mercoledì 27 agosto 2008

Non è prudente, non è sicuro..

Campeggiare in una zona isolata,
uscire da soli la sera, viaggiare da soli , abitare in una casa isolata, non
serrare bene la porta, abbandonare per troppo tempo la propria casa,  girare in certe parti delle città, usare alcuni
mezzi pubblici, fidarsi degli sconosciuti  … e poi?


Quante sono le regole che
dobbiamo rispettare per poterci sentire prudenti, al sicuro?


Tante, troppe, secondo me. Ci si
adegua per necessità, spesso con rassegnazione, a una lista che si fa sempre
più lunga. Penso sia importante continuare a indignarsi per fatti gravi come quelli accaduti in questi giorni a Roma e Napoli, combattere nel nostro quotidiano per  non darla vinta a chi usa solo il linguaggio della violenza e condiziona le nostre vite, le limita, mentre noi viviamo con  l'impressione di un'effimera sicurezza.   

6 commenti:

  1. Indignarsi è giusto e sacrosanto: vogliamo essere più liberi e sentirci ugualmente protetti. Ma non viviamo nel migliore dei mondi possibile, quindi è bene adottare qualche regola di prudenza. La sicurezza assoluta non esiste, nessuno potrà mai garantircela.
    Ciao Pinky.

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  2. Ciao Pim,
    E' vero non viviamo nel migliore dei mondi possibili, dobbiamo adottare qualche regola di prudenza però temo che ci stiamo allontando sempre di più dal mondo ideale, le regole di prudenza rispetto al passato aumentano insieme alla paura.
    Penso sia importante non cedere alla rassegnazione. Sperando, forse inutilmente, di riuscire a cambiare qualcosa, di non assistere solo al degrado del mondo. Perchè per ora io vedo solo questo.
    Pinky

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  3. Non si tratta di rassegnazione ma di prendere atto della situazione reale che non consente più molta libertà di movimento .Ci sono paesi che vivono da tempo innumerovole con queste realtà,in Brasile e non solo, è una regola sequestrare turisti, rapinarli e spesso anche ucciderli.Le ragioni dell'imbarbarimento del mondo sono tante ma forse nessuna,determinante, che consentirebbe di usare misure adeguate.Si parla molto di sicurezza ma nessuno è più al sicuro in questo universo predatorio.Non saranno i militari per strada o le ronde dei cittadini zelanti ad evitare le mostruosità che leggiamo ogni giorno.Il mondo è avvelenato da una sindrome distruttiva, non è una novità la Storia si ripete sempre.Ci tocca di vivere in questa fase ,non è rassegnazione nè fatalismo ma flessibilità.

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  4. Ciao Lighea, in buona parte sono d'accordo con la tua analisi , però non credo sia giusta una autoassoluzione, viviamo in una brutta fase, ci adattiamo. Sono anche gli uomini, con il loro agire, a condizionare la storia
    Pinky

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  5. Cara Pink, in effetti io da donna ho la sensazione che noi donne dobbiamo vivere in una situazione di perenne coprifuoco, come ai tempi della guerra. A parole siamo libere/i di circolare, ma coi fatti i pericoli sono aumentati. La brutta realtà è questa, ma sembra sia un tabù ammetterlo.
    Un caro saluto :))

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  6. Cara Amanda,
    hai ragione, dirlo sembra un tabù. I pericoli sono aumentati, e per noi donne la libertà è un concetto che si restringe e si adatta alla necessità di sicurezza. Purtroppo non viviamo un bel momento.
    un caro saluto
    Pinky

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