giovedì 27 dicembre 2012

Le chiavi

Questo racconto ha partecipato  al concorso  indetto da La Stampa "Rivesti l'eroe"
Una mattina rientravo a casa dopo
aver fatto la spesa.  Tenevo George peppardil sacchetto appoggiato alla spalla sinistra mentre
facevo scorrere le  chiavi tra le dita
fino a  individuare quella che apriva il
portone. La trovai quasi subito, dopo averla girata nella toppa un paio di
volte feci ruotare il pomello ed entrai.


Erano le nove del mattino e la
mia vicina di casa camminava avanti e indietro davanti all’ingresso del mio
appartamento. Lei era naturalmente 
sofisticata nel suo tubino nero in un tessuto morbido che su di lei scivolava 
dolcemente, il collo era avvolto da una collana di perle, la testa coperta da
un cappello ampio ornato di un nastro di seta chiaro, i piedi elevati da un
paio di scarpe dal tacco sottile. Pensai che non riusciva ad essere fuori posto
nemmeno  con quel abbigliamento da festa
in società.


AppoggiAudrey_Hepburn_Colazione_da_Tiffanyava le labbra sulla
stanghetta degli occhiali da sole e si guardava intorno come alla ricerca di
qualcosa. Mi feci avanti.


-Buongiorno, aspetta me?-  lei mi guardò sorpresa e sbottò in un – Lei?
No, in verità non aspetto nessuno.


Rimasi un po’ deluso ma non lo
diedi a vedere.


-Signorina, dovrebbe spostarsi.
Vorrei entrare nel mio appartamento.


-Il suo…ah, si il suo
appartamento. Anche io vorrei entrare nel mio. Ma proprio non ricordo dove ho
messo le chiavi. Ieri sera quando sono uscita le ho infilate nella borsetta
come al solito però adesso non ci sono più.


Le sorrisi in un moto di
comprensione.


- Sono cose che capitano vedrà
che presto le ritroverà. Io sono Paul Varjak. - dissi stringendole la mano.


-Varjak? – mi fissò perplessa.


-Si, Paul Varjak - ripetei più
lentamente - il suo nuovo vicino.


-Ah, si. Piacere, gli amici mi
chiamano Holly – disse la donna mentre il suo volto si apriva in un sorriso.


Non potevo abbandonarla sul
pianerottolo.


-Venga dentro, le preparò un
caffé. E’ miracoloso nel far ritrovare le cose.


-Davvero? – fece lei seguendomi
in casa.


(il racconto è ispirato a un brano di Colazione da Tiffany)

Nessun commento:

Posta un commento