venerdì 8 settembre 2006

Tu chiamale se vuoi emozioni

Seduta in quel caffè io ho pensato a te, alle emozioni che tu regalasti a me..


Ho iniziato a sentire le canzoni di Battisti quando avevo 7-8 anni. Mi ritorni in mente, Un'avventura sono questi i primi ricordi, le prime canzoni che mi piacevano, le ascoltavo più volte e spesso mi mettevo a cantare anche io. Lucio Battisti è morto il 9 settembre 1998. Sono trascorsi otto anni, a me sembra ieri. Stavo per iniziare la seconda superiore, ero ancora impegnata nei compiti di dattilografia. La televisione diede la notizia e così iniziai a conoscere Battisti un pò di più, a vedere i suoi filmati. Un immagine ricorreva, quella di un ragazzo dalla zazzera bruna, la giacca, il foular intorno al collo stile anni '70. L'espressione pensierosa. Come se il tempo non fosse trascorso e quel ragazzo dalla voce particolare, emozionante non fosse mai invecchiato. Era ancora giovane, quando è morto, aveva 55 anni appena. Le sue esibizioni pubbliche erano già un lontano ricordo. Gli ultimi concerti risalgono alla fine degli anni '70. Nel 1980 in una tv svizzera l'ultima apparizione televisiva. Si scioglie il suo sodalizio con Mogol, il paroliere di tanti successi, in grado di scrivere canzoni indimenticabili. Non si interrompe il suo rapporto con la musica. Cerca altre strade che lo portano lontano dal grande pubblico, sperimenta, innova. Intanto i suoi fan crescono. Persone di ogni età, che hanno vissuto gli anni del suo successo o che sono nati quando lui si era già ritirato. Rimangono le immagini in bianco e nero trasmesse qualche volta alla tv, i suoi duetti con Mina. Le sue canzoni che colpiscono al cuore prima di tutto. Belle, diventa naturale ricordarle. Le ascolto e inizio a cantare anche io, qualche volta stono e continuo a cantare perchè mi piace. Lucio è anche lì, nella sua musica, in quelle parole che tante persone portano con sè.



            



          Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
            ritrovarsi a volare
            e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
            un sottile dispiacere
            E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
            dove il sole va a dormire
            Domandarsi perchè quando cade la tristezza
            in fondo al cuore
            come la neve non fa rumore
            e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte

            per vedere
            se è poi è tanto difficile morire
            E stringere le mani per fermare
            qualcosa che
            è dentro me
            ma nella mente tua non c'è

          Capire tu non puoi

            tu chiamale se vuoi
            emozioni
            tu chiamale se vuoi
            emozioni


            Uscir dalla brughiera di mattina
            dove non si vede ad un passo
            per ritrovar se stesso

            Parlar del più e del meno con un pescatore
            per ore ed ore
            per non sentir che dentro qualcosa muore
            E ricoprir di terra una piantina verde
            sperando possa
            nascere un giorno una rosa rossa

            E prendere a pugni un uomo solo
            perchè è stato un pò scortese

            sapendo che quel che brucia non son le offese
            e chiudere gli occhi per fermare
            qualcosa che
            è dentro me
            ma nella mente tua non c'è
          
Capire tu non puoi
            tu chiamale se vuoi
            emozioni
            tu chiamale se vuoi
            emozioni

   (Battisti - Mogol)

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