mercoledì 27 giugno 2007

Non c'è più tempo

Era così che funzionava e tutto
il resto erano favole che non trovavano posto nella vita reale.


Io e i mie genitori andammo a
salutarli. Ci muovevano incerti, quasi impacciati. Mio padre strinse la mano del
Signor Leone. Si fissarono per un lungo momento negli occhi. Non vi fu bisogno
di parole. Il rispetto, la comprensione e la tristezza convivevano in quel gesto.  Cercammo di mostrarci sereni
anche se  facevamo fatica a dissimulare
la preoccupazione. Lele ed io eravamo insolitamente silenziosi. Lo aiutai a caricare
le ultime cose poi rimanemmo a bighellonare lì intorno ,senza sapere bene cosa
fare.
Venne il momento di partire. La famiglia Leone si sistemò sul retro della
vecchia camionetta che era riuscita chissà come a recuperare. L’avevano
caricata all’inverosimile con mobili e vettovaglie di ogni tipo. Tutte cose che
pensavano potessero servire nella loro nuova casa. Le avevano messe insieme in
fretta. Non c’era più tempo. La camionetta si avviò. Io rimasi, in mezzo alla
strada, a osservarli. Le braccio lungo il corpo, i pugni che si stringevano mentre pensavo che non potevo
fermarli. Andavano nel ghetto. Non avevo capito bene perché dovevano
trasferirsi o chi lo avesse deciso. Sapevo solo che non potevano più rimandare.
Anche loro mi osservavano, dignitosi quasi immobili, guardavano quella strada
di cui erano stati parte per tanti anni. Visi familiari che si fingevano impegnati per non doverli
salutare, i vecchi caseggiati  e il negozio, la bottega di stoffe che avevano
dovuto chiudere qualche mese prima.  Il
futuro era incerto, il presente cupo. Lele era spaurito, si appoggiava alla madre cercando conforto. Non so perché ma gli strizzai l’occhio come
avevo fatto tante volte quando condividevamo il segreto di una marachella. Lele
rimase un attimo sorpreso poi ricambio il mio gesto e sorrise. Era il mio migliore
amico. Avevamo condiviso tutto fino a quel momento. La camionetta svoltò e io
mi mossi verso casa. La testa bassa, le mani piantate nei pantaloni  e la voglia di piangere che non riuscivo a
frenare.

6 commenti:

  1. Se questa é una prova di scrittura chissà come viene il resto. Complimenti.:)

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  2. Alla faccia della prova!
    Di corsissima, ma ti leggo sempre!
    un abbraccio,
    anecòico [CattivaMaestra]

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  3. Ciao!
    @ Orbita sei un tesoro! grazie :)
    @ Grazie Giulia!
    @ Anecòico
    leggo sempre con piacere il tuo blog anche se in questo periodo ho poco tempo. grazie per i tuoi interventi.
    un abbraccio
    Pinky

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  4. Un piccolo racconto d'altri tempi... o forse anche di questi. Commozione trattenuta, ben scritto.

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  5. Ciao Pim,
    sono d'accordo con te, certe storie non hanno tempo.
    lo spunto è stato il finale di un film poi le parole sono venute da sole. grazie!
    Pinky

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