili". Forse è questa la comunicazione che ci meritiamo: una comunicazione gradita ad un Paese che sceglie di "sembrare" invece di "essere".»
p. 23
A. Rovinetti, Diritto di Parola, Ediz. II Sole24ore
Insieme a te non ci sto più , guardo le nuvole lassù
Cercavo in te la tenerezza che non ho
La comprensione che non so trovare in questo mondo stupido
Quella persona non sei più , quella persona non sei tu
Finisce qua , chi se ne va che male fa!
Io trascino negli occhi dei torrenti di acqua chiara
Dove io berrò , io cerco boschi per me
E vallate col sole più caldo di te!
Insieme a te non ci sto più guardo le nuvole lassù
E quando andrò devi sorridermi se puoi
Non sarà facile , ma sai, si muore un po' per poter vivere
Arrivederci amore ciao le nubi sono già più in là
Finisce qua , chi se ne va che male fa!
E quando andrò devi sorridermi se puoi
non sarà facile ma sai si muore un po' per poter vivere !
arrivederci amore ciao ........
arrivederci amore ciao.........
arrivederci amore ciao........
(Caterina Caselli)
E' morto un uomo, un poliziotto che stava solo facendo il suo dovere.
Aveva 38 anni e una famiglia. Come si fa a spiegare ai figli che è
stata una partita di calcio a toglier loro il padre? Non si può mettere
a rischio la vita delle forze dell'ordine.I campionati di ogni ordine e grado si fermano. Cancellate le partite degli azzurri. E' giusto così. Non si può andare avanti, non in queste condizioni. Il bilancio di questa sera parla di 100 feriti, 70 poliziotti. Troppi individui si nascondono dietro il tifo per scatenare i loro bassi istinti. Potevano essere una giornata di festa invece è stato l'inferno. Il calcio è un altra cosa e finchè non si riesce a capire questo, a seguirlo con lo spirito giusto è meglio dimenticarlo.
A mezzanotte di
sabato 21 luglio uscirà nelle librerie "Harry Potter and the Deathly
Hallows", ultimo della serie che vede protagonista il celebre maghetto. Le
prenotazioni hanno iniziato ad arrivare da tutto il mondo e si contano a
milioni sui siti specializzati nella vendita di libri on line.
L'autrice JK
Rowling ha anticipato che due personaggi moriranno due personaggio.
Questa notizia ha gettato nel panico i tanti fans di una saga dal successo
planetario. Si stimano 325 milioni di libri venduti, tradotti in 64
lingue.
La
preoccupazione è aumentata quando la Rowling ha affermato "Qui
avremo a che fare con il male
puro. E il male puro non se la prende con i
comprimari, no? Se la prende con i personaggi principali, e cosi' faccio io".
Questa dichiarazione che ai più può apparire come una condanna potrebbe segnare il
destino di Harry Potter impegnato nel settimo e ultimo capitolo della saga.
Il pericolo è
serio se due fans del calibro di John Irving e Stephen King, autori di numerosi
best-sellers, sono intervenuti pubblicamente chiedendo alla Rowling di salvare la
vita al mago.
Chissà se ha
avuto effetto questa richiesta di clemenza. Sono in molti a tifare per
Harry. Forse però la sentenza è già stata scritta. Un autore può esser tentata dal togliere la vita al personaggio che l'ha reso celebre ma che rischia di farne sentire ingabbiata la creatività. Conan Doyle fu costretto dai lettori a ripescare Sherlock Holmes dopo averlo felicemente gettato nelle cascate. Non è facile sbarazzarsi di personaggi tanto "ingombranti".
Ai tanti appassionati
non resta quindi che attendere il 21 luglio per scoprire quali saranno i
personaggi colpiti e gustarsi il finale di una avventura niziata
giusto 10 anni fa con la pubblicazione del primo libro della serie.