lunedì 24 giugno 2013

Fermo immagine

In un giardino inondato dal sole, tra glicini e scolaresche, incontro un cigno che soffre di solitudine. Appoggiata a una ringhiera osservo il piccolo porto. La macchina fotografica si muove in più direzioni, prova a fermare il momento. Il viola del glicine merscolato al rosso della struttura, le statue, la fontana e il mare. Mi spingo sino al castello, pietra bianca posata sull'acqua, resto come in attesa di un segnale. Entrare sembra un intrusione in una vita troncata bruscamente, in una storia d'amore che ancora avvolge le stanze e gli oggetti. Il secondo piano è stato solo progettato. Una sala immersa nella luce e nel silenzio mi attrae, rimango indietro, sono davanti alla finestra. Ricordo le pareti ricoperte di stoffa rossa, un trono, un enorme quadro in cui dei nastri provano a unire le storie di due famiglie. Ricordo la smarrita impressione di stare viaggiando nel tempo, l'emozione, l'ascolto, l'inquietudine.

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