lunedì 6 luglio 2009

Non che la cosa avesse importanza

Stava sc100_3758endendo in una buca e
aveva paura. Non che la cosa avesse importanza. Se una macchina si fosse
occupata di registrare le sue emozioni, avrebbe segnato, alle 16 e 28 minuti
del 15 marzo 1960, paura così come avrebbe indicato gioia alle 13 e 15 minuti
dello stesso giorno, nel momento in cui Jack stava addentando la torta che gli
aveva preparato la nonna, sorpresa alle 16 e 35, stanchezza alle 17 e 15.
Curiosità dalle 16 e 40 del 15 marzo alle 12 del giorno seguente. Se un
impiegato avesse ricevuto l’incarico di esaminare quel carteggio emozionale non
avrebbe trovato nulla di strano,  l’avrebbe
vistato con un timbrino azzurro normalità e riposto nell’armadio destinato all’archivio.
Solo che Jack aveva paura. Se gli avessero chiesto di indicare quanto, da 1 a 10,
avrebbe detto 11. Tendeva a esagerare. La maestra nella nota di valutazione riportava, da un anno all’altro, lo stesso
giudizio: “Poco incline a misurare la realtà”.  


Jack aveva paura, sentiva che le
gambe diventavano molli e lo stomaco si faceva leggero. Scendeva lungo una
scala di corda  guarnita di polvere e
ragnatele, solida nonostante gli anni in cui aveva presidiato la buca che stava
di lato al cortile. Jack non aveva fiammiferi, torce, prudenza, con se portava
la sola incoscienza necessaria a mettere in pratica quanto aveva progettato.  

2 commenti:

  1. Un brano molto bello, a cominciare dal titolo (azzeccatissimo).
    Bentornata.

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  2. Ciao Pim,
    grazie! :) vorrei tornare a scrivere con un pò più di regolarità
    Buona giornata!
    Pinky

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