mercoledì 28 novembre 2007

Santiago

Si chiamava
Santiago. Aveva scelto quel nome il giorno in cui aveva cambiato vita.


Abitava in
una cittadina del basso Piemonte. Il tempo  si muoveva al ritmo dei turni
in fabbrica: tre, pure la notte gli toccava fare. E non è che i giorni
fossero molto diversi l’uno dall’altro. Diventavano mesi e poi anni
lasciandolo sempre allo stesso punto.


D’estate il mare.
Bordighera la meta. Una settimana sempre. «Così tieni a bada le tue tonsille»


I genitori glielo
dicevano, le prime volte, con il tono solenne di chi sta somministrando una
medicina. Poi non ve ne fu più bisogno. Il bambinetto che era, si divertiva in
quella grossa vasca da bagno. Non si riusciva mai a regolare caldo e freddo, le
onde lo spostavano senza troppo riguardo però era bello. I genitori impararono
presto che il loro bambino teneva alle sue tonsille al punto da restare a mollo
ore e ore. Fino a che la pelle diventava squamosa e la madre, dopo averle
provate tutte, riusciva a cacciarlo fuori.


La lotta si
consumava ogni giorno.


«Fuori!»


«Non
prima..» La serie era lunga. «Non prima di aver toccato dieci volte la boa, non
prima di aver sfiorato il cielo nuotando a dorso, non prima di aver provato a
raggiunge la terra.» Quale? Dipendeva dagli anni...

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