Ivan
Basso, vincitore del Giro d'Italia 2006, ha ammesso le proprie responsabilità
riguardo il coinvolgimento
nell'Operacion Puerto. Questa confessione
mette fine a un anno di dubbi e sospetti, tutti debitamente allontanati dal
ciclista varesino che si era sempre professato innocente.
Sono molte le voci che si sono espresse riguardo a quanto accaduto.
Ex-professionisti, tecnici e uomini della federazione sono intervenuti sulla
vicenda. Alcuni plaudono al coraggio di Basso, ritenendo questa una tappa
fondamentale nella battaglia contro il doping, altri affermano che ormai le
prove contro di lui erano troppe e quindi la confessione è stata una scelta
obbligata. L'UCI dichiara che non ci saranno sconti, tale possibilità era stata
ventilata da alcuni organi di stampa in quanto Basso sembra sia disposto a
collaborare.
Oggi
ho provato un misto di sollievo e delusione. I dubbi e le incertezze di questi
mesi sono stati sostituiti da un dato certo, la confessione, da cui penso si possa
ripartire più serenamente. Pur non avendo mai tifato per Basso lo rispettavo e
ripensare alle sue vittorie, a come difendeva il suo operato, con
gli occhi di oggi, mi mette tristezza.
Ivan
Basso non è un eroe, è solamente un uomo che si è tardivamente assunto le sue
responsabilità. Allo stesso tempo è giusto ricordare che non è l'unico ad
aver sbagliato.
“Il doping è un fenomeno ramificato. Alcuni ciclisti
dopati vengono colpiti, molti restano impuniti. E' necessario ridisegnare
un ciclismo a dimensione umana. Percorsi con meno asperità ma fattibili senza
aiuti o scorciatoie. Sacrificare un pò di spettacolo a favore della pulizia.
Esiste un organizzazione che lucra sulla salute dei ciclisti e suoi sogni dei
tifosi. Ma non bastano i controlli. Serve la volontà di cambiare da parte di
tutti i personaggi che fan parte di quel ambiente. Serve il ritorno ai valori
sportivi, a gare più modeste che permettano di applaudire il vincitore senza
avere nel cuore il sospetto, il dubbio che sia un crudele inganno e non la
favola a cui ci si vorrebbe aggrappare.
Chi segue questo sport si è dovuto suo malgrado
abituare a gente che sui viaggi dalle stelle alle stalle ha costruito una
carriera. Si qualcuno pulito, c'è. Solo che è difficile individuarlo, si
teme di fidarsi troppo e allora non ci si fida affatto però la gara si guarda
lo stesso, perchè il ciclismo è bello. Una delle più riuscite metafore della
vita. Si spera sempre che sia la volta buona, che vinca quel ciclista vero che
ha costruito la carriera solo con allenamenti e fatica senza quegli aiuti
chimici che ne compromettono la salute. Si spera ma con distacco perchè di
delusioni non se ne ha più voglia.” Queste parole le ho scritte quasi un
anno fa, (Ciclismo.
Lo spettacolo deve cambiare Niente
di nuovo sul fronte ciclismo) sembra che poco sia cambiato. Il
ciclismo dà, a tratti, l’impressione di essere uno sport circolare che
tende a ripetersi, senza voler imparare nulla da se stesso.
Foto tratta da:
www.bikenews.it
complimenti per il tuo articolo...scritto benissimo.
RispondiEliminaQuel micio che esce dalla cassetta delle lettere sembra il mio Joyce, chissà se è rosso?Immagino di si.
Buona giornata
Francesca
un'altra cosa molto preoccupante è che il doping è diffuso tantissimo anche nello sport dilettantistico (forse anche a livello giovanile!?!?) e quando la base traballa l'edificio tutto è instabile.
RispondiEliminaDire "ha confessato" mi pare un poco tirata per i capelli. Semmai ha ammesso di avere pianificato di doparsi per il futuro, non di averlo fatto in passato, cosa alla quale nessuno, ma proprio nessuno che abbia un minimo di onestà intellettuale, crede. Se questa è onesta, se questo è coraggio e spirito sportivo...
RispondiEliminaGuarda che il doping ciclistico è reato da sempre.
RispondiEliminaProprio perchè da sempre c' quello di cui parli.
Faccio notaare che i maratoneti gareggiano 4-5 volte all'anno e mai nel giro di pochi giorni.
I ciclisti, invece, è come se non sentissero fatica, disidratazione, stress e tensione, competizione di squadra ... il ciclismo qualche "lacuna" ce l'ha.
Ciao Kincob, temo che il doping sia diffuso anche a livello giovanile. E' un peccato che si compia questi sbagli. Sono d'accordo con te. Il ciclismo corre sul filo. Per ora nonostante gli scandali è riuscito a stare in equilibrio. Servono interventi seri per combattere il doping.
RispondiEliminaPinky
Ciao Francesca grazie!
RispondiEliminaLo immagino così, nonostanze il bianco e nero.
bello il nome del tuo gatto. :)
Pinky
Ciao Nicola,
RispondiEliminaalla luce di quanto ha detto nella conferenza stampa penso tu abbia ragione. Anche il termine collabora mi sembra tirato per i capelli. In quanto ha detto non c'è onesta,nè spirito sportivo, nè coraggio. E' l'ennesima delusione.
Pinky
Ciao Demata, hai ragione il ciclismo ha diverse lacune e sembra non aver voglia di correggerle.
RispondiEliminaPinky
E' triste che lo sport si stia riducendo così, io l'amavo molto, giocavo a pallacanestro, ma erano tempi davvero diversi. Ciao Giulia
RispondiEliminaCiao Giulia, credo che in sport quali il ciclismo il problema doping ci sia sempre stato. Solo è mancata la voglia o la forza per risolverlo. Purtroppo con gli anni il problema si è fatto sentire maggiormente. Bello sport il basket. Penso sia positivo l'amore per lo sport.
RispondiEliminaPinky
Conosco Ivan da quando correva nella Gornatese è sempre stato un corridore vincente, ma quello che più mi da fastidio in tutta questa storia è che venga considerato un dopato, ha sbagliato su questo non c'è dubbio ma aprite gli occhi vogliamo cominciare con i dilettanti? una volta gli asini non diventavano dei cavalli da corsa oggi anche gli asini diventano dei fuoriclasse basta andare nelle squadre giuste il problema è che quando passano diventano degli illustri sconosciuti e allora lasciate in pace Ivan pagherà la sua pena mami vien da ridere oggi si osannano corridori che sono state fermati quando erano dilettanti più di una volta facendo chiudere i battenti anche a sponsor ultra appassionati io non faccio nomi non è giusto ma erano sotto gli occhi di tutti le SUPER prestazioni di certi corridori! Ah magari Ivan fosse rimasto con il vecchio sistema CSC non sarebbe successo nulla ! meglio lasciar perdere tra due anni Ivan tornerà a vincere il giro e il Tour alla faccia di chi adesso parle di ciclismo pulito e che fino all'altro giorno le sostanze se le facevano portare dai perenti con il camper o le facevano tenere nei frigoriferi dagli amici..... moralisti vergognetevi!
RispondiEliminaCiao Giuseppe,
RispondiEliminaIvan Basso ha sbagliato, non è l'unico ad averlo fatto. Il fatto che sia un ciclista vincente rende tutto più assurdo. Mi è dispiaciuto che ha tardato ad assumersi le sue responsabilità e non ha contruibito a combattere il sistema doping. Ora che è stato squalificato il ciclismo continua a non essere pulito, il problema doping non è stato risolto. Penso che sia necessario intervenire per salvale questo bellissimo sport e la salute dei ciclisti senza colpevolizzarli per i loro sbagli, sperando che si assumano le loro responsabilità
In bocca al lupo a Ivan Basso
Pinky