lunedì 5 novembre 2007

L’ombra dei piloti si staglia
sulla pista.

L’ultima curva, l’inutile
frenata. Le loro storie si dipanano nelle sere d’inverno quando il silenzio
del luogo permette di tornare e rivivere quel giorno. Provano a
capirlo, a sentirsene parte in quelle sere d’inverno che anima viva non si
trova. E' troppo il freddo, troppi i cattivi pensieri che
attraversano la mente  quando l’asfalto è silenzioso e si è lì, pronti a
seguirne le trame, quasi a sfidarlo, cercando di carpirne il segreto. Non c’è
verso di capire in quelle sere oscure, non c’è verso di essere capiti.


Il giro più veloce era
l’obiettivo del sabato. Aspettare con gli occhi incollati allo schermo il
segnale e poi partire. Questione di secondi, anzi meno. Una frenata ritardata,
una curva disegnata con tocco d’artista e tutto sembrava possibile. Troppo si
rischiava in quei pochi chilometri. Il destino di una corsa. Non si poteva
sbagliare. Poi c’eran giorni che il conto era più alto e oltre a tutto il resto
si perdeva la vita.  Faceva parte del gioco e  davan mostra di non
pensarci i piloti che a correre ci andavan lo stesso e correre era il
modo, vincere il sogno. Il resto lo si lasciava fuori.

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