Il fumo si infila controvoglia
nelle narici. Una brezza leggera accarezza la pelle.
Un uomo percorre più volte la banchina. Fuma una sigaretta e
punta gli occhi sui volti degli altri viaggiatori. Non nasconde l'ansia che
lo muove. Il cielo è colorato di un pallido azzurro, si prepara al giorno che
sta nascendo. Le automobili si muovono lontane.
Volano parole e risate, si incontrano facce perse in sonni interrotti, sguardi
rapiti dai binari.
Una voce, dall'alto, annuncia l’arrivo del treno. L'attenzione è rivolta al binario n. 1. Ci si sporge sperando di vederlo per primi ma
non è ancora il momento. Il silenzio viene interrotto dal picchiettare di un trolley
sui mattoni. Due ciclisti, convinti di non arrivare in tempo, sbucano trafelati dalla stazione.
Infine il treno, i fanali accesi, l'incedere indifferente e maestoso. Signori
in carrozza, si parte.
"...è - filosoficamente - lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra..."
giovedì 28 agosto 2008
binario n. 1
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La foto che hai scelto e anche il post mi fanno venire in mente le stazioni d'altri tempi. Le locomotive a carbone e fuori la carrozza ad attenderti.
RispondiEliminaBuona serata
Fino
Ciao Fino,
RispondiEliminale stazioni hanno un fascino particolare, mi sembrano le custodi di racconti e di vite che di lì sono passate.
grazie
Pinky