mercoledì 16 giugno 2010

"Il gioco dell'angelo" prime impressioni

Carlos Ruiz Zafòn, autore   dell' Ombra del Vento e di Marina, è bravo nel  catturare l'attenzione del lettore. Capitoli brevi, colpi di scena disseminati nei punti giusti che spingono a voltare pagine ed
Gdfgdf addentrarsi nella storia fino quasi a sentirla addosso come un vestito, una sensazione che investe e lascia spossati, febbrilmente interessati a sapere come va finire, se il protagonista-narratore  che si è adottato, per cui si fa il tifo, riuscirà a sbrogliare la matassa o, sempre più legato, sarà costretto a soccombere. Mistero, cuore, morale,  avventura sono gli ingredienti anche se a  tratti, spesso nelle ultime 150 pagine,  si inciampa sull'orrido.
Zafòn mi ricorda certi romanzieri dell'ottocento, maestri, capaci di annullare le distanze e legare a sè il lettore per infinite pagine (439 non sono poche). Leggere questo romanzo è tornare a Barcellona, aggirarsi nella città, assaporare i luoghi, i nomi delle vie come fossero vini d'annata, sentirsi impauriti e insieme affascinati dai misteri che vengono narrati con maestria.
Eppure a  volte si fa strada anche un'altra impressione. Se penso a Zafòn ora che sto leggendo il suo secondo romanzo (il primo era L'ombra del vento) mi chiedo se non sia un giocatore di poker, dalla faccia inespressiva che,  a ogni giro, rilancia, sembre più in alto, lo guardo e non so se ha buone carte o sta bleffando.  La questione è questa: dopo aver messo in campo tutte le armi del mestiere, aver incuriosito, offerto la sensazione di vivere una storia, fare un viaggio, nel finale mi sembra si perda, diventa meno incisivo, declina verso l'horror e mi spinge a rallentare la lettura, avvalendomi dei diritti  affermati dallo scrittore Daniel Pennac, in particolare del diritto di saltare le pagine.  Ho l'impressione che tanto è intensa la lettura quanto è veloce il processo di accantonamento e oblio. Insomma il dubbio è che tra tante qualità, questo libro nasconda il difetto di non lasciare il segno. Mancano 100 pagine alla fine, sono pronta a essere smentita anche se ho già sbirciato l'ultimo capitolo e non mi ha convinto molto.

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