martedì 12 ottobre 2010

Italia-Serbia ostaggio di pseudotifosi serbi

La partita è stata sospesa, la conferma, ufficiale, è giunta dopo una lunga attesa. Lo stadio era ormai vuoto in molti spazi. I primi ad andarsene sono stati i bambini, occupavano il terzo anello, era la loro serata. Avrebbero dovuto vedere una partita di calcio, in un grande stadio scendevano in campo gli Azzurri. Uno di quei ricordi che conservi per la vita. Invece hanno dovuto assistere a  scene di ordinaria follia.


Un gruppo di  ultras   serbi ha macinato centinaia di chilometri per  fare un'imboscata alla propria nazionale rea di aver perso la partita giocata contro l'Estonia. Il gruppo di "tifosi" sale sul pulman della squadra serba, lancia fumogeni, spaventa il portire fino a spingerlo a chiedere di non giocare. Gli ultras minacciano, imbrattano strade e monumenti della città, infine giungono allo stadio. Iniziano i preparativi: la rete di protezione da tagliare, i vetri da infrangere, i fumogeni da lanciare. C'è  spazio solo per la violenza.


Le squadre entrano in campo per il riscaldamento  e rientrano negli spogliatoi, non ci sono le condizioni  per giocare. Le forze dell'ordine si schierano a bordo campo per  contenere le intemperanze degli ultras. I giocatori serbi vanno sotto la curva dei loro "sostenitori" e provano a rabbonirli. Si prova  a riprendere con gli inni nazionali. Il ritardo supera la mezz'ora. Viene fatto un minuto di silenzio per ricordare i soldati italiani morti in Afghanistan. Poi l'arbitro scozzese da il fischio d'inizio. Alcuni brutti falli dei giocatori serbi, un fallo, da rigore, su Pazzini, non fischiato e i bengala tornano a volare. Il portiere Azzurro Viviani, si dirige verso il centro del campo intenzionato a non proseguire. Dietro alle sue spalle sono ospitati i tifosi serbi che hanno ripreso a lanciare i fumogeni verso i settori occupati dai tifosi italiani  e dentro il perimetro di gioco. L'arbitro sospende l'incontro. Le delegazioni delle due nazionali e il delegato Uefa si riuniscono per discutere. I serbi sanno che con la sospensione della partita rischiano, a termine di regolamento, una sconfitta tre a zero a tavolino e  sanzioni anche più gravi. Le condizioni per giocare in sicurezza però non ci sono. La partita è ufficialmente sospesa. Gli ultras hanno raggiunto il loro scopo.


A noi resta il gusto amaro della sconfitta.


 

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