venerdì 5 ottobre 2007

nuvole di fumo percorrevano la strada

prima


La piazza era gremita. Sul palco,
montato in fretta il giorno prima , già stavano il Sindaco e l’Assessore.20041028224110_19883alfa_romeotipo1
Erano
stati designati a premiare il vincitore.
Indossavo il vestito buono, quello delle grandi occasioni. Mario provò a farsi
largo tra la folla. C’erano persone di ogni età. Bambini, a stento, tenuti a freno dalle
maestre. Diversi uomini che  avevano sottratto qualche minuto al lavoro,
per assistere all’arrivo. Gli anziani sembravo i più interessati, pensavano di
aver visto tutto e serbavano la speranza di essere smentiti. Per le donne si  era rivelata  una buona occasione per qualche confidenza,
che diversamente non c’era mai tempo.


Notizie della corsa passavano di
bocca in bocca, assumevano i colori della leggenda. Si spezzavano e ricucivano
in nuove forme. La gara si era animata all’improvviso. Paul Landier aveva sferrato un attacco al settantesimo
chilometro. Si era portato in testa e sembrava pronto alla fuga. Aveva lui la
macchina migliore, dicevano gli esperti. I giornali del mattino lo davano per
favorito.  Naturalmente lui ci credeva,
era convinto della sua forza. Premeva l’acceleratore e scrutava la strada che aveva davanti, quasi
a volerla ingoiare, tanta era la voglia di essere il primo. I troppi pensieri
lo tradirono. Non si rese subito conto
che una vettura rossa gli stava dietro. Prima più lontana, poi chilometro dopo
chilometro gli si faceva sotto, lo pressava. Era Sanchez  «sempre lui». Già una volta gli aveva dovuto
cedere il passo. Ora, no pensò mentre avanzava veloce. La strada era una serie
di curve mal disegnate. Bastava un po’ di attenzione pensò. Sanchez gli stava
dietro curva dopo curva, poteva sentire il suo fiato sul collo.  Percepiva a pelle la sua tranquillità e si
sentiva ancora più a disagio.

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