Un tempo la partita si sarebbe rigiocata. Nello
stesso stadio, a pochi giorni di distanza. Ai rigori non si affidavano le sorti di una stagione o di una carriera.
Manchester Utd - Chelsea. Finale di
Champions League. I Red Devils
rompono il ghiaccio, il Chelsea risponde. Seguo il
pareggio in diretta. Il cronista descrive l'azione e la sua voce, la
vibrazione della sua voce, racconta il goal prima che si compia. Ho
l'impressione, ascoltandolo, che la palla possa finire solo in rete.
Cambio canale.
Ricapito su rai1 quando, finiti i tempi regolamentari, sono di scena i rigori
E' strano, mi trovo a tifare Manchester. Sarà perchè Van der Sar mi fa
tenerezza, lo vedo quasi disarmato, lo ricordo bianconero. Il Manchester mi è
familiare, troppe volte si è incrociato con la Juve. Neville, Giggs, Ferguson e i ricordi. A quel punto mi sembrano
i più deboli.
I giocatori si stringono gli uni agli altri. C'è chi non guarda, chi compie il
suo rito segreto. Il tempo scorre lento. La palla sul dischetto. Il portiere di
fronte con le braccia allargate a dirti che non c'è spazio, non per te, non
adesso. Fissare la porta e cercare il buco, la strategia. Tutto in pochi
secondi. Con i crampi nelle gambe e la voglia di aver fatto. Senza rimpianti.
Un passo nella storia, un tiro nell'abisso. Goal, goal, goal, goal. Cristiano Ronaldo, il più forte, l'obiettivo pallone d'oro, prende
la palla, la posiziona. "e se sbagliasse?" Parte con la rincorsa, si ferma, riprende, tira:
PARATO. stop
Il Chelsea può compiere il sorpasso. L'ultimo
rigore lo calcia il capitano Terry. Ha giocato una buona partita, ora è il suo
momento. Nonostante la stanchezza e la pioggia. Corre, all'ultimo passo scivola
e il pallone si va a stampare sul palo. Niente da fare, si continua a
oltranza.
Gli umori sono cambiati, il peso ora è sulle spalle dei londinesi. Goal
Goal Goal poi Anelka, esperto ma questo non
basta. Van der Sar indovina il lato e respinge.
E' finita. L’incantesimo
si è rotto, le emozioni fluiscono tutte insieme.
Gioia, inconsulta, piena, fa
saltare i giocatori, li rende simili a bambini. Si abbracciano, ballano, muovono
le braccia verso il cielo ancora un po’ increduli.
Disperazione, lacrime si confondono con la pioggia, le energie spariscono.
Occasione perduta, forse destino avverso. Nulla rimane tra le dita.
Infine la premiazione. La coppa dalle grandi orecchie, ospite di sogni e speranze, viene sollevata dai Red Devils. Si ha la sensazione che due coppe
sarebbero state più giuste. Chi ha visto la partita, la descrive come la migliore finale degli
ultimi anni. E poi la canzone:
Ma Nino
non aver paura
di sbagliare
un calcio di rigore
non e' mica
da questi
particolari
che si giudica
un giocatore
un giocatore
lo vedi dal coraggio
dall'altruismo
dalla fantasia
De Gregori
questa sera suona come una beffa