mercoledì 2 gennaio 2008

goccia a goccia


Pioveva ormai da giorni. L’umidità penetrava fin dentro le
ossa.


C’era poco da fare. Chi poteva restava in casa. Gli impegni
era ridotti al minimo.


Le eccezioni si contavano sulle dita di una mano. Mosse
da passione o necessità, vivevano la pioggia. Erano le uniche anime che si
potevano incontrare in quei momenti.


I pescatori, sebbene
il  mare fosse in burrasca, non si
rassegnavano alla separazione. Andavano in spiaggia almeno un paio di volte al
giorno.  Si muovevano avanti e indietro,
le mani intrecciate,  i piedi scalzi.  Scrutavano la distesa che
avevano davanti, sembravano quasi maledirla, tante erano le emozioni che
si  scontravano nei loro occhi. Tornavano a casa un po’ più stanchi e un po’
meno felici, consapevoli che anche quel giorno dovevano rinunciare.


Certe persone  non riuscivano
a rintanarsi in casa, si perdevano nei giorni di pioggia.  Era facile riconoscerle. Anche quando sembrava
che l’acqua venisse versata con dei secchi,  si incontravano in strada. Camminavano
senza dar segno di avere  fretta. Davano l’impressione di assaporare ogni
goccia. Indossavano impermeabili dai colori variopinti che le rendevano simili
a uccelli tropicali.  La loro piccola follia, fatta di passi bagnati e
tempo rubato alla ragione era la conquista  dei giorni grigi.


 


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